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Un filosofo illuminato, (ma infondo che te ne fai di un filosofo non illuminato?!), Baruch Spinoza, sosteneva che ciascuno di noi dovrebbe sforzarsi di realizzare la propria natura, perché questa realizzazione genera una specie di corrente benefica che fa bene non soltanto alla persona realizzata, ma trascina un po’ anche le altre.
Secondo me nell’agenzia Taxi2 di Toronto, qualcuno conosce Spinoza e ha deciso di metterlo al servizio di una pubblicità.
Devono essersi chiesti “cosa succede a un comico che non riesce a fare il comico?” e si saranno risposti che, spinozianamente, chi non riesce a realizzare la propria natura finisce per fare danno al prossimo: proctologo, designer specializzato in parchi, tosacani, in ogni caso un professionista leggermente malevolo.
E dunque, votare il miglior comico tra quelli che si esibiscono alla radio satellitare SiriusXM
in fondo è un favore che si fa al se stesso del futuro che potrebbe incappare in questo bel guaio.
Advertising Agency: Taxi 2
Art Director: Dan Cantelon
Copywriter: Marc Levesque
Mi sono divertita guardando questa campagna della sede di Varsavia del Grey Group per Samsung S6. Non mi succede spesso e quando capita ho deciso che devo celebrare i creativi che mi hanno fatto questo bel regalo:
Executive Creative Director: Jakub Korolczuk
Deputy Creative Director: Rafał Ryś
Senior Copywriters: Jacek Wójcik, Jan Cieślar
Senior Art Director: Szymon Demirkol
Grazie signori, per questi pochi secondi in cui mi avete catturata.
Cosa mi è piaciuto:
prima di tutto la capacità di raccontare le attese, la noia, il fastidio, l’inutilità; poi questo modo così frustrante, per chi invece resiste (e io sarei tra questi chiaramente), di scoprire che non c’è un premio alla fine dell’attesa, perché il vero premio è dire basta, sono stufa! Mi è piaciuto perché crea un appeal fortissimo verso il prodotto, segnando un confine evidente tra chi ha il nuovo Samsung S6 e chi no.
Certo, hanno un bel dire alla Apple che se non hai un iPhone non hai un iPhone, ma mostrarlo, farmi capire dall’esperienza altrui cosa si prova a non avere quel telefono, lo trovo molto ma molto più interessante ed efficace.
Ah, dimenticavo il gioco è tutto qui: in 10 minuti il telefono ricarica la batteria per un equivalente di 4 ore di funzionamento.
È un pugno nello stomaco ma mi è piaciuta moltissimo: è una campagna promossa da Volkswagen per la guida sicura, in particolare per spiegare alle persone perché non dovrebbero usare il cellulare mentre guidano.
Mi piace perché sfrutta un meccanismo importante della persuasione: nessuna fonte è più forte, per il formarsi di un’opinione o di un atteggiamento, dell’esperienza diretta.
Questo commercial riesce a trasformare in esperienza personale qualcosa che non vorremmo mai accadesse. Ma senza sensi di colpa, senza moniti bacchettoni.
Con una semplicità e un’efficacia davvero rare in pubblicità.
Chapeau
Agenzia: Ogilvy Beijing
Quando Levi’s tira fuori un nuovo commercial io non posso fare a meno di correre.
Gli ingredienti sono sempre quelli: lui, figo, cammina e ogni donna ammicca speranzosa; lei strafiga che non ha bisogno di niente; i jeans che calzano perfetti.
Punto.
Non c’è altro nel nuovo commercial: non c’è la regia di Gondry, non ci sono piscine in cui tuffarsi per citare vecchi film, nè cartoni animati, nè muri sfondati in una folla corsa verso la libertà. Proprio nulla.
Insomma, ci sono rimasta male. E ho pensato di salutare questo agosto con una rassegna di chicche che Levi’s ci ha regalato nel tempo, sono solo alcune, per buon augurio, nella speranza che al prossimo giro saranno all’altezza del passato.
Per me alla Wieden and Kennedy sono dei geni.
Non solo per quello che fanno, ma soprattutto per come lo fanno.
L'idea di questo commercial non è proprio quella che annovereremo tra le migliori del secolo, ma la realizzazione di questa divertentissima follia per Heineken - che a me ha ricordato un Kusturica prima maniera - meritava assolutamente un premio a Cannes.
Io l'ho seguita così, appassionandomi, domandandomi fino a pochi secondi dalla fine dove andavano a parare smontaggi e montaggi.
E anche se, come ho detto, l'idea non era di quelle indimenticabili, non ho potuto con sorridere e tenere il tempo mentre Rita Pavone cantava.