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Mostre ed eventi // Pagina 112 di 230
29.11.2012 # 2786

Daria La Ragione //

L'Italia al casello

a Milano fino al 6 gennaio 2013

Trenta foto dall’archivio TCI per raccontare  le nostre autostrade

Com’è cambiata l’Italia con l’avvento dell’autostrada?

La Milano-Laghi, considerata la prima autostrada al mondo, fu ideata e realizzata dall’ingegner Piero Puricelli negli anni Venti del secolo scorso anche grazie al sostegno del Touring Club Italiano. Con una straordinaria intuizione si destinava alle automobili uno spazio riservato ed esclusivo per viaggiare più velocemente, senza pericolo di investire pedoni, ciclisti e altri veicoli trainati da animali.

Negli anni Cinquanta e Sessanta, sotto la spinta potente della ricostruzione e del boom economico, avviene un radicale cambiamento nel paesaggio, nell’economia e nella cultura del nostro Paese.

In questo clima inizia la costruzione di una grande arteria di collegamento tra nord e sud, la Milano-Roma-Napoli. Di seguito aprono i cantieri di nuove autostrade: la Milano-Torino, la Milano-Venezia, l’Adriatica e la Salerno-Reggio Calabria. Contemporaneamente si realizzano, e ad esse si collegano, i principali trafori alpini che facilitano gli scambi con l’Europa. Tutto questo contribuirà allo sviluppo della motorizzazione e di conseguenza anche del turismo.

In occasione della grande mostra sulle infrastrutture, da poco inaugurata in Triennale, dall’Archivio fotografico del Touring sono state tratte 30 fotografie vintage, che costituiscono una testimonianza di queste trasformazioni e  possono offrire uno spunto per diversi e proficui percorsi di ricerca. Su questi (costruzioni, lavoro, trasporti, ambiente, costume) e altri temi, l’Archivio TCI conserva  migliaia di fotografie che sono state in parte pubblicate a corredo di articoli, guide, volumi e manuali supportati da una produzione cartografica di alto livello. Forte della sua tradizione associativa, il Touring da più di cento anni non fa mancare strumenti e idee aggiornate che da sempre costituiscono un servizio  insostituibile per i viaggiatori.


29.11.2012 # 2785

Daria La Ragione //

David Claerbout

a Rovereto fino al 13 gennaio

Questa mostra, a cura di Saretto Cincinelli, propone al pubblico italiano David Claerbout, uno degli artisti più innovativi tra coloro che, nel panorama internazionale, lavorano con le immagini in movimento, e la cui ricerca negli ultimi anni è stata al centro di importanti personali (Centre Pompidou, Parigi, 2007; De Pont Museum for Contemporary Art, Paesi Bassi, 2009; Wiells, Bruxelles; San Francisco Museum of Art, 2011; Secession, Vienna; Parasol unit foundation for contemporary Art, Londra, 2012) e di mostre internazionali che hanno tematizzato l’interesse degli artisti contemporanei per la dimensione temporale di cinema e video.


Realizzata in stretta collaborazione con l’artista, la mostra offre, per la prima volta nel nostro paese, un’importante panoramica delle videoinstallazioni di Claerbout, opere che indagano lo statuto dell’immagine nella sua duplice natura di immagine-tempo e immagine-movimento.


L’intento del Mart è quello di introdurre il pubblico italiano ad una ricerca che permetta di capire come l’utilizzo del digitale, in chiave non meramente spettacolare, abbia aperto nuovi orizzonti percettivi, estetici e concettuali alla visione contemporanea.
Claerbout mette in mostra non il tempo nell'immagine, ma piuttosto il "tempo dell'immagine". L'artista ci mette letteralmente di fronte alla materia della percezione, e ciò genera una pluralità di paradossi che turbano la normale visione dello spettatore, invitandolo ad “aprire lo sguardo”.

29.11.2012 # 2784

Daria La Ragione //

Un altro tempo. Tra Decadentismo e Modern style

a Rovereto fino al 13 gennaio

“Un altro tempo. Tra Decadentismo e Modern Style”, dal 22 settembre 2012 al 13 gennaio 2013. Attraverso un centinaio di opere bizzarre e audaci, l’esposizione mette in luce uno dei più interessanti fenomeni artistici e culturali del Novecento.

“Un altro tempo” è composta da sculture, dipinti e disegni, ma anche da oggetti d’uso, grafica editoriale, libri, fotografie e arredi. Sono oggetti quasi del tutto sconosciuti fuori dall’Inghilterra, e soprattutto esposti ora per la prima volta.
L’interesse di queste opere non sta solo nel loro valore artistico, ma anche nella capacità di evocare emozioni e sensazioni che appartengono appunto a “un altro tempo”: sono oggetti unici, spesso eccentrici rispetto ai canoni delle arti figurative. Vederli riuniti in un percorso espositivo offre al visitatore l’occasione per una rivelazione appassionante. “Una mostra non si fa solo per guardare e vedere ma anche per sapere” scrive Lea Vergine: l’ambizione di

“Un altro tempo” è quella di portare a conoscenza del pubblico un mondo mai considerato dalla storia dell’arte, ed oggi in parte scomparso, in cui le connessioni tra gli artisti sono spesso sorprendenti.


27.11.2012 # 2778

Daria La Ragione //

I colori del tempo

a Pavia fino al 31 gennaio 2013

Mostra didattica sull’arte del ’900. Artisti, stili, movimenti che hanno rappresentato la società nel mondo dell’arte moderna e contemporanea.
Un percorso attraverso oltre un secolo d’arte: oltre 100 maestri con 138 opere rappresentanti uno spaccato di vita mondiale.
La mostra si rivolge principalmente ad un pubblico eterogeneo, desideroso di approfondire, tramite un nuovo concetto di diffusione culturale-didattica, in chiave tradizionale e web-performativa, la storia dell’arte moderna e contemporanea ed il relativo rapporto fra arte e società, particolarmente importante per la crescita personale e sociale dell’individuo; ciò a riprova del fatto che oltre il 70% del patrimonio culturale mondiale è afferibile all’Italia e che anche il suddetto incipit genetico novecentista e contemporaneo necessita, direi obbligatoriamente, di un’adeguata veicolazione e conseguente presa di coscienza nazionale. Lo scopo è, in sintesi, quello di fornire un contributo alla futura società della conoscenza, attraverso la valorizzazione di quell’inestimabile patrimonio conoscitivo e valoriale correlato al nostro Paese, giungendo così a creare un capitale sociale condiviso da tutti, in quanto la cultura è patrimonio di tutti e da tutti deve essere amata e rispettata.

Il dispositivo artistico-didattico utilizzato per agevolare la comprensione del percorso espositivo è, come vedremo in seguito, il “Diagramma di Barr” che riconduce i vari movimenti/correnti dei primi 35 anni del Novecento (le cosiddette avanguardie storiche) in una sorta di mappa topografica dell’arte improntata secondo due linee tendenziali: la “Non Geometrical Abstract Art” (o Arte Astratta Non Geometrica) e la “Geometrical Abstract Art” (o Arte Astratta Geometrica). Il suddetto metodo di interpretazione artistica novecentista è stato poi ulteriormente perfezionato ed integrato, nel corso degli anni, dal Sottoscritto inserendo i movimenti assenti nello schema originario di Barr (quali, ad esempio, la Metafisica, l’Astrattismo ed il Concretismo) ed andando quindi ad estendere lo stesso dal 1935 ai giorni nostri addivenendo così all’ormai consolidato schema denominato “Diagramma di Barr-Allegrini”.

Altro elemento rappresentativo della presente mostra consiste in un sensibile contenimento dei costi d’impresa, derivato principalmente da un’oculatissima attenzione ed ottimizzazione delle singole voci di spesa e dalla piena condivisione e partecipazione di questo modo di fare arte da parte di numerosi soggetti privati (organizzazioni ONLUS filantropiche e culturali, istituti di credito, aziende del Nord Italia: dalla Lombardia al Veneto, dalla Liguria all’Emilia) i quali hanno fornito un proprio contributo finanziario e/o materiale, contenuto in termini di valori assoluti, così come richiesto dagli stessi organizzatori che hanno volutamente tenuto conto del periodo di austerità economica in cui versa il Paese, ma che hanno consentito, stante l’elevata adesione e partecipazione numerica, di traguardare l’obiettivo prefissato.

27.11.2012 # 2777

Daria La Ragione //

William Kentridge. Vertical Thinking

a Roma fino al 3 marzo 2013

La mostra Vertical Thinking ruota attorno all’installazione the Refusal of Time, prodotta in occasione di Documenta 13 di Kassel e ospitata in prima nazionale al MAXXI.

Ripensata per gli spazi della Galleria 5 del museo, l’installazione – forte, avvolgente, suggestiva – è un’esplosione di musica, immagini, ombre cinesi con al centro una macchina pulsante di leonardesca memoria.
The Refusal of Time nasce da una riflessione pluriennale sul concetto di tempo, sviluppata da William Kentridge insieme con il fisico e storico della scienza Peter L. Gallison ed è stato realizzato in collaborazione con il compositore Philip Miller e con Catherine Meyburgh per l’elaborazione video e l’editing. Dada Masilo ha lavorato alle coreografie.
Al centro dell’installazione una macchina di leonardesca memoria, in stretto dialogo con altre sculture: ruote di bicicletta, megafoni cilindrici e altri strumenti, tutti orchestrati da giganti metronomi proiettati sulle pareti.

In questo lavoro, in dialogo con le diverse opere provenienti dalla collezione del MAXXI, lo spettatore è completamente immerso nel racconto, al momento stesso epico e fiabesco, cosmico e terrestre.

La narrazione è una danza fatte di ombre in movimento, in cui lo stesso artista appare e scompare attraversando lo spazio di immaginarie carte geografiche. L’opera propone così una riflessione universale sul tempo, che si rifrange nell’attraversamento dei luoghi e nella vita degli individui, seguendo i vari fusi terrestri, dalle albe ai tramonti, fino a ricomporsi in un tutto cosmico.

Vertical Thinking fa parte del progetto KENTRIDGE A ROMA, realizzato in sinergia da tre prestigiose istituzioni – MAXXI, Fondazione Romaeuropa, Teatro di Roma – per rendere omaggio al grande artista e creare una straordinaria occasione per conoscere la sua opera inconfondibile, complessa, originale.
Oltre alla mostra al MAXXI, il progetto prevede il debutto in prima italiana dello spettacolo Refuse the Hour, al Teatro Argentina dal 15 al 18 Novembre nell’ambito del Romaeuropa Festival 2012 in coproduzione con Teatro di Roma. Un’“opera da camera” con stravaganti macchinerie e la presenza in scena dello stesso artista.
www.romaeuropa.net – www.teatrodiroma.net

William Kenntridge, Phillip Miller, Catherine Meyburgh: The Refusal of Time, 2012, 5-channel projections with megaphones and a breathing machine (elephant), c. 24 min.; Commissioned by dOCUMENTA (13), produced by Marian Goodman Gallery, New York, Paris; Lia Rumma Gallery, Naples, Milan; Goodman Gallery, South Africa with the support of Dr. Naomi Milgrom AO, Australia. Photo: Henrik Stromberg.


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