Urania Casciello //
Generazione ILAS: intervista a Simona Falco
Tra comunicazione, social nel presente e nel futuro (Metaverso), passando per creatività e razionalità, Simona Falco si racconta in un'intervista per Generazione Ilas.
Simona Falco si occupa di comunicazione digitale.
Da due anni lavora presso l'Università Ca' Foscari di Venezia come "Communication Manager e supporto all'organizzazione e al coordinamento degli eventi" per un progetto europeo che mira a trovare nuove forme di collaborazione tra le imprese culturali e creative (CCI) e le imprese manifatturiere avanzate (AVM) che abbiano innestato un processo di innovazione nell'ambito delle nuove tecnologie e della comunicazione innovativa. Dal 2016 collabora come social media manager freelance con varie agenzie di comunicazione e pubblicità italiane e con aziende italiane in maniera autonoma. Ha esplorato l'ambito pubblicitario in senso stretto realizzando alcune sceneggiature per spot pubblicitari e ha approfondito l’ambito della scrittura per la televisione prendendo parte ad un gruppo autoriale di un piccolo format tv tutto al femminile.
Come ti descriveresti?
Se dovessi pensare a quattro aggettivi adatti a descrivere la mia personalità direi: curiosa, tenace, creativa e con una buona dose di intelligenza emotiva.Da sempre mi affascina la comunicazione in tutte le sue forme, convivono in me due parti diverse in un equilibrio personalissimo: l'amore per la creatività e l'esigenza di razionalità e concretezza. Non ho voluto rinunciare a nessuna delle due parti bensì le ho coltivate entrambe. Ho conseguito la laurea in economia aziendale, con tesi in marketing: “gli eventi quali strumenti di comunicazione commerciale per lo sviluppo del territorio”, e nel contempo ho preso il diploma in recitazione e regia teatrale, che ho approfondito recensendo spettacoli teatrali come apprendista giornalista nel settore cultura e spettacolo presso una testata giornalistica.Ho esplorato quindi cosa vuol dire comunicare con il corpo, con le parole, con le luci, con i silenzi, come l'altro risponde agli stimoli esterni e nel frattempo ho studiato i metodi e i processi di comunicazione e pubblicità aziendali. La mia vera curiosità è scoprire come funziona l'essere umano e grazie a questo tipo di formazione ho cominciato a capire e sperimentare come l'uomo processa le informazioni, le sue emozioni, per riuscire a trovare modelli comunicativi adeguati.
Qual è stato il momento esatto in cui hai deciso che il tuo percorso lavorativo sarebbe stato nel mondo dei social?
In realtà non l'ho deciso ma sta accadendo da quando mi sono iscritta alla Ilas. Mentre seguivo il Corso di Social Media Marketing già facevo pratica per un'azienda. Pian piano ho costruito un portfolio clienti in vari settori, come fashion, il food ad enti di formazione. Negli ultimi anni sto dando priorità a progetti culturali innovativi, come quello che seguo per l'Università Ca' Foscari di Venezia e la collaborazione con il Palazzo Reale di Napoli per il "Summer Fest". La comunicazione degli eventi culturali mi appassiona molto, sono un ottimo strumento per lo sviluppo del territorio e una grande attrazione per il turismo.
Cosa ti affascina del mondo della comunicazione e nello specifico dei social?
La ricerca e la creatività. Mi piace molto sperimentare. Di certo c’è un gran lavoro di analisi per elaborare una strategia di comunicazione da cui scaturisce una campagna pubblicitaria ma non è una scienza esatta. Non saprai mai in anticipo se l'idea funziona. Che sia un post, uno spot o un evento bisogna agire in maniera creativa in linea con la strategia, raccogliere i risultati, controllare i dati e su questi riassestare le idee. Lo stesso vale per uno spettacolo teatrale o un'opera d'arte, in quanto, ci si rivolge alla sensibilità delle persone e la mente umana è spesso un'incognita. Il Neuromarketing, su questo ci viene in soccorso. Bisogna conoscere bene i processi che sono alla base della comunicazione per colpire il bersaglio. L'incognita è il rischio più grande che c'è in questo lavoro e chi opera con successo la percepisce come una sfida.
Che ricordi hai del tuo percorso alla ilas?
Nel 2015 mi resi conto che i social incominciavano ad occupare uno spazio importante nella vita delle persone e delle aziende, così decisi di approfondire. All'epoca mi occupavo di teatro, avevo appena firmato la mia prima regia teatrale per uno spettacolo al piccolo Teatro Bellini di Napoli e lavoravo come direttore casting. Un giorno, un mio collega mi incaricò di organizzare un casting per la ricerca di due attori per uno spot pubblicitario da realizzare all'interno di un corso della Ilas. Così scoprii l'esistenza di ciò che cercavo, un istituto di grande professionalità con docenti che esercitavano il mestiere che insegnavano, cosa fondamentale e non sempre scontata. Me ne innamorai e decisi di iscrivermi a due corsi: “social media manager e web marketing” e “comunicazione e pubblicità 2.0” frequentando anche il laboratorio di pubblicità. Mi aprí la mente! Un anno meraviglioso in cui imparai tantissimo. I percorsi della Ilas offrono una formazione completa nell’ ambito della comunicazione digitale con professionisti disponibili e aperti al dialogo. Partivo da zero sui new media ed ora il Business Manager è il mio amico fidato, ma la cosa più importante è stata acquisire il mindset giusto.
Parlaci un po' del tuo lavoro alla Ca' Foscari. Come è iniziata questa avventura? In che modo sta procedendo?
Due anni fa ho vinto un bando presso l'università Ca Foscari di Venezia per occuparmi di un progetto Interreg Central Europe "COCO4CCI" nel quale sono coinvolti sei paesi europei, Italia (con l'Università Ca’ Foscari e Confindustria Veneto Siav), Germania, Austria, Slovenia, Polonia e Slovacchia. I ricercatori stanno sviluppando una roadmap per implementare collaborazioni lavorative fruttevoli tra (CCI) e (AVM) dell'Europa centrale, che abbiano innestato un processo di innovazione, attraverso il lancio di diverse "Challenge" concrete. L'ambito di intervento riguarda l'innesto di nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale, la sostenibilità, la digital transformation, la comunicazione innovativa per la crescita economica e sociale dei paesi coinvolti.All’interno di questo meraviglioso progetto, mi occupo sia della comunicazione online e offline delle attività interne ed esterne che dell'organizzazione e coordinamento delle"challenge" in tutte le sue fasi, partendo dalla divulgazione delle sfide (in qualità di ufficio stampa e social media manager) al reclutamento dei creativi professionisti all'organizzazione delle visite aziendali, dei webinar di formazione, fino al pitch finale, nel quale i creativi sviluppano l'idea innovativa per risolvere il problema aziendale precedentemente definito dalle imprese italiane scelte per il progetto. Un contesto innovativo e dal respiro europeo. Sono molto orgogliosa di far farte.
Strategia e Piani editoriali, raccontaci una giornata tipo di una social media manager.
Già da 5 anni, gran parte del mio lavoro lo svolgo in smart working. Questo ha aumentato lamia produttività permettendomi di creare una rete di contatti con i vari professionisti di questo settore creando collaborazioni fruttevoli e consolidatesi ne tempo.Negli orari lavorativi sono sempre reperibile e a disposizione dell' agenzia con la quale collaboro e/o con i clienti che gestisco autonomamente.Quindi in genere, la mattina la dedico ad allinearmi sull' ordine del giorno e poi si parte!Un piano di comunicazione scaturisce da un’analisi approfondita del brand, dei competitor e del mercato di riferimento. Si passa poi all’identificazione del target di riferimento e degli obiettivi a breve e lungo termine. Su questi elementi si elabora una strategia di comunicazione dalla quale scaturisce il piano editoriale, che è l'insieme delle azioni da intraprendere per espletare la strategia comunicativa.L’art director e il copywriter traducono in immagini e parole ciò che si vuole comunicare.Essendo freelance mi occupo di tutte queste fasi, ad oggi più a livello strategico collaborando con ottimi professionisti del settore, nei vari ambiti diversi in base alle esigenze specifiche del cliente.Dopo una lunga gavetta di lavoro operativo sui social, che mi ha permesso di comprendere bene come funzionano le campagne pubblicitarie (soprattutto su Facebook, Instagram e linkedin) oggi do molto spazio ed importanza all'elaborazione della strategia e alla definizione degli obiettivi. Qualsiasi post, campagna pubblicitaria, spot pubblicitario, evento osito ecommerce deve essere funzionale alla strategia. L'improvvisazione non porta da nessuna parte.
Di sicuro il lavoro con l'università Cà Foscari di Venezia. Lavorare fianco a fianco con ricercatori universitari, direttori scientifici di progetto, Confindustria Veneto, dirigenti di alcune tra le più grandi aziende italiane è stato molto formativo. Inoltre interagire con le rispettive realtà nei vari paesi europei partner di progetto mi ha dato una visione più ampia di cosa accade in Europa in questo ambito.Molto formativo è stato anche l'approfondimento del settore delle nuove tecnologie innovative applicate sia alle aziende manifatturiere che alla aziende creative. C'è da dire che anche la collaborazione con diverse agenzie di comunicazione e pubblicità mi ha formato molto. Ho capito quali erano i miei limiti e i miei punti di forza e ci ho lavorato affinando il "metodo di lavoro". Di fondamentale importanza in un'agenzia è il lavoro di squadra, il rispetto per il lavoro altrui e lo scambio di idee. Il brainstorming, che è una delle tecniche di gruppo per far emergere idee creative, è un strumento che mi piace molto.
Essere aggiornati è alla base del lavoro di un Social Media Manager. Cosa fai per tenerti al passo coi tempi?
Che consiglio daresti a chi si approccia adesso al tuo lavoro?
Di formarsi e studiare in centri accreditati e/o con professionisti del settore come la Ilas avere tanta costanza e ambizione, lasciare un occhio aperto sulle nuove tecnologie e sviluppare skill creative. Le tecnologie evolveranno ma il fattore umano non potrà mai essere sostituito, nella fattispecie, la sua capacità di trovare soluzioni creative.
Come pensi che evolveranno i social tra qualche anno?
Da un lato c'è la questione della sicurezza dei dati, dall' altro c'è un gran parlare su cosa diventerà il Metaverso. Secondo un rapporto della banca d’affari JP Morgan, diventerà un mercato da 1 trilione di dollari di revenue annuali.In linea generale si pensa che il Metaverso rivoluzionerà internet trasformandolo in una rete non di pagine web, ma di luoghi immersivi, interconnessi . Un'altra ipotesi lo definisce non come realtà sintetica ma come il mondo che vediamo arricchito da oggetti e informazioni digitali che si sovrappongo alla nostra visione. Accadrà quindi che gradualmente sempre più persone lasceranno i social media per immergersi in mondi più coinvolgenti e i brand, gli influencer e anche le istituzioni, dovranno interrogarsi su come poter essere parte di questo nuovo web. Le piattaforme di gioco e di intrattenimento, ad esempio, si stanno trasformando sempre più in luoghi di socializzazione, molti grandi brand li stanno già sperimentando. Balenciaga, Nike, Moncler, hanno scelto "Fortnite" per mettere in vendita i loro capi iconici per vestire gli avatar dei giocatori.
Ci sono degli account social che segui con interesse e che ti piacciono come vengono gestiti?
Mi viene subito in mente Taffo, che ha fatto dell’ironia e del real time la chiave del suo successo per i social con slogan spesso provocatori e decisi, sdoganado il black humour inItalia. una scelta coraggiosa rivelatasi vincente. Oreo e Kitkat hanno fatto storia con la mossa partita da un tweet di un utente che scrisse: “Posso dire che mi piace un po' troppo il cioccolato quando seguo @KITKAT e @Oreo.Dopo poco arrivò la risposta di Kit Kat che sfidava Oreo al gioco del "Tris" offrendo al rivale la possibilità di risposta. Oreo rispose rifiutando con educazione e complimentandosi con KitKat.McDonald's, quando si aprì al settore caffetteria nel 2015, milioni di persone in molti paesidel mondo aderirono alla campagna fortemente social presentandosi nei punti vendita vestitiin pigiama in cambio di una colazione gratis, facendo entrare il tweet #ImLovinIt nei trendtopic mondiali già al mattino.In ambito culturale il MoMA è il museo più seguito al mondo sui social media, molto attento ai trend della comunicazione digitale e veloce ad approdare per primo sulle nuove piattaforme, sulle quali costruisce la maggior parte del suo seguito proprio nelle fasi iniziali del processo. All’inizio del lockdown, ad esempio, realizzò una serie di contenuti per fornire consigli sui film da guardare a casa e offrí suggerimenti per far disegnare i bambini.Ancora Ceres, Fanpage, Freeda, the Jackal, Lego. Questi sono esempi a cui ispirarsi.Da non sottovalutare è l'Influencer marketing, soprattutto nell'ambito del makeup e del fashion nei quali è diventato una risorsa indispensabile.Tre cose di cui NON si potrebbe fare a meno sulla terra.Me ne viene in mente solo una ed è l'amore, in ogni sua forma. Dopo la salute ovviamente ed infine il buon cibo.
Cosa ti tira giù dal letto la mattina?
La consapevolezza che tutto può cambiare e cambierà. La curiosità di vedere in che modo.
Come descriveresti il tuo lavoro ad una persona del 1800?
Gli direi che faccio conoscere i prodotti, che le fabbriche producono, alle persone che ne sono interessate attraverso un meccanismo magico.
Come ti vedi tra 10 anni?
Inutile fare piani e previsioni, la mia vita cambia ogni 5 anni. Vediamo cosa accade.