Se avete degli “stomaci di ferro”, questa è la mostra che fa per voi. Una mostra per certi versi estrema, con venature horror, quella ospitata alla Maison Rouge di Parigi. Una mostra centrata sull’antropofagia in tutte le forme, sotto tutti i punti di vista: religioso, sociale, rituale, simbolico, storico. Si va dalle immagini tratte da libri cinquecenteschi, ai quadri celebri, alle immagini fotografiche di riti religiosi che vertono sul tema dell’antropofagia. Al di là del tabù che le interiora umane rappresentano, in parallelo con il traffico di organi piaga mondiale. Quasi sempre, le vittime di tutto questo sono i bambini. Il museo espone anche produzioni ”proprie”, come il manichino con abito completamente fatto di carne( ovviamente non umana). Il concetto di base è quello che siamo tutti cannibali, a volte nel mondo di guardare, per impossessarci dell’altro( un modo affine nel traffico degli organi). Già dall’allattamento al seno, il bambino si appropria in un certo senso, attraverso il seno, del corpo della mamma, letteralmente egli “mangia” sua madre. L’istinto c’è, è controllato dalal ragione e dalla cultura, ma l’irrazionale, l’istinto torbido e antropofago può far capolino in ogni momento. I visitatori sono avvisati… Ecco la lista degli artisti che espongono alla mostra: Makoto Aida, Pilar Albarracin, Gilles Barbier, Michaël Borremans, Norbert Bisky, Patty Chang, Jake & Dinos Chapman, Will Cotton, Wim Delvoye, Erik Dietman, Marcel Dzama, James Ensor, Renato Garza Cervera, Francisco de Goya, J. J. Grandville, Sandra Vasquez de la Horra, Pieter Hugo, Melissa Ichiuji, John Isaacs, Oda Jaune, Michel Journiac, Fernand Khnopff, Frédérique Loutz, Saverio Lucariello, Alberto Martini, Philippe Mayaux, Patrizio Di Massimo, Théo Mercier, Yasumasa Morimura, Vik Muniz, Wangechi Mutu, Álvaro Oyarzún, Chantalpetit, Giov.Battista Podesta, Odilon Redon, Félicien Rops, Bettina Rheims, Toshio Saeki, Cindy Sherman, Dana Schutz, Jana Sterbak, Adriana Varejâo, Joel-Peter Witkin, Ralf Ziervogel, Jérôme Zonder.