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Mostre ed eventi // Pagina 67 di 231
31.03.2014 # 3564
Brain. Il cervello istruzioni per l'uso

Daria La Ragione //

Brain. Il cervello istruzioni per l'uso

a Milano fino al 13 aprile 2014

Il visitatore sarà accompagnato alla scoperta dello stupefacente strumento che è il cervello e delle immense potenzialità e capacità che esso ci offre, da un coinvolgente allestimento sensoriale con exhibit, installazioni, giochi e filmati: un omuncolo di quasi due metri mostra quanta parte del cervello sia dedicato al senso del tatto; un’opera video multimediale in cui un cervello in resina chiara mostra le aree funzionali che si accendono nella mente di una ragazza che sostiene un provino di ballo; uno schermo dei movimenti neuronali che evidenzia le modalità di connessione e comunicazione delle cellule cerebrali tra di loro; un modello dell’area sottocorticale del cervello – la regione che include le parti più “antiche” del cervello – che illustra la modalità attraverso cui il cervello elabora il linguaggio, la memoria e il processo decisionale; e, per la prima vola in un museo, un impianto di stimolazione cerebrale profonda.

31.03.2014 # 3567
Brain. Il cervello istruzioni per l'uso

Daria La Ragione //

Regina José Galindo - ESTOY VIVA

a Milano fino al 8 giugno 2014

Regina José Galindo (Guatemala City, 1974) è tra le artiste più rappresentative del magmatico continente latinoamericano. La sua ricerca incarna la dimensione soppressa e rimossa della sofferenza, utilizzando il proprio corpo in chiave politica e polemica, alla stregua di uno strumento per riattivare i traumi del rimosso e non dimenticare le rovine della storia. Partendo dal microcosmo del suo paese, il Guatemala, attraversato da una situazione di perenne instabilità e violenza, l’artista restituisce opere scomode, spesso brutali, nelle quali il suo corpo minuto e all’apparenza fragile è esposto ad una serie di azioni pubbliche che usano lo spazio metaforico dell'arte per denunciare le implicazioni etiche legate alle ingiustizie sociali e culturali, le discriminazioni di razza e di sesso e più in generale tutti gli abusi derivanti dalle relazioni di potere che affliggono la società contemporanea.
Galindo esplora il proprio corpo, lo trasforma in strumento di rievocazione simbolica di eventi cui è sottoposto il corpo collettivo, il cosiddetto “corpo sociale”. Le sue azioni, realizzate in un’ottica di coinvolgimento totale, da un lato ribadiscono l’impegno dell’artista a materializzare attraverso la violenza e il dolore le criticità del presente, dall’altro esplicitano un senso di profonda impotenza, chiamando in causa simultaneamente i ruoli ancipiti di partecipante e spettatore.
Regina José Galindo indaga la paura, l’angoscia e le sue conseguenze, affrontandone in prima persona il rischio fisico e psicologico, spingendosi fino ai limiti dell’immaginabile. Le sue azioni radicali e drammatiche restituiscono situazioni sempre spiazzanti ed eticamente scomode, diventano strumento di denuncia teso a ridefinire, ancora una volta, i labili confini di arte e vita.
Estoy viva è articolata in cinque sezioni, intese non come monadi concettuali ma categorie permeabili ed interdipendenti tra loro: Politica, Donna, Violenza, Organico e Morte. Cinque macro emergenze tematiche, pensate per presentare un panorama aperto sull’esperienza artistico-esistenziale di Regina José Galindo ed evidenziarne i principali filoni di ricerca, assilli e motivi di continuità. Un percorso costruito attraverso cortocircuiti e slittamenti, dalle origini ad oggi, che affianca ad alcune delle sue azioni più emblematiche e conosciute, come ¿Quién puede borrar las huellas? (2003), Himenoplastia (2004), Mientras, ellos siguen libres (2007) e Caparazon (2010), opere più recenti e numerosi lavori inediti o mai esposti prima in Italia, come Marabunta e Joroba (2011), Descensión (2013) o la toccante La Verdad, (2013).

31.03.2014 # 3566
Brain. Il cervello istruzioni per l'uso

Daria La Ragione //

Klimt. Alle origini di un mito

a Milano fino al 13 luglio 2014

La mostra, organizzata dal Comune di Milano, Palazzo Reale, 24 ORE Cultura e Arthemisia Group, realizzata in collaborazione con il Museo Belvedere di Vienna e curata da Alfred Weidinger, affermato studioso di Klimt e vicedirettore del Belvedere, presenta per la prima volta a Milano alcuni dei più noti capolavori provenienti dai più importanti musei.

Proprio il Museo Belvedere, in occasione del 150° anniversario della nascita di Klimt ha organizzato nel 2012 un grande mostra che dava conto della formazione, dello sviluppo e dell’apice della carriera artistica del genio austriaco, riunendo molti lavori di Klimt tra cui 40 oli. Nella mostra milanese, aperta dal 12 marzo al 13 luglio a Palazzo Reale, ve ne saranno 20, oltre ad altri suoi lavori e di artisti a lui vicini, a cominciare dai fratelli Ernst e Georg, per un totale di oltre 100 opere.

La ricostruzione originale del “Fregio di Beethoven” – esposto nel 1902 a Palazzo della Secessione a Vienna, fondata nel 1897 – chiuderà il percorso espositivo, occupando un’intera sala e “immergendo” il visitatore nell’opera d’arte totale, massima aspirazione degli artisti della Secessione viennese e tutto il percorso espositivo si avvarrà di un allestimento che integra tematiche e opere nel contesto di arte totale proprio della movimento.

La mostra si propone dunque di indagare i rapporti familiari e affettivi di Klimt, esplorando gli inizi della sua carriera alla Scuola di Arti Applicate di Vienna e la sua grande passione per il teatro e la musica attraverso l’esposizione di opere provenienti anche da altri importanti musei, tra cui diversi capolavori come Adamo ed Eva (Adam and Eve), Giuditta II, Girasole (Sonnenblume) e Acqua mossa (Bewegtes Wasser).

31.03.2014 # 3565
Brain. Il cervello istruzioni per l'uso

Daria La Ragione //

La memoria è quello che viene prima

a Napoli fino al 8 aprile 2014

La mostra nasce dall'idea di lavorare ed interagire con lo spazio e dentro lo spazio inteso come pagina trasparente pronta ad accogliere il di-segno della realtà che ci circonda, immaginando quindi altre aree della mente e della memoria dentro le quali far vivere ogni tipo di diversità nel dialogo con il luogo prescelto.
Nell'elaborazione di questo progetto c'è ovviamente l'atmosfera delle contraddizioni esistenti che si annullano continuamente mettendo in risalto le proprie storie individuali e i propri sogni di grandezza. Oggi la produzione creativa cresce quantitativamente e qualitativamente, l'arte è legata alla percezione individuale e alla discontinuità manuale. Questo è il prodotto degli artisti e delle loro sensibilità che usano vari linguaggi per produrre segni nella modifica del concetto di comunicazione con il fine segreto di arruolare nella fascinazione del sogno lo spettatore. La consapevolezza è che l'arte, pittura o scultura che sia, si è ormai liberata da tutte le costrizioni, l'artista ha acquistato una serena mobilità che neutralizza ogni eccitazione per il puro e semplice recupero della tecnica.



31.03.2014 # 3563
Brain. Il cervello istruzioni per l'uso

Daria La Ragione //

D'après Rodin. Scultura italiana del primo Novecento

a Roma fino al 18 maggio 2014

In concomitanza con la mostra “Rodin. Il marmo, la vita” presso il Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano (18 febbraio - 25 maggio 2014), la Galleria nazionale d’arte moderna organizza una mostra incentrata sulla diffusa e trasversale influenza esercitata da Auguste Rodin sulla scultura italiana dei primi decenni del Novecento. Nel primo decennio del Novecento Rodin dominava indiscutibilmente lo scenario della scultura europea come un gigante con il quale confrontarsi, un passaggio obbligato che bisognava comunque attraversare per passare oltre. Le numerose partecipazioni di Rodin alle principali esposizioni italiane esercitarono una decisiva influenza su una generazione di scultori che avvertiva la necessità di liberarsi dalle formule abusate dell’accademismo, del naturalismo, del simbolismo. La mostra propone opere di scultori italiani in gran parte presenti nelle collezioni della Galleria nazionale d'arte moderna, fra i quali Medardo Rosso, legato allo scultore francese da sentimenti di ammirazione e conflittualità; da altre collezioni sia pubbliche che private provengono opere di artisti che hanno trovato nella plastica di Rodin un modello ispirativo che arriva fino alle soglie degli anni Quaranta. Artisti italiani come Boccioni, Rosso, Fontana, Trentacoste, Bistolfi, Andreotti, Dazzi, Quadrelli, Graziosi, Prini, Zanelli, Martini vengono chiamati a testimoniare, attraverso la mostra, l’importanza delle novità introdotte nel paesaggio artistico italiano dallo scultore francese.

24.03.2014 # 3554
Brain. Il cervello istruzioni per l'uso

Daria La Ragione //

Frida Kahlo

a Roma fino al 31 agosto 2014

Frida Kahlo la ribelle, l'ocultadora, l'ironica pasionaria dell'arte, fu il simbolo dell'avanguardia e dell'esuberanza artistica della cultura messicana del Novecento.

La mostra alle Scuderie del Quirinale, presenta l'intera carriera artistica di Frida Kahlo riunendo i capolavori assoluti delle principali collezioni, raccolte pubbliche e private, provenienti da Messico, Europa e Stati Uniti. Oltre 40 straordinari capolavori, tra cui il celeberrimo Autoritratto con collana di spine e colibrì del 1940, per la prima volta esposto in Italia, o l'Autoritratto con abito di velluto del 1926, dipinto a soli 19 anni ed eseguito per l'amato Alejandro Gòmez Arias, dove il suo collo allungato recupera l'estetica di Parmigianino e di Modigliani.

 

Una selezione di disegni completa il progetto, tra cui il Bozzetto per "Henry Ford Hospital" del 1932, il famoso corsetto in gesso che tenne Frida prigioniera negli ultimi, difficili anni della sua malattia e che l'artista decorò con una serie di simboli dipinti e, infine, alcune eccezionali fotografie, in particolare quelle realizzate da Nickolas Muray, tra cui Frida Kahlo sulla panca bianca del 1938 diventata poi una famosa copertina della rivista Vogue.

Il tema principale è, quindi, l'autorappresentazione che Frida elabora attraverso i linguaggi protagonisti delle varie epoche e che ci restituisce lo specialissimo significato che ha rappresentato nella trasmissione dei valori iconografici, psicologici e culturali. 

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