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Mostre ed eventi // Pagina 82 di 231
15.10.2013 # 3314
IL GARBAGE PATCH STATE. Maria Cristina Finucci

Daria La Ragione //

IL GARBAGE PATCH STATE. Maria Cristina Finucci

a Venezia fino al 24 novembre 2013

Ha la profonda potenza del Mito l’idea di portare a Venezia un nuovo Stato, uno dei più estesi del pianeta, il Garbage Patch State, ovvero l’immenso Stato delle Immondizie.


Nessuna carta geografica ancora lo indica, le rilevazioni satellitari non riescono a delimitarne i precisi confini, per il mondo scientifico ha una superficie che, a seconda delle rilevazioni, si estende quanto la Penisola Iberica o come due volte l’intera superficie del Texas. È uno stato che non si fa notare, eppure è pericolosissimo per l’ambiente e, in prospettiva - una prospettiva a breve, quanto brevi sono le catene alimentari che uniscono i pesci all’uomo –, anche per ciascuno di noi.

Wasteland, di Maria Cristina Finucci, è un’opera complessa che comprende numerosi interventi dell’artista italiana che a Parigi, l’11 aprile, nella sede centrale dell’UNESCO, con una installazione-performance, otterrà dalla comunità internazionale il riconoscimento istituzionale, anche se fittizio, del Garbage Patch State. 

Lo Stato federale che l’artista ha ideato per sintetizzare il grave problema ambientale delle isole di plastica, denominate appunto Garbage Patch, avrà una sua Costituzione oltre a una bandiera nazionale: fondo azzurro trasparente come il mare, popolato da vortici rossi, come quelli che sul Pacifico - ma anche nel Mare dei Sargassi nell’Atlantico - hanno convogliato e riunito i rifiuti portati dai fiumi o scaricati dalle navi.


Come molti Stati il Garbage Patch State avrà una rappresentanza a Venezia dal prossimo mese di maggio e fine a novembre . A ospitare il piccolo edificio sarà, nella sua storica sede sul Canal Grande e non a caso, l’università Ca’ Foscari. L’ateneo veneziano, che sta sviluppando già da alcuni anni prestigiose iniziative di carattere espositivo, è altresì il certificato punto di riferimento italiano per le politiche universitarie del rispetto ambientale, come attesta l’annuale classifica di GreenMetric, elaborata da Universitas Indonesia, sulle università sostenibili.


Maria Cristina Finucci, per il padiglione veneziano del nuovo Stato, ha ideato una specifica installazione: una marea di tappi di plastica colorata, imbrigliati da reti che dal padiglione trapassano verso il Gran Canal, metafora e immagine dello straripare della plastica e dei rifiuti in tutti i mari e gli oceani del pianeta. All’interno del padiglione, la sua video-opera “ Dentro” , proiettata a 360°, darà allo spettatore la sensazione di essere immerso in un mare di plastica.

15.10.2013 # 3317
IL GARBAGE PATCH STATE. Maria Cristina Finucci

Daria La Ragione //

Botero a Parma

A Parma fino al 8 dicembre 2013

L’incontro di Fernando Botero con la città di Parma, antica capitale del ducato di Parma e Piacenza nonché culla di capolavori culturali di tutti i tempi, è un evento destinato a lasciare il segno. La meravigliosa cornice di Palazzo del Governatore con le sue ampie sale luminose, ospiterà le quarantasette opere in gesso che Botero ha selezionato appositamente per questa esposizione, che rappresentano un riassunto della produzione artistica dell’autore dal 1973 ad oggi e che finora sono state esposte soltanto una volta. Di un materiale fragilissimo e un bianco lucente, i gessi di Botero sono le vere e proprie essenze di ogni sua scultura e vengono considerate capolavori unici al mondo. 

La mostra, allestita su due piani, vuole proporre un viaggio all’interno della personalità artistica del grande maestro offrendo lo spunto per una riflessione sulla sua vita come percorso di formazione artistica e personale, e sulle sue opere, testimonianza della cultura latino-americana. È proprio grazie alle sue opere più rilevanti dal punto di vista dimensionale che i visitatori verranno condotti direttamente all’interno del mondo fantastico dell’artista, in un percorso che dalle costanti delle sue opere, forma e volume, giungerà alla “deformazione dell’improbabile”, ricordando come la sproporzione non sia una cosa inventata dal maestro, ma un metodo già applicato nel XIV secolo. 

La mostra abbraccia più da vicino il lavoro di Botero, la sua filosofia e il suo pensiero, dove ciò che è importante è l’improbabile perché è solo nelle cose improbabili che esiste la libertà. Ed è proprio in questa libertà che il maestro non ricerca “grassi”, ma forme ampie e voluminose, dettate da un’esigenza di pienezza. Una filosofia su cui il visitatore avrà la possibilità di riflettere, immergendosi liberamente in questo mondo sovrabbondante di volumi e forme, lasciandosi così sorprendere dall’universo di Fernando 

Botero.

15.10.2013 # 3316
IL GARBAGE PATCH STATE. Maria Cristina Finucci

Daria La Ragione //

SANGUE DI DRAGO SQUAME DI SERPENTE

a Trento fino al 6 gennaio 2014

La rassegna, organizzata in collaborazione con il Museo Nazionale Svizzero,  permetterà a coloro che attraverseranno le magnifiche sale del Castello del Buonconsiglio di scoprire e conoscere attraverso  affreschi, dipinti,  sculture, arazzi e  preziosi oggetti d’arte   un mondo  fatto di unicorni, draghi, centauri, grifoni, basilischi, sfingi, serpenti e animali fantastici e inconsueti che ricorrono costantemente nella mitologia e anche nella iconografia castellana. Colpiscono infatti i numerosi animali raffigurati negli affreschi che decorano il castello del Buonconsiglio eseguiti da Dosso Dossi nella Stua della Famea con le favole di Fedro, o la dama con unicorno, la scimmia, il serpente che morde l’ Invidia dipinte da Girolamo Romanino o ancora  il bestiario realizzato dal maestro Venceslao nel celebre ciclo dei Mesi in Torre Aquila o il prezioso erbario medievale conservato in castello. Scultura, pittura, architettura e disegno, raccontano il mondo animale, frutto delle fantasie e delle  paure dell’uomo. Si potranno ammirare dipinti, con capolavori di Tiziano e Tintoretto, sculture rinascimentali, magnifici arazzi con scene marine provenienti dagli Uffizi e da Palazzo Pitti, preziosi monili d’ oro, oggetti archeologici, oltre a filmati e  scenografie emozionanti, grazie anche all’innovativo  ausilio della realtà aumentata,  che stupiranno e conquisteranno  il più vasto pubblico. In una sala il visitatore sarà immerso in un atmosfera fantastica dove draghi tridimensionali gli si materializzeranno davanti provocando forti emozioni.  La mostra sarà l’occasione per ammirare anche sfingi e centauri dipinti sia sui vasi a figure rosse e nere greci, sia nelle tele dei maestri bolognesi del Seicento, il gatto mummificato egiziano, la fontanella rinascimentale in bronzo con il mito di Atteone,  il Laooconte proveniente dal Museo del Bargello di Firenze, un prezioso falco in bronzo, una rarissima casula (veste del prete) decorata, sculture di San Giorgio e il drago. Dagli animali sacri della tradizione cristiana  alla mitologia con Diana cacciatrice  a quelle care agli dei: il cigno, il toro e l’aquila per Giove, il leone per Sansone ed Ercole. E ancora i veri mostri delle leggende: draghi, chimere, unicorni, sfingi, mostri marini, centauri e sirene.

15.10.2013 # 3315
IL GARBAGE PATCH STATE. Maria Cristina Finucci

Daria La Ragione //

Vajont, Il risveglio delle coscienze

a Venezia fino al 24 novembre 2013

Il 9 ottobre del 1963, 270 milioni di metri cubi di roccia scivolano all’interno del bacino del Vajont, causando un’enorme ondata d’acqua che uccise più di 2.000 persone dei paesi vicini alla diga.

Per l’anniversario dei cinquant’anni di questo tragico avvenimento, l’architetto Diego Morlin nei panni dell’ideatore e del curatore, sostenuto dai Comuni di Longarone, Castellavazzo, Erto e Casso e del Vajont, propone un viaggio nel tempo per non dimenticare.

Attraverso fotografie e installazioni d’arte contemporanea come “Gioventù violata” e “Giustizia negata”, Morlin esprime con il suo stile eclettico e visionario la drammaticità di una realtà in cui la logica del profitto economico prevale sulle misure dì sicurezza e, infine, sulla vita stessa.

15.10.2013 # 3313
IL GARBAGE PATCH STATE. Maria Cristina Finucci

Daria La Ragione //

Rudolf Stingel

a Venezia fino al 31 dicembre 2013

A partire del 7 aprile 2013, Palazzo Grassi presenta la mostra personale Rudolf Stingel, curata dall’artista stesso in collaborazione con Elena Geuna. Il progetto, concepito specificatamente per lo spazio architettonico de Palazzo Grassi, coinvolge atrio, primo e secondo piano, più di 5.000 metri quadri. Per la prima volta, l’intero spazio del museo è dedicato a un unico artista, sia con opere inedite sia con creazioni degli anni passati, esposte insieme a una grande installazione site-specific. L’esposizione è la più importante mostra monografica europea dedicata a Rudolf Stingel.

La mostra presenta una selezione di oltre trenta dipinti, alcuni di proprietà dell’artista, altri provenienti dalla collezione Pinault e da altre collezioni internazionali. Molti sono stati creati appositamente per questo progetto negli studi di Merano e New York. Si articola lungo tutte le sale del palazzo, su cui è stato steso - a ricoprire per la prima volta l’intera superficie sia del pavimento sia delle pareti – un tappeto stampato a motivo orientale.

15.10.2013 # 3312
IL GARBAGE PATCH STATE. Maria Cristina Finucci

Daria La Ragione //

PRIMA MATERIA - Nuova esposizione di opere della Collezione Pinault

a Venezia fino al 31 dicembre 2014

Le innovazioni artistiche dei tardi anni sessanta, espresse spesso nell’astrazione, e a volte attraverso il vuoto, avevano come sfondo le immagini esplicite e onnipresenti di guerre, proteste e rivolte sociali. Negli stessi anni nasceva una nuova visione dell’eguaglianza sociale e si prendeva coscienza di problemi come la condizione presente e futura dell’ambiente in cui viviamo. Oggi la scienza e la tecnologia ci offrono la possibilità di connetterci globalmente attraverso i social network, una quantità infinita di immagini sempre accessibili e, in prospettiva, un’aspettativa di vita più lunga e l’uso di energie rinnovabili. Eppure viviamo ancora in un clima di ansia spesso generata da avversari invisibili e astratti, come il riscaldamento globale o il terrorismo tecnologico. Siamo immersi in una cacofonia d’immagini e di suoni mediatici.

Se lo scopo della maggior parte delle opere d’arte ottocentesche era rappresentare la verità attraverso la bellezza e l’equilibrio, dalla fine del XX secolo l’arte tende invece alla conciliazione degli estremi – astrazione e surrealismo, vuoto e caos, negazione e spettacolo, alto e basso. Dal punto di vista artistico, viviamo in un’epoca di pluralismo globale. Quattro forme espressive fondamentali – pittura, scultura, installazione, performance – sono amalgamate dalla prima materia dei media intendendo con questo termine non solo la sostanza dei film o dei video o di Internet, ma mezzo di diffusione e discussione globale.

I testi alchemici medievali contengono centinaia di descrizioni e definizioni diverse della prima materia: sostanza primeva che distingue e insieme costituisce terra, aria, fuoco e acqua; sostrato informe di ogni materia, comprendente anima e corpo, sole e luna; amore e luce, immaginazione e coscienza; ma anche urina, sangue, sporcizia. È stata ricercata nel terriccio oscuro dei boschi e all’interno del corpo umano. È il caos primigenio che esiste prima del tempo e di qualunque possibilità di futuro. Occidente e Oriente insieme, è il Tao di Lao Tzu e forse, per la scienza, la materia oscura di cui è composta gran parte dell’universo. Le definizioni di questo medium che racchiude in sé tutti gli elementi variano per prospettiva culturale o identità personale. Talvolta rappresentata circolarmente come un serpente che si morde la coda, la prima materia è essenza pura, tutto e nulla, ovunque e in nessun luogo, e può assumere molteplici forme.

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