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COMO | RENÉ MAGRITTE | Fino al 16 luglio 2006
Fino al 16 luglio 2006
L'impero delle luci
A Villa Olmo, ottanta opere del genio surrealista belga.
L'esposizione, che presenta alcune delle opere più conosciute del maestro belga, come L'impero delle Luci, La buona fede o La fata ignorante, muove i propri passi dall'asserto magrittiano, secondo cui "La pittura è soltanto un mezzo che mi permette di portare alla luce un pensiero grazie all'utilizzo di elementi presi al mondo visibile".
Magritte, infatti, riteneva, come Leonardo, che la pittura fosse una 'cosa mentale', una proposta di riflessione o un'idea che deve prendere forma attraverso di essa, mantenendosi entro i limiti della riproduzione del mondo visibile. Ciò che rende diversa la sua pittura è la rappresentazione circoscritta ad ambienti quotidiani, riprodotti con la massima fedeltà, con lo scopo di provocare una riflessione che metta in discussione ciò che si dà per scontato. Inoltre pretende, in questo modo, di rendere visibile la poesia e di trasformare il mondo comune in un universo poetico.
Nella sua iconografia, seppur molto varia ed ampia, è facile riscontrare tali "cose visibili": i nuvolosi cieli del nord - che fecero coniare a Max Ernst il motto "Fa un tempo Magritte" - il mare e l'aperta campagna; gli alberi e il bosco, i notturni, i sobborghi; un certo stereotipo di borghesia dell'epoca, belle e languide dame e l'uomo vestito di nero con bombetta; uccelli e colombi; fiori e oggetti comuni come case, sonagli, balconi, sfere, mele.