

Daria La Ragione //
FRANCO GRIGNANI - Alterazioni ottico mentali
a Milano fino al 15 marzo 2014
L’obiettivo di Cristina Quadrio Curzio e Leo Guerra, commissari delle esposizioni delle Gallerie del Credito Valtellinese, con Manuela Grignani è quello di restituire a Grignani la sua complessità d’artista. Egli si è espresso come artista, architetto, fotografo, graphic designer, art director. Ed è di tutte queste sfaccettature, che la retrospettiva intende dar conto, documentando peculiarità e competenze diverse ma tutte strettamente riconducibili alla ricerca di Grignani sulla percezione visiva, ricerca cui restò fedele per l’intera vita.
“Artista solitario eppure immerso nel mondo” lo definisce Giovanni Anceschi nell’ampio, documentatissimo saggio che accompagna la mostra. Personalità artistica complessa e magmatica, eppure matematica e scientifica.
Poliedrico quanto pochi altri: designer, scrittore, poeta, ricercatore tra psicologia e scienze esatte, ma soprattutto artista che con difficoltà è stato incasellato in movimenti e correnti che lui transitava con una originalità di pensiero che non consente oggi di “irreggimentarlo” in nessuna delle caselle dell’arte del Novecento perché le travalica tutte. La metamorfosi - afferma Anceschi - non è soltanto la cifra della produzione artistica di Grignani. Lui stesso, l’autore di tutto, è pensiero in movimento. Il suo percorso estetico, artistico, teorico (ma anche umano) è uno sviluppo prolungato, intensissimo e ficcante. È Grignani in persona che descrive se stesso quando dice: “Viaggiare veloce vuol dire non vedere con gli occhi ma pensare”.
Per il grande pubblico la figura di Grignani è riconducibile ad un marchio, quello della Pura Lana Vergine da lui creato nel 1964, forse il più noto e universale nella storia della comunicazione della seconda metà del secolo scorso. Ma quel machio, pur fortunato, è solo uno dei tanti da lui creati, frutto di una specializzazione tra le diverse di Grignani, artista ed intellettuale che non ha mai perso alcuna occasione per approfondire la percezione dell’immagine e le “regole” che ad essa sono sottese, convinto che “l’immagine raggiunge la sua dinamica unità per mezzo di vari livelli di integrazione: tensione, ritmo, armonia matematica. L’esperimento – continua Grignani - è il risultato di un conflitto fra forze esterne ed interne, fra due forze dinamiche e forze di riferimento”.