Marco Maraviglia //
Alma Carrano… e questa è un’altra storia. Una zelig in mostra.
Tre storie fotografiche tra contaminazioni di tecniche e sperimentazioni di stili. Fotomontaggi, sandwich e “storyboard” circolari
Chi è Alma Carrano
Donna della III età. Insegnante di scienze naturali ormai in pensione.
Ha sempre avuto la passione per le immagini che potessero farla sentire in quel cuscinetto di confine tra realtà e finzione. Ha un’attrazione per la sensazione di sospensione, di allontanamento dalla realtà dove le storie vanno rilette, inventate, ricostruite, dilatando le dimensioni degli spazi e della vita.
Da ragazza per soddisfare questo bisogno di essere artefice di percezioni tangenti la realtà, usava una cinepresa Super8 e solo in età adulta iniziò a fotografare.
Lesse qualcosa di Feininger per iniziare a imparare a fotografare ma fu grazie a un corso che seguì, tenuto da Augusto De Luca sul finire degli anni ’80 presso il Centro Krome, che si appassionò con entusiasmo alla composizione fotografica.
Preferisce il racconto fotografico alle immagini singole. Il racconto da costruire attraverso un’immaginazione onirica. A volte come in quei sogni in cui lo storyboard è fatto di frame emozionali, senza un inizio e una fine, ma i vari elementi comunicano comunque un concetto.
Contamina pensieri, immaginazione, parole e immagini. E realizza videopoesie come Le rose di Sarajevo, che le fa conquistare il primo posto al Premio Città di Latina 2020.
Sua è la storia e la realizzazione di Le avventure di broccoletto, un libro edito da Temperino Rosso Edizioni nel 2021. Un racconto fotografico realizzato con fotomontaggi, dove un broccoletto incontra altri ortaggi e il cui fine educativo è quello di dimostrare che la diversità e l’aggregazione è ricchezza.
Quindi Alma Carrano scrive anche sceneggiature. La sua scrittura cinematografica percorre sentieri umani dai tocchi duri, storie concrete che si intrecciano con i drammi della società reale. E vince anche dei premi nazionali come il Premio Mauro Bolognini 2014 e il Premio Città di Ascoli Piceno 2021.
Tra i premi di fotografia vince il Premio Città di Como 2018, con una recensione di Giovanni Gastel; II Trofeo Portfolio Città di Sulmona; è finalista di Autore dell’Anno 2017 FIAF Campania con il progetto “Ofelia, ieri e oggi vittima di femminicidio”.
E questa è un’altra storia…
È il titolo della mostra allestita all’ArtGarage di Pozzuoli fino al 24 marzo.
«È un titolo provocatorio perché so che a molti fotografi non piacciono parole come “progetto” o “storytelling”» e in realtà le storie “scritte” sulle pareti con le fotografie in mostra di Alma Carrano sono tre. Realizzate in periodi diversi e con tre stili foto-grafici diversi tra di loro.
Come una zelig nell’accezione migliore del termine dove il suo stile è il contenuto, la storia stessa del messaggio che vuole comunicare e non la fotografia di per sé.
Angeli caduti
Otto immagini ispirate alla tradizione giudaica del Libro di Enoch e strizzando l’occhio a Giovanni Gastel.
L’immaginazione dell’osservatore può passare dalla storia del patriarca Enoch il cui testo racconta di angeli ribelli che per punizione divina caddero sulla terra unendosi agli umani, o anche passare per Il cielo sopra Berlino o per il suo remake di La città degli angeli con Nicholas Cage.
Angeli graziati ma che decidono di tornare a contatto con i sapori della vita terrena fatti di amore e di sofferenza.
Gli angeli di Alma Carrano hanno ancora le ali. Forse perché appena giunti sulla terra. Forse contemplano e si pentono della loro evasione. Sono in limbi senza tempo. Non sappiamo se si libereranno per sempre delle loro ali. Non sappiamo se decideranno di tornare da dove sono venuti.
John Doe sulle vie dell’Ovest
John Doe è l’equivalente americano del nostro Tizio o Caio. Un personaggio che c’è, esiste, ma non si sa nulla di preciso della sua vita perché potrebbe essere chiunque.
John Doe nella prima fotografia è di spalle accanto a una moto. Pronto a mordersi un favoloso viaggio on the road come solo i biker possono comprenderne le emozioni a contatto con i paesaggi sconfinati del West. Con Don’t bogart that joint o l’intera colonna sonora di Easy rider che risuona nella mente.
Nove immagini in bianconero. Ispirandosi ad Ansel Adams. Un viaggio circolare nella Valle della Morte. Perché prima o poi, si ritorna. E tutto torna.
Schegge di donna
È un lavoro analogico di Alma Carrano realizzato circa venti anni fa. Si tratta di stampe dai cosiddetti sandwich: sovrapposizione di due o più diapositive nello stesso telaietto.
Schegge di donna consiste in composizioni di dettagli di sguardi femminili tratti da quadri o pagine di giornali che si sovrappongono alle foto di frammenti di foglie e fiori.
Alma Carrano con questo lavoro indaga sull’intimità della donna attraverso le espressioni dei volti di Marilyn Monroe, la Gioconda di Leonardo e altre ancora, ricercando un’affinità con la natura. La sua bellezza e inevitabile caducità la rendono “la chiave del tempo”. Un tempo che nel suo trascorrere rende la donna fata, sibilla e strega: “Fata quando nasce, maga quando ama e strega per la società e la religione”.
E, osservando queste immagini, non si riesce a non ricordare La fata Edoardo Bennato.
Ma questa… è un’altra storia.
…E questa è un’altra storia
di Alma Carrano
FOTOARTinGARAGE, rassegna coordinata da Gianni Bccari
Parco Bognar, 21 – Pozzuoli -NA
12-24 marzo
Da Lunedì a Venerdì 10,00-13,00 e 16,30-21,00
sabato 10,00 13,00 16,30-20,00
Domenica Chiuso