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Mostre ed eventi // Pagina 49 di 231
26.10.2014 # 3895
Klein Fontana | Milano Parigi 1957-1962

Daria La Ragione //

Klein Fontana | Milano Parigi 1957-1962

a Milano fino al 15 marzo 2015

Una mostra che racconta gli universi paralleli di due protagonisti del rinnovamento artistico del XX secolo: gli incontri, le esposizioni, i progetti in Italia e in Francia

Apre al pubblico il 22 ottobre 2014 al Museo del Novecento un’esposizione dedicata alla vicenda artistica e al legame personale di Yves Klein (1928-1962) e Lucio Fontana(1899-1968) raccontata attraverso oltre 90 opere e una ricchissima documentazionedi fotografie, filmati d’epoca e carte d’archivio. 

Curata da Silvia Bignami e Giorgio Zanchetti, organizzata in collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana di Milano e con gli Archives Yves Klein di Parigi e prodotta dal Museo del Novecento con Electa, si avvale di prestiti importanti da musei italiani e stranieri

Per la prima volta il percorso espositivo nel Museo si snoda oltre lo spazio della manica lunga che ospita abitualmente le mostre temporanee, occupando alcune delle sale più rappresentative della collezione permanente: quelle già ‘fontaniane’ della Struttura al neon del 1951 e dei Concetti spaziali – riformulate in un nuovo allestimento per accogliere in uno stretto confronto visivo anche le opere di Klein – la sala video, la sala focus e gli Archivi.


16.11.2014 # 3929
Klein Fontana | Milano Parigi 1957-1962

Daria La Ragione //

LUCIO DEL PEZZO. Sagittarius

a Milano fino al 10 gennaio 2014

Dopo l’ultima mostra del 2009, La Fondazione Marconi presenta un nucleo di opere di Lucio Del Pezzo comprese tra la metà degli anni Sessanta e i primi anni Settanta. Napoletano per nascita e formazione, l’artista si trasferisce a Milano dal 1960 e partecipa al fervente clima culturale della città, per poi stabilirsi a Parigi, dove abita nel vecchio studio di Max Ernst e il suo lavoro acquista nel giro di pochi anni un respiro internazionale. Il percorso creativo di Lucio Del Pezzo si dipana dall’evoluzione della figurazione neodadaista degli esordi, intrisa di riferimenti alla cultura popolare partenopea, a una geometria razionale di sapore metafisico, dove l’essenzialità delle forme rimanda all’archetipo pur recando il segno di un’attenzione al linguaggio pop. Le opere che l’artista elabora con accenti originali e con il gusto e la manualità dell’artigiano fanno parte di un linguaggio inconfondibile in cui convivono componente ludica e spirito metafisico. Il primo piano della Fondazione sarà dedicato alla scultura componibileSagittarius con i relativi studi preparatori (1969) che richiamano il rigore e l’equilibrio propri dell’architettura per cui Del Pezzo nutre da sempre una passione. Il secondo piano invece ospiterà una selezione di lavori complementari che ben illustrano gli elementi distintivi che fanno parte del percorso artistico dell’artista e ne offrono un’interessante panoramica; dal Piccolo casellario del 1966, tecnica mista su tavola che fa presagire la graduale perdita delle due dimensioni pittoriche, al Casellario 40 elementi del 1974 con i suoi simboli solidificati che rimandano a una vita originaria, ai limiti dell’inconscio, passando attraverso la “saetta pittorica” diLes maîtres teinturiers (1966), e a quella scultorea di Arc en ciel e Zig-zag (1967), aVisual Box (1968) dove la dimensione del quadro tende sempre di più alla scultura divenendo rilievo, collage, con elementi presi dal vero e inseriti in un’atmosfera onirica carica di accenti surreali. Accanto al testo redatto da Tommaso Trini su Sagittarius per una delle prime mostre di Lucio Del Pezzo presso lo Studio Marconi (4 dicembre 1969), sarà pubblicato un nuovo scritto critico dello stesso autore nel Quaderno della Fondazione n. 16, illustrato dalle opere esposte. A completamento della mostra, loStudio Marconi ’65 espone alcuni progetti eseguiti per il Sagittarius, opere su carta, disegni e multipli compresi tra il 1966 e il 1973.


31.10.2014 # 3908
Klein Fontana | Milano Parigi 1957-1962

Daria La Ragione //

INDAGINI URBANE

a Saronno fino al 16 novembre 2014

La mostra, curata da Angela Madesani, pone a stretto confronto tre artisti profondamente diversi tra loro: Mario Sironi, Gabriele Basilico ed Elisabeth Scherffig, che hanno tuttavia indagato su tematiche affini, in particolare sulla città. Di Sironi (1885-1961), uno dei più importanti artisti della pittura italiana del XX secolo, saranno esposti dipinti e disegni, realizzati tra gli anni venti e gli anni cinquanta, che rappresentano realtà urbane periferiche, di natura industriale. La tavolozza è fredda, drammatica. L'uomo non trova spazio così come nei lavori fotografici di Gabriele Basilico (1944-2013), protagonista indiscusso della fotografia internazionale degli ultimi quarant'anni, in cui la città, con i suoi edifici e le sue strade occupa un ruolo principale. Elisabeth Scherffig, artista tedesca che da molti anni vive in Italia, esporrà alcuni lavori dal suo recente ciclo delle mappe, in cui le mappe, appunto, di diverse città sono ricostruite attraverso la sovrapposizione stratigrafica di diversi disegni su carta da lucido. In tal senso ci viene offerta una straordinaria lettura cronologica, che va in profondità, attraverso uno dei linguaggi tradizionali della storia dell'arte: il disegno.


31.10.2014 # 3907
Klein Fontana | Milano Parigi 1957-1962

Daria La Ragione //

Una solitudine troppo rumorosa

a Milano fino al 15 novembre 2014

“Una solitudine troppo rumorosa” è il titolo della mostra, a cura di Angela Madesani, che si inaugura il 25 settembre 2014 presso la Nuova Galleria Morone. Il titolo è mutuato dal capolavoro, in parte autobiografico, dello scrittore ceco Bohumil Hrabal, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita.

Tema della rassegna è la solitudine attraverso i lavori di 9 artisti italiani e stranieri. Opere di diverso genere, realizzate con linguaggi che vanno dalla fotografia al video, dall’installazione alla pittura, alla scultura.

Si potrebbe individuare il momento iniziale della mostra nei due autoritratti fotografici del franco-polacco Roman Opalka (1931-2011), che già l’anno scorso era stato protagonista di una mostra presso la galleria milanese. Si tratta di un confronto con se stessi nella solitudine della propria condizione umana, in cui è evidente la scansione ineluttabile del tempo.

Autoritratti sono anche quelli dell’americanaFrancesca Woodman (1958-1981), in cui è una concezione più drammatica, che trova una corresponsione nella sua vicenda biografica.Di Paola Risoli (1969) sono in mostra alcuni bidoni, che l’artista sventra e in cui costruisce delle scenografie di interni domestici, colti in tutta la loro angosciante solitudine. La rassegna pone una particolare attenzione nei confronti della solitudine nel paesaggio, in cui la figura umana non è compresa, che si tratti dei dipinti dai toni freddi di Pierpaolo Curti (1972), delle fotografie di ambito desertico dello spagnolo Felix Curto (1967) o dei disegni di ombre di Antonio Marchetti Lamera (1964).

Il dittico di Domenico Grenci (1981) è composto da un paesaggio desolato dai toni scuri, accanto al quale è un piccolo lavoro in cui è presente una figura umana colta di spalle. La ricerca dell’argentina Inés Fontenla (1950) è incentrata sui temi dell’ecologia, della geopolitica, anche se non mancano gli accenni a una dimensione esistenziale. L’uomo è il protagonista della grande scultura di Francesco Diluca (1979), in cui è profondo ed evidente il senso dell’assenza. Accompagnerà la mostra un catalogo con le immagini dei lavori e un testo della curatrice. 


31.10.2014 # 3906
Klein Fontana | Milano Parigi 1957-1962

Daria La Ragione //

Il Bello o il Vero. La Scultura napoletana del secondo Ottocento e del primo Novecento

a Napoli fino al 31 gennaio 2014

Il Bello o il Vero. La Scultura napoletana del secondo Ottocento e del primo Novecento  – a cura di Isabella Valente e nel contesto del Forum Delle Culture 2014 – è un viaggio unico, tra arte e tecnologia.

Il percorso espositivo sarà scandito da circa 250 opere, provenienti da musei, gallerie e collezioni private di tutta Italia, che forniranno un contributo visivo e documentario approfondito, sulla situazione della scultura partenopea tra il XIX e il XX Secolo. Un periodo decisivo per il rinnovamento del gusto, oltre i modelli neoclassici e romantici, verso il realismo e l’espressione immediata. Focalizzando l’attenzione sulla scultura napoletana, si rilevano grandi personalità, da Vincenzo Gemito a Francesco Jerace, che, con le loro opere, contribuirono a questo cambiamento di sensibilità, entrando in contatto anche con il contesto europeo.

Contestualmente, la mostra – promossa dal Comune di Napoli e dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, con il patrocinio della Regione Campania – proporrà un itinerario fruitivo dinamico, con l’ausilio di supporti tecnologici specifici, sviluppati da Databenc (Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali), che stimoleranno la conoscenza critica e la curiosità. I visitatori potranno dialogare con le opere, grazie alle tecnologie sviluppate nell’ambito dei progetti CHIS (Cultural Heritage Information System), OPS (Opere Parlanti Show), SNECS (Social Network Entità dei Centri Storici) e Muse@home,  interagendo attivamente con le informazioni e i contenuti, attraverso applicazioni per smartphone e ricostruzioni virtuali su schermi ad altissima definizione.


26.10.2014 # 3894
Klein Fontana | Milano Parigi 1957-1962

Daria La Ragione //

Gli italiani visti dalla televisione. Da Lascia o Raddoppia? a Carosello

a Rivoli fino al 16 novembre 2014

Il Castello di Rivoli apre al pubblico uno spazio dedicato al Museo della Pubblicità.

Il progetto si articola in una serie di Percorsi dedicati ad approfondimenti dei linguaggi contemporanei che, con le loro interazioni, hanno determinato e determinano la nascita e lo sviluppo di processi sociali e culturali, in particolare delle tendenze delle arti visive.


Il primo Percorso è dedicato agli anni Cinquanta – Settanta.

Per il nostro Paese sono gli anni della rinascita e della scoperta della televisione ancora caratterizzata da un linguaggio ingenuo o derivato dal teatro e dal cinema. Sono gli anni dei giochi a premi, degli sceneggiati televisivi e del caso, unico al mondo, della pubblicità all’italiana: Carosello, l’appuntamento televisivo preferito dagli italiani.

Il percorso espositivo, che si snoda attraverso quattro sale al secondo piano della Manica Lunga, permetterà al visitatore di assistere a proiezioni tramite un’installazione multimediale e consultare i materiali storici da postazioni informatiche, così come vedere trasmissioni televisive e film secondo una programmazione stabilita.

L’installazione multimediale basata su un’alternanza dinamica di filmati d’epoca e interventi di esperti immergerà lo spettatore nell’atmosfera della ricostruzione, del boom economico, della Contestazione e degli anni Settanta. Eventi straordinari come le Olimpiadi di Roma e lo sbarco sulla Luna accompagnano la vita sociale degli italiani, diventandone i miti accanto a quelli quotidiani come la Fiat 500, le vacanze e i primi Caroselli.

Peppino Ortoleva, storico dei media, Ugo Volli semiologo, Bruno Gambarotta conduttore radio-tv e scrittore e Massimo Melotti critico d’arte e sociologo, sono gli autori degli approfondimenti che – precedendo ogni serie di “schegge” – mettono in luce le specificità di quegli anni. Una particolare sezione sarà dedicata all’evoluzione del rapporto tra creatività e arti visive.

 

Un tavolo touch-screen permetterà inoltre la visione di manifesti riguardanti sia le campagne pubblicitarie e politiche, sia le elezioni del dopoguerra.

Alcune postazioni informatiche consentiranno invece di visionare una selezione dei circa 2.000 Caroselli, tratti dall’archivio Sipra-Rai, che fanno parte della collezione del Museo della Pubblicità. Si potranno in tal modo rivivere i grandi miti pubblicitari interpretati da attori quali Bramieri, Tognazzi, Calindri, Peppino De Filippo; i cartoni animati Carmencita e Caballero creati da Armando Testa e la celebre Linea creata da Osvaldo Cavandoli per Lagostina, sino a giungere alle realizzazioni pubblicitarie d’atmosfera degli anni Settanta.

Nella Biblioteca del museo, dove sono raccolti circa 40.000 volumi d’arte contemporanea tra edizioni critiche e cataloghi, il visitatore potrà approfondire i linguaggi artistici tra arte e pubblicità.

Una programmazione di film e video proiettati nella sala convegni racconterà la società del tempo come l’Italia preindustriale in Viaggio nella valle del Podi Mario Soldati; l’immigrazione, con il film 1960 di Gabriele Salvatores; il Paese che cambia in Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini; il boom dei consumi raccontati da Gente del boom, da La storia siamo noi di Giovanni Minoli ma anche da Carosello, che passione! di Luciano Emmer, e il Dossierdi Ezio Zefferi, C’era una volta Carosello.


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