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21.07.2016 # 4597
Campagne sociali: te lo dò io l'handicap

Daria La Ragione //

Campagne sociali: te lo dò io l'handicap

Blog! di Daria La Ragione

Questa settimana sono uscite tre campagne di cui vale la pena parlare.

Si tratta di campagne che affronta il tema delicato della disabilità con uno sprint diverso.

La prima è brasiliana, per l’Associação de Assistência à Criança Deficiente, che si prende cura di bambini che hanno importanti deficit motori.

L’obiettivo della campagna è raccogliere fondi, ma non ci sono patetismi: si chiama The fantastic problem solving machine e racconta di un gruppo di persone cui è stato chiesto di raccontare quale fosse il problema che li angosciava al momento.

Invitati a entrare in questa specie di macchina per fototessere, si sono ritrovati davanti bambini con gravi problemi e difficoltà che li hanno invitati a non abbattersi, non intristirsi e a comprendere che ogni problema si può affrontare con ottimismo e la giusta attitudine.

E infine: ora che vi abbiamo aiutato con i vostri problemi, perché non provate a ricambiare?

Bella, semplice, diretta.


Advertising Agency: Z+, Sao Paulo, Brazil

Creative Director / Copywriter: Fernando Rodrigues

Art Director: Caio Grafietti


 



La seconda è inglese, per l’associazione Duchenne Uk, che si occupa di aiutare i malati e sostenere la ricerca sul DMD (Duchenne Muscular Dystrophy), malattia che colpisce i muscoli, soprattutto di giovani maschi, portandoli alla marte entro i 20 anni.

La campagna è in due fasi: un video virale, diffuso sui social media e social network, in cui sportivi e performers sono stati chiamati a registrare video di grandi prestazioni fisiche, al termine di questo video gli stessi protagonisti invitano a scoprire #theworldsstrongestboys, cioè chi sono i ragazzi più forti del mondo; arrivati sul sito, si scopre chi sono davvero, ragazzi colpiti da questa malattia, che conosco la propria aspettativa di vita, sanno che avranno sempre meno forza per correre, giocare, camminare, respirare, eppure convivono con questa consapevolezza ogni giorno, tra questi Alex, il giovanissimo protagonista del secondo video, che cammina da solo, di sera, in uno stadio, e un certo punto fa la cosa più coraggiosa che un ragazzino con il suo problema possa fare: corre, ce la mette tutta e corre.

Perché è il ragazzino più forte del mondo, può portare sulle spalle il peso di una diagnosi senza soluzione e correre, sorridere, andare avanti.

Emozionante e bellissima.


 


 



La terza non è una campagna sociale, ma parla, ancora una volta, di disabilità: il cliente è Channel4, il canale inglese che coprirà le olimpiadi, l’agenzia è l’interna 4Creative e il tono di comunicazione è ironico, divertente, intelligente.

Si tratta di una catena di commercial che negli anni hanno raccontato la disabilità e lo sport per Channel4, sempre con questo taglio, riprendendo nel tempo il concetto base: We are the Superhumans. Questa volta siamo a ridosso delle Paralimpiadi, e la disabilità viene raccontata come una storia di superpoteri, di persone che riescono a fare cose incredibili con grinta, determinazione e coraggio.

Un’ispirazione.


 


Cosa accomuna queste campagne? Il rovesciamento del luogo comune per cui consideriamo malate, deficitarie, handicappate alcune persone, concentrandoci su ciò che non riescono a fare: qui la prospettiva viene rovesciata, il focus è sulle straordinarie cose che invece possono raggiungere, su un concetto di forza meno banale e ovvio, non solo fisica, ma mentale e motivazionale. 

Due campagne sociali e un commercial per un evento, che spostano l’asticella un po’ più in alto, aprendo una strada che non dovrebbe essere ignorata da chi verrà dopo.

29.07.2016 # 4620
Campagne sociali: te lo dò io l'handicap

Daria La Ragione //

La birra Tuborg raccontata in nove deliranti pubblicità

Blog! di Daria La Ragione

La birra Tuborg è analcolica, basta già questo a far capire come sia presa poco sul serio. Se fate una ricerca su Google vi accorgerete che ci sono 93.000 risultati per la query “birra tuborg”, per “birra peroni” 279.000 e per “birra heineken” ce ne sono 438.000.

Forse nell’agenzia belga Happiness qualcuno deve aver pensato: sai cosa? se non ci prendono sul serio gli altri, perché dovremmo farlo noi?!

Io ho provato a immaginare il brainstorming, quella riunione in cui i creativi buttano fuori qualunque assurdità venga in mente, sperando che prima o poi arrivi un’idea vincente.

Quando funziona, c’è un momento in cui le idee fioccano, è un momento divertente, in cui “e se facessimo” è la frase più usata. In genere si salvano un paio di proposte, il resto viene conservato nei cassetti della memoria, quelli con l’etichetta “non si sa mai”.


Questa volta, passato il momento di grande estro, uno più folle degli altri deve aver proposto: e se le realizzassimo tutte?

Risultato: nove commercial. Nove momenti di follia che è difficile catalogare, perché non è una multisoggetto, visto che non c’è un format comunque; non è nemmeno una storia che si sviluppa nel tempo, perché sono usciti in contemporanea, tutti quanti.

È una cosa nuova, diversa e abbastanza folle da catturare l’attenzione e restare impressa.

Your choice of fan: significa scegli come vuoi divertirti e ha un doppio significato. Quello più ovvio riguarda la possibilità di guardare la pubblicità, tra le nove, che più ti si addice; magari preferisci partecipare a un concorso di nudo artistico, (disegnando, mi raccomando, non devi spogliarti); oppure sei un tipo old fashion, a te le cose piace toccarle, in tal caso puoi chiedere che ti venga spedito a casa un campione di pubblicità da toccare. E così via, ci siamo capiti.

Il secondo significato è più mascherato: non hai bisogno di alcol per divertirti, puoi scegliere quello che ti pare, che ti fa stare bene, e puoi essere chi ti pare, anche ridicolo, come questa birra Tuborg che non si prende sul serio.


Advertising Agency: Happiness, Brussels, Belgium

Creative Directors: Philippe Fass, Pieter Claeys

Art Director: Tim Schoenmaeckers

Copywriter: Niels Sienaert

 

21.07.2016 # 4596
Campagne sociali: te lo dò io l'handicap

Daria La Ragione //

Cara sveglia: non sei tu, sono io

Blog! di Daria La Ragione

Prima di tutto una confessione: io adoro la Corona

Non sarà una birra per intenditori, non lo metto in dubbio. C’è una lunga fila di spocchiosetti che la definiscono “una birra da donna”. E se fosse? Siamo un target bello ampio e la spesa, per lo più, la facciamo noi! 

Dicevo a me piace molto, perché è leggera, ha un buon sapore e perché mi piace il sale intorno sul collo della bottiglia.

A riprova di quanto dico spesso a lezione, non sono questi i motivi principali per cui la bevo: la scelgo anche (o soprattutto?) per la sua identità, chiara e ben definita. Io la associo a una dimensione di libertà: dagli schemi, dagli impegni, da problemi irritanti e irrilevanti che angustiano a volte le mie giornate. Quando voglio staccare, ma staccare davvero, bevo una Corona.

Ho fatto coming out, adesso è chiaro perché mi sono piaciuti questi due commercial: queste lettere di addio, per separarsi dal divano, dalla sveglia e lanciarsi con coraggio verso il nuovo, l’assenza di progetti, orari, impegni.

Come si fa quando si dice addio a qualcuno, senza rancore, solo perché non va più bene per noi, non ci rende felici.

Tra l’altro, è confortante sapere che anche in inglese, se volete lasciare qualcuno, potete usare il caro vecchio “non sei tu, sono io” e l’intramontabile “restiamo amici”.

Così questi due commercial sono lettere di congedo, per andare verso l’estate, staccare davvero. E a me sono piaciuti.

Vado a farmi un birra.

Advertising Agency: The Community, Miami, USA

Chief Creative Officers: Jose Molla, Joaquin Molla

Creative Directors: Rodrigo Butori, Kathy Hepinstall

Senior Art Director / Senior Copywriter: Aaron Willard

Director: Paul Minor



 

06.07.2016 # 4575
Campagne sociali: te lo dò io l'handicap

Daria La Ragione //

Portogallo e Romania: se la campagna turistica è comparativa.

Blog! di Daria La Ragione

Non è esattamente una novità, questa campagna turistica portoghese ma ha pro e contro da valutare con attenzione:

Pro: è una campagna comparativa che fornisce dati certi su ciò che rende il Portogallo una meta preferibile se volete fare surf e state cercando onde più alte che in Austria, più ore di sole per abbronzarvi di quante ne trovereste in Islanda, spiagge in abbondanza che invece mancano in Ungheria. È una campagna divertente.

Contro: è in teoria declinabile per qualunque paese. Se state cercando più presepi di quanti potreste trovarne a Reykjavik, venite a Napoli; se desiderate fare una foto su un autobus rosso a due piani avete più probabilità di riuscirci a Londra che a Marrakech.






Advertising Agency:  MSTF Partners, Lisbon, Portugal http://partners.pt/
Creative Directors:  Pedro LimaIvo Purvis
Art Director:  Ivo Purvis
Copywriter:  Pedro Lima


Non si tratta neanche di un'idea del tutto nuova. Questo è un esempio vecchiotto ma molto più efficace: si tratta di una campagna di GMP, agenzia pubblicitaria rumena, in risposta a un battage pubblicitario e giornalistico con cui si fomentava, in Inghilterra, l'idea che milioni di cittadini rumeni sarebbero arrivati a invadere la Gran Bretagna. 


Con questa brillante multisoggetto, Mihai Gongu, direttore creativo, invitava invece i cittadini inglesi a visitare la Romania, con motivazioni spiritose: «non abbiamo una tassa sul traffico. Noi crediamo che il traffico sia una punizione sufficiente», «la nostra birra alla spina costa meno della vostra acqua in bottiglia», «abbiamo più gruppi alimentari che non torta, salsiccia, fish&chips», «parliamo un inglese migliore di qualunque altro posto possiate visitare in Francia» (applausi), «metà della nostre donne assomiglia a Kate (Middleton), l'altra metà alla sorella», «(il principe) Charles ha comprato una casa qui nel 2005, e nessuno ha fotografato Henry nudo» e molte altre che potete vedere qui







Più spiritosa e di sicuro più efficace.

Ma il vero colpo di genio è un altro. A tutti gli inglesi che hanno votato remain, viene offerta una possibilità di rimanere europei: farsi adottare da un rumeno. Con tanto di sito internet per fare richiesta e un elenco di volontari disposti all’adozione.


06.07.2016 # 4574
Campagne sociali: te lo dò io l'handicap

Daria La Ragione //

La campagna Linear: per conquistare la fiducia non servono numeri

Blog! di Daria La Ragione

La campagna Linear sceglie il trend più in voga da qualche anno per le assicurazioni: uscire dalla logica dei numeri e cominciare a parlare di emozioni. 

Sono in molti ormai ad aver capito  che non ha più senso raccontare tassi di interesse, coperture, insomma puntare sui dati freddi non garantisce alcun ritorno. Come mai? Cosa è cambiato?

Rispetto agli anni novanta, questa lunga crisi ha fatto emergere un valore tra tutti: la fiducia. Senza fiducia nessuna banca, finanziaria o assicurazione può andare avanti, è diventata il requisito più importante, perché in tempi di incertezza affidarsi a qualcuno, affidargli i propri risparmi, i propri soldi è diventato un rischio. Siccome i dati, i numeri, le liste, gli indici sono un codice che pochi capiscono, è stato necessario cambiare linguaggio, scegliendone uno più semplice e immediato.

Ecco allora che gli istituiti più lungimiranti hanno iniziato ormai da anni a correggere il posizionamento, raccontando gli aspetti soft, umani, emozionali del loro lavoro, puntando a costruire una relazione diretta con il target.

Con qualche anno di ritardo rispetto al trend arriva anche la campagna Linear, con DLV BBDO, a raccontare una storia piena di amore: una figlia lascia la casa paterna, per un nuovo lavoro, una nuova avventura, e ringrazia un papà di quelli che fanno davvero tanta invidia: l’ha accompagnata a fare Karate tre volte a settimana, al cinema con le amiche, le ha insegnato a guidare, è stato un compagno di viaggio perfetto.

È una campagna italiana, bella e italiana: punta sugli affetti ma a modo nostro, ed è un bell’esempio di come anche qui si possa fare bene, senza necessariamente piangersi addosso dicendo che il problema sono i clienti che non ci lasciano fare il nostro lavoro.

 


Advertising Agency: DLV BBDO, Milan, Italy
Executive Creative Directors: Stefania Siani, Federico Pepe
Creative Director: Michele Picci
Head of Social Media: Nicola Guarino

23.06.2016 # 4565
Campagne sociali: te lo dò io l'handicap

Daria La Ragione //

Vegetariani del mondo: unitevi!

Blog! di Daria La Ragione

Scherniti, spesso oggetto di aggressività, a volte invece estremamente aggressivi: qualunque cosa pensiate della scelta vegetariana, è il momento di accorgersi che si tratta di un mercato molto interessante e in crescita: l’8% della popolazione italiana non mangia carne.

In compenso acquista prodotti alimentari, va (o vorrebbe andare) a mangiare fuori, è generalmente attento alla salute (46,7%) e all’ambiente (12%), ama gli animali (30%), ha una coscienza etica spiccata.

Non è un caso se i consumi di carne scendono inesorabilmente del 5%, mentre alcuni prodotti come i latti vegetali registrano crescite in doppia cifra.

L’Italia è, insieme alla Germania, uno dei paesi europei più vegetariani.

E la pubblicità? Nel nostro paese non ha ancora registrato la novità, ma in altri sì. 

Ecco una gallery di commercial e annunci stampa: non si tratta di campagna sociali, promosse da associazioni ambientaliste (e non certo perché non ce ne siano), ma di campagne per prodotti commerciali, proprio per raccontare un nuovo mercato.

 

 





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