Daria La Ragione //
Elio Carmi e Alessandro Ubertis: il branding design oriented
Blog! di Daria La Ragione
Ogni anno vengono buttate in mare circa 8 milioni di tonnellate di immondizia, in buona parte plastica, che potrebbero coprire una superficie equivalente alla superficie di Manhattan 34 volte.
Come sempre, affrontare questi temi in pubblicità è complicato. Tanto per cominciare, si rischia di raggiungere soltanto chi è già sensibile al problema. In secondo luogo, modificare un atteggiamento è quasi impossibile; o meglio, è impossibile per una pubblicità da sola, ma quando alcuni diventano (anche grazie alle pubblicità) argomenti caldi, di cui si parla tanto, allora si compiono passi decisivi.
Quindi uno dei punti importanti è: portare alla ribalta della cronaca argomenti importanti per fare in modo che entrino “in agenda”.
E qui interviene il terzo punto di grande difficoltà: qual è il tono di voce giusto?
Non mi stancherò mai di dire che la colpevolizzazione non è una strada efficace: siamo diventati bravissimi a proteggerci dalla pubblicità, al punto che riusciamo a diventare ciechi davanti ai messaggi che non ci interessano. Figuriamoci quanta attenzione siamo disposti a concedere a chi cerca di farci sentire egoisti.
Quindi ci vuole un approccio che incuriosisca, possibilmente ironico, e un’idea che faccia parlare del tema.
Don't F*ck the Ocean è tutto questo.
Una campagna sociale intelligente di MTV Brasile con un concept piuttosto semplice: riciclare plastica recuperata dall’oceano per farne dei dildo, anzi, dei fucking dildos!
Advertising Agency: Africa, Brazil
Creative Directors: Pedro Bullos, Valdir Bianchi, Sergio Gordilho
Copywriter: Tiago Abreu
Art Director: Linus Oura
Designers: Linus Oura, Marina Cota, Michel Morem
Un’associazione francese si affida al Monopoli per costruire uno uno spot sulle disuguaglianze
È un fatto che i bambini abbiamo molti meno filtri degli adulti quando si confrontano con la realtà
Antipatie e simpatie in genere sono motivate da comportamenti, piccoli egoismi e comunque mai da preconcetti di tipo culturale. Almeno fino a una certa età.
Observatoire des Inegalities, Osservatorio delle disuguaglianze, è un’associazione francese che ha promosso uno spot molto interessante.
Cosa accade quando le regole del gioco non sono uguali per tutti?
Se alcuni giocatori vengono sistematicamente sfavoriti, perché di colore, arabi, donne mentre altri ottengono benefits come la possibilità di guadagnare di più, di non essere mai penalizzati, di scegliere liberamente come giocare, come si sentono i bambini?
Questo Monopoli truccato è un caso esemplare di come l’assenza di pari opportunità, (di cui in molti si riempiono la bocca senza davvero sapere quale sia lo stato della cose), si traduca in profonde ingiustizie e dunque in un senso di rabbia, frustrazione, emarginazione.
Insomma, una società ingiusta è una società che soffoca le opportunità dei suoi “anelli deboli”.
Un tema di grande attualità, che l’agenzia Herezie ha saputo trattare con tatto ed efficacia in questo spot sulle disuguaglianze.
In questi giorni ha il corriere della sera ha ritenuto una notizia il fatto che Valeria Fedeli si sia rivolta a un giornalista chiedendogli di chiamarla ministra.
In Italia questa “piccola” battaglia epocale, sull’utilizzo del genere femminile per le professioni e i ruoli laddove la grammatica lo preveda, trova molti critici, molte resistenze, ma il fatto che sia entrata ufficialmente nell’agenda dei media indica che qualche passo in direzione di un linguaggio meno maschilista si sta facendo.
Non si tratta di un tema soltanto italiano però, sono in tanti a prendere la questione delle pari opportunità molto sul serio, basti pensare che in Islanda è stata di recente approvata una legge per la quale le aziende locali devono farsi carico di dimostrare che donne e uomini ricevono lo stesso trattamento salariale.
È un grande passo avanti se si considera che fonti ufficiali attestano che la parità salariale al momento non è stata raggiunta in nessun paese al mondo.
La giornata internazionale della donna, l’8 marzo, è stata l’occasione per molte associazioni di affrontare questi temi.
State Street Global Advisors ha voluto celebrare la leadership femminile, raccontando che le aziende in cui le donne fanno parte dei consigli di amministrazione e ricoprono ruoli di comando, sono aziende più floride, con migliori prestazioni. Non si tratta di un ente benefico, ma di una società che si occupa di management e investimenti, che per l’occasione si è rivolta a McCann per realizzare un progetto di grande impatto emotivo.
Fearless girl è la statua di una ragazza che senza paura sfida il toro di Wallstreet: un luogo simbolo del potere maschile contaminato da un altro simbolo, una forza giovane e consapevole.
È un messaggio che colpisce perché non c’è minaccia in questa sfida, ma c’è un confronto paritario. Certo, è Davide contro Golia, ma non potrebbe essere altrimenti se si considera qual è l’influenza reale delle donne nel mondo della finanza. È un racconto, una storia racchiusa nello sguardo fiero di una ragazzina che sta dritta davanti a un toro e non indietreggia.
Advertising Agency: McCann, New York, USA
La realtà virtuale fa parte ogni giorno di più delle nostre vite, tanto che nemmeno facciamo più caso al fatto che il nome stesso sia una contraddizione in termini: tra reale e virtuale.
Come sempre, non c’è nulla del nostro quotidiano che non entri a far parte delle tante forme di rappresentazione che popolano la nostra vita, e la pubblicità è senza dubbio una tra le più ricettive.
Va da sé che anche la realtà virtuale ha fatto il suo ingresso nei commercial e, come sempre accade, a volte è stata usata con grande intelligenza, in altri casi è stata uno sfoggio di potenza che compensava la scarsa creatività.
Un esempio di utilizzo molto intelligente è quello fatto da Sodimac, equivalente peruviano di Leroy Merlin, che insieme a McCann ci abitua da anni a campagne divertenti, creative e mai banali.
Questa volta siamo sulla Panamerican Highway, frequentatissima autostrada che collega le zone interne del Perù con la costa, la strada più affollata di cartelloni pubblicitari di tutto il paese.
L’idea è quella di utilizzare i visori non tanto, e non solo, per mostrare i prodotti Sodimac, ma soprattutto per eliminare ogni altro competitor nella gara per catturare l’attenzione.
Advertising Agency: McCann, Lima, Peru
Creative Directors: Jomi Rivera, Pipo Galván
The North Face, con l’agenzia INNORED, gioca tra virtuale e reale per coinvolgere gli ignari acquirenti di un centro commerciale di Seoul in una corsa su slitta stile polo nord.
Advertising Agency: INNORED, Seoul, South Korea
Il passaggio dalla virtualità alla realtà è anche il concept di questo commercial per Old Irish, birra irlandese venduta a Tblisi: 100% Real Virtual Reality gioca sul fatto che un’esperienza diretta, quando si tratta assaggiare qualcosa ma anche quando si tratta di relazioni con altre persone, non ha eguali.
Advertising Agency: Leavingstone, Tbilisi, Georgia
Creative Director: Levan Lepsveridze
Samsung ha invece creato una campagna che poi è diventata un progetto: Launching people è nata nel 2013 e ancora oggi prosegue con la mission di liberare il potenziale delle persone (attraverso prodotti Samsung ovviamente).
Questi due commercial mostrano come la realtà virtuale sia stata usata per aiutare chi aveva paura di parlare in pubblico e per spiegare come comportarsi se si è in difficoltà in acqua per le onde troppo grandi.
Advertising Agency: Cheil Worldwide, South Korea
Advertising Agency: Leo Burnett, Sydney, Australia
Italy / Napoli
tel(+39) 081 5511353
tel(+39) 0814201345
Segreteria studenti segreteriailas
Italy / 80133 Napoli
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