Questa mostra, dedicata a Lucio Amelio (1931-1994) in occasione dei vent’anni dalla sua scomparsa e organizzata in collaborazione con l’Archivio Amelio, ripercorre la storia di uno degli indiscutibili protagonisti della storia dell’arte contemporanea, che ha contribuito a rendere Napoli uno dei centri più importanti della produzione e della riflessione artistica degli ultimi decenni a livello nazionale e internazionale. Ma è anche la storia dei tanti artisti, collaboratori e compagni di strada che hanno condiviso la loro ricerca con Amelio. Ed è, in qualche modo, anche la storia che conduce, oggi, all’esistenza di un museo come il Madre.
Nel 1965 l’apertura a Parco Margherita di una galleria dedicata ai linguaggi e alle pratiche artistiche più sperimentali, quale fu appunto la Modern Art Agency di Lucio Amelio, concorse ad una radicale trasformazione del dibattito artistico allora in corso, in un contesto un cui erano attive gallerie come Il Centro (animato da Renato Bacarelli e Dina Carola), critici e curatori quali, fra gli altri, Filiberto Menna, Germano Celant, Achille Bonito Oliva, e figure di mecenati e collezionisti quali, in quegli anni, Vittorio Baratti, Peppino Di Bennardo, Renato e Liliana Esposito, Graziella Lonardi Buontempo, Giuseppe Morra, Pasquale Trisorio o Marcello e Lia Rumma, promotori questi ultimi di un evento straordinario quale fu, nelle sue tre edizioni (1966-68), la Rassegna di Amalfi, conclusasi nel 1968 con la tre giorni di Arte povera più azioni povere a cura di Germano Celant. Un discorso questo che, nell’attività di Amelio, si articolerà, lungo tutti gli anni Settanta, attraverso la produzione di progetti di arte pubblica, il sostegno a grandi mostre istituzionali, fra cui quelle a Villa Pignatelli e alla Reggia di Capodimonte, un’intensa attività editoriale e l’organizzazione di mostre personali e collettive spesso pionieristiche e seminali che segnarono, tra l’altro, l’affermazione dell’Arte Povera e della Transavanguardia e approfondirono le relazioni fra arte americana ed europea (esemplarmente rappresentate, nel programma della galleria, dal rapporto fra due artisti come Andy Warhol e Joseph Beuys), delineando una ricerca che spaziò dalle pratiche concettuali a quelle performative, dalla fotografia al cinema e al teatro, dalla letteratura al suono.
Senza dimenticare l’attenzione costante alla scena artistica napoletana e alla “Nuova Creatività nel Mezzogiorno”, alle pratiche del femminismo e alle definizioni di genere, fino al dibattito critico intorno al ruolo dell’istituzione artistica, segnato dall’attività, fra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, della Galleria Inesistente, fondata nel 1969 e che in varie occasioni intrecciò la sua storia anche con quella della galleria Amelio, divenuta ormai simbolo di un sistema dell’arte contemporanea che, proprio allora, gettava le sue basi a Napoli. L’istituzione, il 20 novembre del 1982, della Fondazione Amelio (da parte di Amelio con le sorelle Anna, Lina e Giuliana), segnerà la genesi di un altro capitolo fondamentale di questa storia, al contempo artistica e istituzionale, ovvero quello del progetto Terrae Motus: una collezione in progress concepita per stimolare la reazione da parte di alcuni dei più importanti artisti dell’epoca ad un evento devastante quale fu il terremoto dell’Irpinia (23 novembre 1980). Terrae Motus confermò quell’implicazione attiva e diretta dell’arte nel contesto sociale, civile e culturale sempre ricercata da Amelio che non a caso, verso la fine della sua attività, concepì, intorno alla collezione Terrae Motus, ora esposta alla Reggia di Caserta e ideale continuazione di questa mostra, un museo vero e proprio ubicato in un’ala dell’antico complesso conventuale di Santa Lucia al Monte e dotato, oltre che di una sua collezione, di sale espositive, spazi per residenze ed attività educative, laboratori, una biblioteca. I progetti di questo museo “immaginato” da Lucio Amelio per Napoli aprono e chiudono simbolicamente la mostra al Madre, insieme alla raccolta di tutti gli inviti, dalla Modern Art Agency alla Galleria Lucio Amelio. Figura di primaria importanza nella scena artistica napoletana, nazionale e internazionale, Lucio Amelio è quindi una fonte di grande ispirazione ancora oggi, nella sua costante ricerca di una stringente implicazione fra arte e comunità a cui oggi anche un museo come il Madre deve, in parte, la sua stessa ragion d’essere quale consapevole e responsabile testimone di questa eredità intellettuale ed istituzionale.
