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04.09.2024 # 6444

Paolo Falasconi //

Welcome to Napoli – Design per la città accogliente

Scadenza 15 gennaio 2025

Un concorso di design per la realizzazione di una seduta urbana da collocare in spazi pubblici e aperti.

A CHI SI RIVOLGE:La partecipazione è gratuita, senza restrizioni d’età o di nazionalità.
Il concorso prevede due categorie di partecipazione:
– Categoria STUDENT, riservato a studenti universitari (dei corsi di Architettura, Design, Ingegneria e Arte) in corso o entro un anno dalla laurea)
– Categoria PRO, riservato a progettisti professionisti.

TEMA DEL CONCORSO: Il concorso Welcome to Napoli – Design per la città accogliente è promosso dal DIARC (Dipartimento di Architettura) dell’Università Federico II di Napoli, in partnership con il Comune di Napoli, ADI nazionale e ADI Delegazione Campania e con un panel selezionato di aziende campane. Si richiede la progettazione di una seduta urbana collettiva da collocare in spazi pubblici e aperti. In particolare, oltre alla funzione del sedersi, l’arredo dovrà invitare i fruitori ad interagire tra loro, a dialogare. La seduta deve essere multifunzionale, accogliente, inclusiva; un luogo di sosta temporanea, di socialità, di esperienza e di racconto.

PREMI: Il montepremi sarà così ripartito: 1° PREMIO Categoria STUDENT, 2.000 €.
1° PREMIO Categoria PRO, 2.500 €.
I progetti premiati saranno prototipati dalle aziende partner e, successivamente, ne sarà valutata la realizzazione. La giuria, inoltre, potrà valutare l’assegnazione di segnalazioni o menzioni speciali.

03.09.2024 # 6440

Marco Maraviglia //

Paolo Manzo in mostra con gli invisibili di “La Città Invisibile”

Disagi economici, culturali, urbanistici di Napoli in un progetto fotografico lungo oltre 10 anni

La fotografia sociale è come un “lavoro sporco” che non tutti i fotografi si sentono di fare. Almeno non nelle modalità adottate da Paolo Manzo. Entrare nella storia, in punta di piedi, conoscere di persona i soggetti da riprendere, trascorrerci insieme ore o più giornate intere. Documentare il contorno, l‘ambiente in cui ha luogo la storia da documentare. Resistere alle sofferenze altrui come un chirurgo che deve salvare vite e deve saper avere anche quell‘empatia per relazionarsi con i familiari del paziente.

Paolo Manzo è un attento lettore del sociale. Osserva e coglie il problema con i suoi effetti. Raccoglie il “brief” della notizia: cosa è successo, perché è successo, dove, quando, perché.

Senza pregiudizi, senza intervenire per guarire un male come farebbe il chirurgo, ma semplicemente documentando degrado, sofferenza, aspetti della vita oltre i confini della quotidianità “normale”. Quella considerata del proprio salotto, per intenderci.

Perché il malessere del degrado delle periferie non è lui a doverlo guarire. Ha solo spazio per denunciare. Rendere visibile ciò che è invisibile in certi salotti o quel che viene messo sotto il tappeto in certe stanze. Attraverso la fotografia.

Paolo Manzo ha l‘accortezza di non testimoniare quei “valori” esaltati da certe fiction. Lui coglie invece il lato umano delle situazioni di disagio. Identifica disuguaglianza economica, ingiustizia sociale, segregazione urbana, nell‘assenza di iniziative culturali ed educazione al bello che dovrebbero essere i cardini per qualsiasi civiltà di ogni parte del mondo affinché non si demoralizzi.

 

Durante l‘adolescenza, mentre percorreva in auto col padre una zona di periferia di Napoli, vide dal finestrino i cosiddetti “casermoni dormitorio”, alti edifici in cemento armato e si chiese se gli abitanti vivevano allo stesso modo della sua famiglia.

L‘imprinting di un ragazzo di periferia anche lui e che adotta poi la fotografia per osservare, analizzare, denunciare la vita del Nord Est e Ovest di Napoli. Territori anarchici, sotto certi aspetti, dimenticati dai flussi di denaro istituzionali che dovrebbero invece renderli a misura d‘uomo.

 

Napoli risulta essere una delle città italiane con il tasso di criminalità più alto al mondo, dove la povertà educativa è un problema crescente e il numero di giovani NEET (not in Employment, Education or Training) è in aumento. Le opportunità per i giovani sono strettamente legate alle condizioni economiche e culturali delle loro famiglie, e l‘ambiente suburbano aumenta il rischio di abbandono scolastico e di coinvolgimento in attività illegali, creando un senso di precarietà che alimenta un circolo vizioso e peggiora le condizioni di chi vive. 

-       Paolo Manzo

 

Paolo Manzo documenta dal 2012 queste zone. Da quando, dopo il terremoto dell‘80, ci fu il flusso migratorio dall‘Irpinia e degli sfollati del centro storico verso le zone periferiche di Napoli: Afragola, Caivano, Ponticelli, Secondigliano, Torre Annunziata, Pianura e Scampia.

Un progetto pubblicato a più riprese su varie testate nazionali e internazionali.

 

Bio

Paolo Manzo è un fotografo che risiede e si è formato a Napoli (Italia) e allo “IED” (Istituto Europeo di Design) di Roma.

Pubblica su Vanity Fair, La Repubblica, Millennium e riviste internazionali come Stern Crime, Focus Magazine, Edition Gallimard e El Pais con cui collabora da 5 anni.

Ha ricevuto il Pierre & Alexandra Boulat Award 2023 e il 2° Premio BarTour Photo Award 2023.

 

 

La Città Invisibile

Di Paolo Manzo

36° edizione Visa Pour L‘Image

Eglise Des Dominicains

6 Rue François Rabelais

Perpignan - Francia

Dal 31 agosto al 15 settembre 2024

www.paolomanzo.com



02.09.2024 # 6439

Paolo Falasconi //

Danilo Balducci
. Di sali d’argento e pixel.

Fino al 29 settembre 2024, una mostra al Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d‘Ocre

Venerdì 13 settembre 2024 alle ore 18.00, presso la sede della Fondazione de Marchis, al primo piano di Palazzo Cappa Cappelli, la Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d‘Ocre è lieta di ospitare la mostra Di sali d’argento e pixel. Venticinque anni di fotografia di Danilo Balducci, a cura di Antonio Di Cecco

In mostra una selezione degli ultimi lavori di Balducci, i quali conducono lo spettatore a scambiare quasi uno sguardo con i soggetti delle opere: le immagini mostrano non solo quello che è davanti all’obiettivo ma restituiscono la sensibilità e la volontà di cercare un dialogo e diventare parte delle storie che l’artista vuole raccontare. 

Infatti, come scrive il curatore, Antonio Di Cecco: «Di sali d’argento e pixel, di questi elementi sono composte le fotografie. I sali sono microscopici cristalli di argento sensibili alla luce che, mescolati con la gelatina e poi spalmati sulla pellicola - un sottile nastro di materiale trasparente - permettono di registrare le immagini fotografiche. I pixel del sensore della macchina fotografica digitale invece sono elementi in grado di convertire la luce di una immagine ottica in un segnale elettrico. Lo sa bene Danilo Balducci che da 25 anni lascia passare la luce all’interno degli obiettivi delle sue macchine fotografiche, quel che resta nei suoi occhi e nella macchina fotografica sono memorie a volte fatte di un severo bianco e nero, altre di vividi colori. Quello del fotografo è un lavoro paziente, il lavoro di chi è sempre alla ricerca della luce giusta. Forse il fotografo, come i sali d’argento e i pixel, è sensibile alla luce ma altrettanto sensibile alle storie che decide di raccontare. Balducci, attraverso il linguaggio del reportage, dal 1998 continua a raccontare storie e luoghi lontani metaforicamente e materialmente dalla nostra quotidianità. [...] Un archivio di fotografie che continua a crescere nel tempo, un insieme di lavori accomunati dal medesimo soggetto: l’essere umano. Balducci è sì dietro l’obiettivo ma sceglie di essere vicino, riesce a scambiare lo sguardo con i soggetti che rappresenta nelle immagini e invita lo spettatore a fare altrettanto, a cercare vicinanza e non distanza. Il suo è un mosaico di vicende, gesti e azioni che documentano e diventano, al contempo, memoria collettiva.»

All’interno del percorso espositivo sarà allestito uno spazio che richiama l‘ambiente della camera oscura e che vedrà l’intervento e la presenza di Stefano Schirato di Leica Akademie Italy.

Il progetto è parte del programma degli eventi della 730° Perdonanza Celestiniana e si avvale del patrocinio del Comune de L’Aquila - L’Aquila Capitale della Cultura 2026. 

La Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre viene istituita a L’Aquila nel 2004 allo scopo di conservare, tutelare e valorizzare il patrimonio documentario e librario raccolto dal professor Giorgio de Marchis nel corso della sua carriera di storico dell’arte. Manifesti, locandine, inviti e brossure sono solo alcuni esempi delle tipologie documentarie che caratterizzano l’archivio composto da quasi 200.000 pezzi. Cataloghi di mostre, monografie e saggi, che popolano la biblioteca, contribuiscono a restituire l’immagine di un periodo denso di cambiamenti non solo a livello sociale ma anche storico-artistico, quale gli anni Sessanta e Settanta in Europa. Dal 2018 abita gli spazi del primo piano del Palazzo Cappa Cappelli che apre costantemente per eventi, mostre e collaborazioni con artisti ed enti.

BIOGRAFIA

Danilo Balducci, nato a L’Aquila nel 1971, è sempre stato affascinato dalla fotografia e dal potere comunicativo delle immagini. Reportage e fotografia sociale sono i suoi interessi principali. Diplomato presso l’Istituto Superiore di Fotografia e comunicazione integrata di Roma è professionista dal 1998. Docente di fotografia e reportage presso l’Accademia di Belle Arti di L’Aquila. Fornisce regolarmente immagini ad agenzie fotografiche italiane ed estere. Le sue immagini e le sue storie sono state pubblicate su giornali e riviste nazionali ed internazionali: Time, Life, Denver Post, Internazionale, Der Spiegel, Daily News, L’Espresso, Repubblica, Panorama. Vincitore di diversi premi, nel 2002 è vincitore del primo premio Carla Mastropietro per il fotogiornalismo; nel 2005 vincitore del Premio per la pace e per la libertà ad Atri (TE); nel 2008 ha ricevuto 2 Bronze award dall’Orvieto International Photography Awards (sezioni reportage e portraits) e vari premi nazionali e internazionali; nel marzo 2009 vince il B.O.P. 2009 (Best of Photojournalism) indetto dalla NPPA (National Press Photographer Association) negli USA classificandosi terzo nella categoria “Non Traditional Photojournalism Publishing”. Un’immagine del terremoto in Abruzzo è inserita da LIFE Magazine tra le Pictures of the Year 2009. Nel 2015 è Absolute Winner nella categoria “People” al FIIPA (Fiof Italy International Photography Awards) e si classifica secondo nella stessa categoria. Riceve inoltre cinque Honorable Mention nelle categorie “Reportage”, “Portraits” e “People”. Nel 2016 è 1° classificato al MIFA (Moscow International Foto Awards) Categoria Edit e 2° classificato (Merit of Excellence) all’International Color Awards. Nel 2017 è fotografo dell’anno al concorso Spider award.



INFO

Danilo Balducci

Di sali d’argento e pixel
 
Venticinque anni di fotografia 

A cura di Antonio Di Cecco

Inaugurazione 13 settembre 2024 ore 18.00

Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre - Palazzo Cappa Cappelli
Corso Vittorio Emanuele II, 23 – L’Aquila

Fino al 29 settembre 2024
Orari: giovedì 11.00-13.00 / 16.00 - 19.00; venerdì e sabato 16.00 - 19.00; domenica 11.00-13.00 / 16.00 - 19.00 -  Ingresso libero

Fondazione Giorgio de Marchis Bonanni d’Ocre 
Corso Vittorio Emanuele II, 23 - L’Aquila (AQ)
www.fondazionedemarchis.it

Contatti

Diana Di Berardino
tel. 338458 1985

Barbara Olivieri 
tel 3498832591

fondazione.demarchis@gmail.com

Ufficio stampa 
Roberta Melasecca_Melasecca PressOffice - blowart
roberta.melasecca@gmail.com - info@melaseccapressoffice.it
tel. 3494945612

31.07.2024 # 6438

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31.07.2024 # 6437

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