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Venezia | Louise Bourgeois. The Fabric Works
Fino al 19/09/2010
Che esiste un mercato fatto di brand più o meno noti, multinazionali e non, rivolto ai più piccoli è oramai cosa nota. Non è ben chiaro però fino a che punto sia importante e preoccupante. In tutto il mondo, sia inteso. Le campagne pubblicitarie rivolte ai minori non si contano, individuati come ottimi consumatori soprattutto per il condizionamento esercitato sui più grandi. Ma non solo. Il 90% dei teen ager americani ha una tv personale. Più di un terzo dei ragazzi ha un pc personale e 2/3 hanno una consolle per videogiochi. Come dire, se non ce l’hai sei fuori, o comunque in minoranza. Per i telefonini, poi è ancora peggio. S’incomincia con quasi il 40% dei bambini della scuola elementare fino a sfiorare il 100% dei ragazzi delle superiori. Il tempo passato davanti alla tv è di più di cinque ore al giorno. La conclusione è che bambini e adolescenti non sono visti dai brand come cittadini ma come consumatori, bersagliati in ogni modo dall’advertising e soprattutto condizionati nelle loro scelte, non in relazione alle esigenze concrete di crescita e sviluppo individuale, ma in relazione al brand, al marchio commerciale, all’unificazione dei consumi di massa secondo un’unica, bieca logica del profitto. Questo bel libro spiega, per primo, come i nostri figli siano diventati il target preferito delle campagne pubblicitarie e indaga sul fenomeno attraverso interviste ai bambini e agli adulti. “Mayo e la coautrice Agnes Nairn, professoressa di marketing alla EM-Lyon Business School in Francia e alla Rotterdam School of Management dell’Erasmus Universiteit, nei Paesi Bassi, mostrano in quali modi e forme i bambini siano quotidianamente bombardati da slogan e immagini che fanno leva sui loro sogni e ne sfruttano i punti deboli. Spiegano perché le bambine torturano le loro Barbie, cosa provano i ragazzini per David Beckham, perché le mamme siano più in gamba dei papà, come mai i bambini delle famiglie più rigide tendano a diventare i consumatori più sfrenati e, soprattutto, perché l’eccesso di marketing porti all’infelicità”.
Per celebrare i suoi 200 anni, l’industria alimentare Beretta lancia un contest per la realizzazione del nuovo logo, che affiancherà quello tradizionale e darà una grande visibilità nel lancio di tutti i prodotti del marchio per tutto il 2012. Aperto a grafici, creativi e free lance appassionati, il concorso mette in palio 6000 dollari in caso di vincitore unico. In caso di gruppi di due o tre persone, il premio sarà equamente distribuito. Beretta è in cerca di proposte originali che comunichino la continuità con il marchio originale e al contempo rinnovino l’immagine dell’azienda. In particolare saranno presi in considerazione quei progetti che sapranno ben comunicare la genuinità, l’innovazione e ala vicinanza con il consumatore dei prodotti Beretta.
Qual è il segreto di una comunicazione efficace? E’ facile come bere un bucchier d’acqua o in questo bicchiere d’acqua ci si può perdere in un attimo? Servono tecnica, competenze e de esperienza ? Due esperti professionisti del settore cercano di fare luce su queste questioni e su ciò che apparentemente sembra facile monache in realtà richiede requisiti e presupposti specifici. Niente di più facile, niente di più difficile è un manuale o guida di comunicazione pratica che raccoglie esperienze concrete affiancate da un po’ di teoria che serve da faro e da base strutturale al tutto. Imperdibile per chi vuole aggiornarsi( per lavoro e per studio) sulla comunicazione come realtà pratica, basata sulla “sensibilità individuale, visione dall’alto, conoscenza della realtà e capacità di maneggiare gli strumenti a disposizione”.
Anche quest’anno la più prestigiosa e internazionale mostra cinematografica italiana è ripartita, organizzata dalla Biennale di Venezia e creata nel 1895, quando la settima arte emetteva i suoi primi vagiti. Al Lido la celebre passerella ha già visto solcare il tappeto da star come Quentin Tarantino, Vincent Cassel e dalla madrina Isabella Ragonese. Marco Muller, il direttore della 67esima mostra cinematografica è a capo del settore Cinema dal 2004. Le sezioni si dividono in: Concorso internazionale di lungometraggi in prima mondiale, Fuori concorso,(Opere firmate da autori di importanza riconosciuta), Orizzonti( le nuove correnti del cinema mondiale), Controcampo Italiano( le nuove linee di tendenza del cinema italiano), La situazione comica ( sezione retrospettiva sul cinema comico italiano). Segnaliamo, tra gli altri i film di Bellocciho, Sofia Coppola, Vincent Gallo, Emidio Greco, Dennis Hopper, Ascanio Celestini, Alex de la Iglesia e Saverio Costanzo. Il programma completo con le proiezioni è sul sito della biennale. Se passate da Venezia, non perdetevela.
Un libro può raccontare, parlare e descrivere in immagini molto meglio che in parola. Quando Bruno Munari realizzò il primo libro illeggibile, senza testo, nel 1955, diede il via ad un genere illustrato che fino alla fine degli anni ’60 sperimentò la comunicazione visiva in tutte le sue più importanti peculiarità. Ovvero, il comunicare stesso. Perché comunicare non è soltanto scrivere un testo su di un libro e magari accompagnarlo ad immagini, comunicare è soprattutto fare arrivare un’idea o un concetto e questo lo si può fare con efficacia con un discorso che coinvolga tutti i sensi umani. Lo dimostrano i pre-libri per i bambini, lo dimostrano i libri illustrati come questo, realizzato dall’illustratrice spagnola Ana Juan che ha collaborato tra gli altri con il New Jorker. L’illustrazione è narrativa per gli occhi di tutte le età, che si sviluppi intorno ad un circo, come in questo caso, attraverso caratterizzazioni geniali e sorprendenti, o che abbia come oggetto del suo racconto altro. Non importa, perché ciò che conta è la comunicazione visiva, fatta attingendo da tutti i mezzi possibili. Ecco perché chi vuole intraprendere questo mestiere o ne è semplicemente affascinato, deve tenere conto tutti i possibili registri del comunicare: fumetto, illustrazione, litografia, xilografia, ogni segno grafico, statico o in movimento può essere utile a questo scopo. Ne sanno qualcosa i giovani creativi di adesso, che spaziano in mille direzioni e inventano così, nuovi, efficaci modi di comunicare.
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