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Propaganda | Della manipolazione dell'opinione pubblica in democrazia
Edward Louis Bernays | Editore Fausto Lupetti
Nipote di Freud, Edward Louis Bernays, scomparso nel 1996 è considerato con Ivy Lee il fondatore della scienza delle Pubbliche Relazioni negli Stati Uniti. "Propaganda" fu pubblicato a New York dall'editore Horace Liveright nel 1928, alla vigila della grande crisi ed è considerato la sua opera più importante. Propaganda è un classico della comunicazione tout court, imperdibile. Basta leggere l'incipit: "La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese. Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare." La società americana e non solo, diremmo oggi, si basa su questa manipolazione che oggi ha accresciuto le sue possibilità con lo sviluppio e la capillare diffusione dei mass media. Bernays usa l'espressione "dare forma al caos" che è sintomatica dei tentativi e delle concrete possibilità di manipolazione che la propaganda riesce ad ottenere, senza del resto che la "massa" se ne renda conto. Questo libro è un classico senza tempo, attuale il secolo scorso come nel secondo millennio, soprattutto quando parta delle spinte disgregatrici che "il governo invisibile" deve in un certo senso disciplinare e contenere.