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Mostre ed eventi // Pagina 149 di 231
09.01.2011 # 1842

Ilas Web Editor //

Milano
Immagini inquietanti
/ Disquieting images

09/01/2011

L’arte è anche far vedere ciò che non si vuol vedere. Costringere l’osservatore a buttare un occhio su una realtà censurata, nascosta, ma reale. L’arte non è solo trasfigurazione della realtà, onirismo, simbolismo, surrealismo o iperrealismo. L’arte è comunicazione, espressione anche di un’idea, attraverso un’immagine, ad esempio. Come accade in questa mostra “spiazzante”, in cui sono raccolte una serie di immagini inquietanti che sono sempre state accompagnate da discussioni e censure dal primo ‘900. Inquinamento, sesso, AIDS, mafia, sadomasochismo, guerra, droga, travestitismo, violenza sugli animali, sfruttamento della natura e dell’essere umano; e ancora, immagini di erotismo, malattie terminali, immagini di diversità sociale, di emarginazione, immagini che raccontano di condizioni psicologiche fisiche e sessuali cui viene affiancato, alla Triennale di Milano, un percorso di incontri e convegni basati sia sulla fotografia che sulle arti. In mostra: Julio Cesar Aguilar Fuentes, Diane Arbus, Letizia Battaglia, Nina Berman, Elena Dorfman, Donna Ferrato, Nan Goldin, Philip Jones Griffiths, Pieter Hugo, Alfredo Jaar, Yoshiyuki Kohei, Sally Mann, Robert Mapplethorpe, Mary Ellen Mark, Richard Misrach, James Nachtwey , Michael Nichols, Paolo Pellegrin, Gilles Peress, Eugene Richards, Lise Sarfati, Stephanie Sinclair, Brian Weil, Zalmai.



09.01.2011 # 1808

Ilas Web Editor //

Murcia | Manifesta 8



Fino al 09/01/2011

Una biennale”nomade”, itinerante. Ogni anno, una diversa location, che culmina in una mostra di almeno tre mesi. Quest’anno tocca a Murcia, in Spagna e si basa in maniera particolare sul dialogo con l’Africa settentrionale, del resto non molto lontana da qui. Perché Manifesta si sposta continuamente? Per non “fossilizzarsi” nei centri spesso visti come dominanti, cercando di reinventare una”mappatura” diversa di una nuova “topografia culturale”. In ogni biennale di Manifesta c’è un dibattito aperto sugli sviluppi emergenti dell’arte contemporanea, sulle tendenze e gli imput in ambito europeo. Manifesta non è solo expò, ma anche dibattiti, seminari, convegni costruttivi, con al centro il desiderio di esplorare il territorio ospitante dal punto di vista anche psicologico, rafforzando i contatti tra produzione artistica e territorio geografico. Il valore di Manifesta vede ogni anno la partecipazione di artisti, professionisti, tirocinanti, curatori da 40 paesi diversi e con la prospettiva di aprirsi, nei prossimi anni, anche a 30 paesi in cui in un futuro prevedibile l’Europa potrebbe espandersi. Manifesta è coglierne la società che cambia, insomma, nel suo divenire artistico e paneuropeo. Prima di Murcia Manifesta è stata a Rotterdam (1996), Lussemburgo (1998), Lubiana(2000), Francoforte (2002), San Sebastian (2004), Nicosia (2006 - annullato), Trentino-Alto Adige (2008).

09.01.2011 # 1789

Ilas Web Editor //

Venezia | Tony Cragg. In 4D dal fluire alla stabilità


Fino al 09/01/2011

Tony Cragg, artista inglese classe 1949 è, nel panorama contemporaneo, uno dei più grandi esponenti della scultura britannica, autore di opere versatili, partito dal Minimalismo e approdato alla sperimentazione delle volumetrie, del movimento. Cragg sfida la staticità della scultura, attraverso dinamismi, contrasti, metamorfosi continue ed enigmatiche della materia nel senso del suo volume. Il bello che è approdato a questo partendo da un discorso bidimensionale, in cui metteva insieme una serie di materiali sul pavimento o sulle pareti. Già questo avrebbe potuto far presagire i futuri sviluppi plastici dell’artista, improntati alla decostruzione di figure statiche, tridimensionali in rapporto tra loro e tra lo spazio circostante, in 4D, appunto. Cragg, realizza le sue sculture come fossero elementi matrici fluidi, in movimento. In realtà, si tratta di opere che, pur non appartenendo al mondo reale e non imitandolo, trasmettono “informazioni e sensazioni sul mondo ”in una forma solida, che sembra liquida, in continua metamorfosi o disfacimento. La mostra ospitata presso il museo cà Pesaro di Venezia è stata per la maggior parte concepita appositamente per questi spazi, in un percorso che si snoda lungo i tre piani di Ca’ Pesaro, corte esterna, androne, salette al piano terra, scalone monumentale, secondo piano e facciata sul Canal Grande. In tutto, circa 40 opere realizzate in vetro, bronzo, acciaio, plastica, legno, pietra e una ventina di disegni, bozzetti preparatori e acquerelli che testimoniano della sua produzione artistica dagli anni ’80 ad oggi. Al centro della sua opera vi è io concetto che “la creazione di oggetti e di immagini che non esistono nel mondo naturale o funzionale ma che possano riflettere e trasmettere informazioni e sensazioni sul mondo e sulla [sua] stessa esistenza” (Tony Cragg, 1985). Questo lo spinge verso lo studio di tutti i possibili cambiamenti delle forme fondamentali per far emergere una spiritualità intrinseca alla materia in “alternativa all’osservazione della natura” e “alla percezione dell’ottusa nostra realtà, soggetta solo alle leggi dell’utile” (Tony Cragg, 2005).

09.01.2011 # 1786

Ilas Web Editor //

New York | Seductive Subversion: Women Pop Artists, 1958–1968

Fino al 09/01/2011

Al Brooklyn Museum di New York in scena l'esuberante, sensuale e psichedelica pop art vista dal punto di vista femminile: una grande mostra che omaggia 20 artiste tra le più significative del panorama internazionale della Pop art. Non più un'arte strettamente maschile, limitata ad un ristretto gruppo di artisti( uomini) anglo americani, ma interpretata e creata anche da artiste donne, rivalutate, che hanno ridisegnato ed ampliato le sue forme espressive e i suoi limiti temporali. La maggior parte, vissute nel periodo del boom economico di New York, attingevano dalla società dei costumi, ruotavano intorno alla cerchia di Oldenburg, Warhol e gli altri. Il quotidiano era la loro principale fonte d'ispirazione, il "floklore cosmopolita", espresso e declinato attraverso video, collage, scultura, pittura e fotografia. C'è di tutto in questa pop art "al femminile": l'erotismo e la sensualità, le icone familiari, i cartelloni pubblicitari, i simboli del consumismo, tv e vita quotidiana permeata da colori luminosi, immagini senza ombre, piatte e stilizzate, come viene stilizzato l'eros femminile, presentato "in pezzi", allo sguardo del fruitore. Il tocco femminile è un plus, anche se è riduttivo, come sempre, parlare di Pop art femminile, arte femminile, visione al femminile. Ma tant'è, e va benissimo, dal momento che il risultato è strepitoso, sorprendente, bello, fantasioso, allegro. Da citare, una su tutte, Niki de Saint Phalle, ex modella, bellissima, artista originale e sopra le righe, creatrice di un mondo colorato, sinuoso, unico, straordinario, eppure "così femminile" come un atto di procreazione pura, legata alla terra madre. Partecipano, tra gli altri, Chryssa, Rosalyn Drexler, Marisol, Yayoi Kusama, Jann Haworth, Vija Celmins, Lee Lozano, Marjorie Strider, Idelle Weber, e Joyce Wieland. Progetto sostenuto anche dalla Andy Warhol Foundation for the Visual Arts.

09.01.2011 # 1783

Ilas Web Editor //

Copenaghen | Anselm Kiefer

Fino al 09/01/2011

Quarant’anni di Kiefer rivivono al Lousiana Museum of Modern art di Copenaghen, che rende omaggio al più celebre pittore tedesco del dopoguerra con una grande retrospettiva. Kiefer ( class 1945), assieme a Polke, Richte e Baselitz, chiamati la “banda dei quattro”, reinventò e reinterpretò l’arte tedesca, partendo dal mito e destrutturandolo. Si esplora il percorso dell’artista attraverso 90 opere, dal 1969 ad oggi, divise in 5 grandi blocchi: Nuovi lavori, Iconoclastia, Paesaggi come miti, Tempo del mondo tempo della vita e Libro. In questo modo i curatori del Louisiana ricostruiscono la genesi artistica di Kiefer, in una mostra completa ed esaustiva, imperdibile per chi voglia avere un quadro più completo del grande artista tedesco. Al centro, i paesaggi di dimensioni enormi, titaniche, luoghi “devastati”, paesaggi umani e dell’umano sentire, drammatico e intriso di senso di colpa per quel passato nazista, in cui si aderiva a e basta alla gioventù hitleriana. Ma, prima ancora, il mito,la religione, l’originaria dimensione simbolica dell’essere, poi i cieli e le costellazioni in un rapido divenire verso l’infinito. In più , nel cinema del museo verrà proiettato il film “Over Your Cities Grass Will Grow” di Sophie Fiennes dedicato a Kiefer, presentato anche al festival di Cannes. Il film documenta Kiefer durante il suo processo di lavoro e può essere vissuto e interpretato come un viaggio personale nell'universo che Kiefer ha costruito a partire dal 2000 sulle montagne nel sud della Francia.

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