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Mostre ed eventi // Pagina 54 di 231
13.08.2014 # 3816
Aria, Semi, Terra

Daria La Ragione //

Aria, Semi, Terra

a Napoli fino al 6 settembre 2014

La materia è sempre la protagonista dei lavori di Luigi Grossi per rappresentare torsioni, equilibri, intersecazione di piani, leggerezza, movimento alludendo ai processi naturali e anche al loro trasformarsi nel tempo e nello spazio. L'occasione è un altro pretesto per sperimentare diverse tecniche coloristiche ed inedite. L'artista napoletano, con lucida consapevolezza guarda il mondo con il proprio specchio, parlando della vita e il continuo rimando a se stessa. Mettendo a nudo la materia la fa rinascere liberandola dalla sua impurità, dalle sue false dottrine, metafora di nuova speranza , di ricchezza materiale e spirituale nuova, originaria. Attraverso i suoi lavori dissacratori, rivisitati in maniera minimale, sia per quanto riguarda le immagini che i linguaggi, Grossi compie una sorta di primordiale atto creativo recuperando il formalismo dei segni  come nel caso delle  tre sculture che intendono rappresentare l'aria realizzate con dei "tagli" per  simboleggiare archetipi raffiguranti le forze dell'universo. Nella sua pittura il linguaggio è diverso da ognuna delle precedenti. Grossi, dopo le numerose serie di opere di periodi differenti come "Bianco e Nero", "One by One", "I neri", "I colori del nulla", "I volumi del nulla", "Vibrazioni materiche", "In principio era la linea", realizza altri lavori inediti come un gioco metascosmico indagando i segni dell'origine: semi  realizzati con la penna a sfera  biro, la terra con  tecnica mista  su tele monocrome. L'idea  è quella di affidare ai tre   momenti indagati, appunto, a l'anima, il corpo e il pensiero dell'uomo contemporaneo.

30.08.2014 # 3833
Aria, Semi, Terra

Daria La Ragione //

Cecilia Luci. Made in water

a Roma fino al 7 settembre 2014

Made in Water presenta 25 opere scaturite dalla più recente ricerca dell'artista romana Cecilia Luci.

 

Luci unisce un personale immaginario visivo con un uso sapiente della macchina fotografica. Dopo aver abbandonato lo studio della figura umana, l'artista ha intrapreso una ricerca mirata alla ricostruzione di paesaggi interiori attraverso la combinazione di oggetti di uso quotidiano disposti in liquidi trasparenti come l'acqua. Le geometrie astratte e le inaspettate metamorfosi che avvengono durante queste combinazioni danno vita a stranianti fotografie che fanno della trasparenza stessa una sorta di filtro psicologico e formale che ripara memorie e ricordi, spersonalizzandoli con un forte accento estetizzante.

30.08.2014 # 3832
Aria, Semi, Terra

Daria La Ragione //

Chittrovanu Mazumdar. And what is left unsaid…

a Roma fino al 20 settembre 2014

Prima personale in Italia dell’artista franco-indiano Chittrovanu Mazumdar, And what is left unsaid… è costruita sulla contrapposizione di due grandi installazioni che aprono il percorso espositivo — in cui i colori dominanti sono rispettivamente il nero dei monoliti interattivi in ferro e il rosso della seconda installazione — che si chiude quindi con una  videoinstallazione. 

 

Il titolo della mostra, And what is left unsaid…, descrive una melanconica e rassegnata presa di coscienza dell’impossibilità di esprimere se stessi fino in fondo, e rispetto alla qualele opere diventano la rappresentazione di ciò che, inespresso, riempie i nostri ricordi. Utilizzando materiali molto diversi come legno, ferro, tessuti, fiori, fotografie, video, suoni e luce, l’artista crea molteplici stimoli multisensoriali attraverso i quali egli racconta frammenti di storie, inclusa quella sua personale. Le immagini di Mazumdar conducono nel territorio ambiguo del non detto, del non manifestato, come un amore clandestino che non può essere rivelato e lascia sempre qualcosa in sospeso, latente e bloccato, nei due amanti che tornano alle proprie vite. 

 

La mostra è una sorta di viaggio visivo che ci trasporta, accompagnati da una tensione intellettuale ed estetica, tra storie private, reminiscenze visuali dell’India - con i suoi colori, i suoi suoni e le sue luci - e il patrimonio culturale occidentale dell'artista.

 

Chittrovanu Mazumdar (Parigi, 1956), vive e lavora a Calcutta. Presente sulla scena artistica indiana da circa trent’anni ha al suo attivo numerose personali a Calcutta, Mumbay, New Delhi, Dubai e Parigi. 


30.08.2014 # 3831
Aria, Semi, Terra

Daria La Ragione //

Tsibi Geva: Recent and Early Works

a Roma fino al 14 settembre 2014

La mostra al MACRO Testaccio, sostenuta dall’Ambasciata d’Israele in Italia – Ufficio Culturale e dalla Fondazione Italia-Israele per la Cultura e le Arti, prende le mosse dalla personale che l’artista ha presentato all’American University Museum di Washington nel 2013, e che andrà al Mönchehaus Museum di Goslar nel 2015 (Tsibi Geva. Paintings 2011-2013, a cura di Barry Schwabsky).

 

L’esposizione romana, a cura di Barry Schwabsky e Giorgia Calò, raccoglie circa trenta dipinti, alcuni di grandi dimensioni. Sono opere degli anni Ottanta, nonché la sua ultima produzione, a cui si affiancano una grande installazione in ferro e un graffito realizzato site specific per questa occasione. L’opera di Tsibi Geva, uno dei più importanti artisti israeliani contemporanei, amalgama motivi e immagini tratti dall’ambiente circostante, israeliano e palestinese: paesaggi, architetture e frammenti urbani.

 

Il lavoro presenta una miscela, una fusione di diverse matrici culturali, etniche e politiche che creano rapporti dialogici e contemporaneamente esprimono, in toni accesi, tensioni e conflitti profondi e cruenti.

Epicentro della mostra sono i quadri creati da Geva in questi ultimi anni. Sembrano turbini selvaggi, in cui vorticano frammenti di membra umane, scene di sesso, elementi vegetali, uccelli e pezzi di oggetti come keffiyah palestinesi e piastrelle.

“Escalation selvaggia”, così Barry Schwabsky definisce questi quadri. “La testa ci gira, sentiamo la terra tremarci sotto i piedi, il pavimento non è più un terreno stabile a cui affidarsi”. Oltre a un’angoscia esistenziale, nei dipinti è insito anche un “attacco al disegno”, una “rottura dell’ordine” e il tentativo di sconvolgere le logiche del linguaggio, dello stile e degli elementi fondamentali dell’arte figurativa. Il contrasto fra me e l’altro, che generalmente si riferisce all’arena politica, qui si traduce in una lotta interiore nell’animo dell’artista: Je est un autre, come ha scritto Rimbaud.


30.08.2014 # 3830
Aria, Semi, Terra

Daria La Ragione //

Shifting Identities

a Roma fino al 14 settembre

La mostra  Shifting Identities. Identità nell’arte contemporanea delle ultime generazioni tra Finlandia ed Estonia  raccoglie per la prima volta 21 esponenti delle ultime generazioni dell’arte estone e finlandese, accomunati da una profonda riflessione sul tema dell’identità.

Pur appartenendo a differenti aree geografiche, scandinava e baltica, gli artisti finlandesi ed estoni delle ultime generazioni hanno sviluppato punti di vista simili e complementari, condizionati da vicinanze etniche e linguistiche, e soprattutto da una storia a tratti comune che ha visto le due nazioni sottostare, seppure con diverse modalità, all’influenza dell’ex Unione Sovietica, con conseguente necessità di riaffermare e ridefinire le rispettive identità nazionali particolarmente sentita in Estonia, assoggettata a cinquant’anni di occupazione.

Mentre la questione identitaria non appare come fondamentale per l’arte finlandese del dopoguerra, fatta eccezione per il gruppo alternativo dei “Vendemmiatori” (The Harvesters) negli anni Settanta, appare invece fondamentale per gli artisti delle ultime generazioni sia in Finlandia che in Estonia.

Identità mutevoli e fluttuanti, sempre più complicate da definire in una società globalizzata che tende all'omologazione generale, sono analizzate dagli artisti da punti di vista privati e politici, sociali e antropologici, geografici e simbolici, attraverso una gamma di linguaggi espressivi che vanno dalla scultura alla fotografia e al video.

 

In mostra, nella sede del MACRO Testaccio, 21 opere realizzate dagli artisti estoni Reio Aare, Flo Kasearu, Paul Kuimet, Eva Labotkin, Tanja Muravskaja, Kristina Norman, Mark Raidpere, Eva Sepping, Liina Siib, 10x10 meters, e dagli artisti finlandesi Adel Abidin, Aino Kannisto, Riikka Kuoppala, Mikko Kuorinki, Antti Laitinen, Liisa Lounila, Nelli Palomäki, Anna Rokka, Jani Ruscica, Pia Sirén, Pilvi Takala.


30.08.2014 # 3829
Aria, Semi, Terra

Daria La Ragione //

Global exchange: astrazione geometrica dal 1950

a Roma fino al 14 settembre 2015

Il MACRO presenta un’importante collezione di opere di astrazione geometrica provenienti dal MACBA-Museo d’arte contemporanea di Buenos Aires.

 

 

Presentata al MACBA nel 2012 con il titolo Abstracción geométrica desde 1950, la mostra racchiude una selezione di cinquanta opere appartenenti alla collezione del museo. Opere che, pur mostrando le specificità legate alla diversa provenienza e al diverso approccio dei singoli artisti, rivelano nel complesso l’appartenenza al contesto più ampio del linguagio dell’astrazione geometrica, descrivendo l’evoluzione di questo movimento, in Europa e in America, negli ultimi 60 anni.

 

Come sottolineato dal curatore della mostra, Joe Houston: “Nel corso degli ultimi sessant’anni l’astrazione geometrica si è trasformata in un linguaggio formale multiforme che ha innescato un dialogo vitale tra artisti di livello internazionale. Adattata e trasformata da artisti di diverse prospettive culturali, quest’arte riconferma i concetti comuni di innovazione, progresso ed ottimismo. Tali ideali per così dire universali, oggi radicati nella storia dell’arte geometrica, continuano a motivare le nuove astrazioni contemporanee”.

 

La mostra include artisti italiani quali Marina Apollonio, Franco Grignani, Ennio Chiggio, Grazia Varisco, Manfredo Massironi e Getulio Alviani. Il Nord America è invece rappresentato da opere di Francis Hewitt, Ernst Benkert, Jorrit Tornquist, Howard Mehring, Georg Karl Phaler, Gene Davis, Paul Reed, James Hilleary, Paul Feeley, John McLaughlin, Jean Gorin e Charles Biederman. In mostra è anche una selezione di opere di artisti argentini, sia storicizzati come Manuel Espinosa, Juan Melé, Horacio Garcia Rossi, che protagonisti della scena artistica contemporanea come Fabián Burgos e Gabriela Böer.


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