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30 | Nov | 2011
Thanks Mr. Milani
Armando Milani | Il workshop
Ore 11,00, Aula 4 dell’Ilas, il workshop con Armando Milani ha inizio.** Preceduto da un bellissimo seminario al cinema Metripolitan di Napoli, Dall’Occhio al cuore, in cui il celebre visual designer Armando Milani ci ha illustrato i suoi più bei lavori, che sono poi brevemente riproposti per introdurre il tema di questa giornata di lavoro. Occorre pensare ad un progetto creativo per la nostra città, Napoli. Galeotto fu il manifesto del 1986, la famosa Napoli multicolore appesa al filo come panni stesi ad asciugare(«For a cleaner Napoli»), tanto voluta Mirella Barracco per l' iniziativa «Venticinque manifesti per Napoli» con la sua Fondazione «Napoli Novantanove».** Poiché a Napoli, da allora, l’emergenza non è mai cessata, Armando Milani ci ha proposto di realizzare un manifesto di denuncia. Lo stile, poco descrittivo e molto simbolico. L’ispirazione, quella data dai suoi lavori.** Obiettivo, realizzare un brief e il layout di questa campagna di sensibilizzazione verso il degrado, l’anarchia, la passività dei napoletani. * Con matita, penna e foglio alla mano, i ragazzi hanno realizzato ognuno un disegno, un’immagine fatta di simboli , segni e parole che identificavano e rappresentavano le loro idee. Alle 13,00 pausa pranzo e alle 14,30 tutti in aula per dare vita al progetto, sui MAC e con i programmi necessari.** Tra mongolfiere che si liberavano della loro zavorra, maschere solitarie in primo piano a testimoniare l’urgenza di smuovere le coscienze assopite e intorpidite della gente, al compitino in classe usato come pretesto per la denuncia del degrado, della passività e dell’anarchia, trasformati da una fatidica maestra-coscienza dei napoletani in qualcosa di reattivo e di propositivo, alla metamorfosi del linguaggio da cui emerge la parola Napoli è vita, al Vesuvio e al golfo trasformati nel segno grafico in un NO deciso ai mali della città, tutti i lavori dei ragazzi hanno messo in evidenza due fattori importanti:** in primis, l’aver realizzato in poco meno di sei ore un lavoro che, a detta dello stesso Armando Milani, si è soliti portare a termine dopo una settimana.* in secondo luogo, l’iter creativo, il passaggio dalla carta e penna all’dea finale. * Ed è proprio su questo passaggio straordinario che il grande Armando Milani ci ha invitati a riflettere.** Come si è arrivati a questo?** L’iter creativo ci obbliga quasi sempre a togliere e non ad aggiungere. Prendere un’idea, darle forma e infine spogliarla, un po’ come una matrice da stampa, renderla LEGGIBILE, significante, FUNZIONANTE.** Una cosa è certa. Ogni lavoro e al contempo tutti insieme, hanno funzionato. Hanno funzionato perfettamente in questo contesto perché sono riusciti a comunicare l’idea in maniera esatta. Certo, ci vorrebbe tempo per perfezionare il tutto. ** Ma, nessun grande grafico, alla stregua di Armando Milani, da uno schizzo, seppur rielaborato in maniera più o meno finita( ma non si finisce mai di rielaborare un segno, un testo, un’immagine), considera finito un lavoro dopo neanche un giorno di lavorazione.** Ma l’idea, il segno, rimane.** Dopo il workshop, Milani, ha chiamato tutta l’Ilas, studenti e non , a votare i lavori più belli. Un discorso corale, in cui ogni lavoro continuava a vivere e a trasformarsi, nelle parole e negli sguardi degli altri.** Anche per questo, Thanks Mr. Milani.