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Libri e riviste // Pagina 8 di 115
03.05.2017 # 4841
Domon Ken. Il maestro del realismo giapponese

Daria La Ragione //

Domon Ken. Il maestro del realismo giapponese

Rossella Menegazzo

Domon Ken (1909-1990), maestro indiscusso della fotografia realista giapponese del dopoguerra e ancora oggi punto di riferimento per i circoli fotografici amatoriali, è rimasto inspiegabilmente quasi sconosciuto in Occidente. La vastità e la diversità della sua opera fotografica, di uomo quasi rinascimentale, rivelano un'attenzione e un interesse instancabili verso la cultura, l'arte, i volti, la società, la politica del proprio Paese, riassunti in una quantità di pubblicazioni divenute iconiche. Formatosi nello studio più all'avanguardia degli anni Trenta, il Nippon Kobo, lavora inizialmente come fotogiornalista, rispondendo alla crescente domanda di servizi propagandistici quando la guerra si avvicina. Tuttavia, la sua sensibilità crescente verso i temi culturali e sociali lo allontana presto dal mondo commerciale alla ricerca di un linguaggio diretto e senza filtri - che lui definisce come realismo sociale e in seguito socialista - che potesse raccontare la reale situazione di un Paese provato dagli eventi tragici del conflitto e in profondo cambiamento. Trova riparo prima nell'ovattato spazio del teatro bunraku e nella bellezza dei templi antichi, che visita in una sorta di pellegrinaggio per tutta la vita, anche quando la salute lo segna obbligandolo in sedia a rotelle. In seguito si dedica anche alla documentazione dei miseri villaggi di minatori nell'isola di Kyushu e dei quartieri bassi di Tokyo, culminando nell'opera dedicata alle vittime dello scoppio della bomba atomica.

Skira

30.04.2017 # 4842
Domon Ken. Il maestro del realismo giapponese

Daria La Ragione //

Altre americhe

Sebastiao Salgado

Finalmente disponibile "Altre Americhe", il leggendario primo libro di Sebastião Salgado. Pubblicato per la prima volta nel 1986 dall'editore Contrejour con il titolo "Autres Ameriques", il volume raccoglie una serie di fotografie frutto dei numerosi viaggi compiuti da Salgado in America Latina, tra il 1977 e il 1984: un corpus di immagini racconta con grande forza evocativa la persistenza delle culture contadine e indiane in quelle terre. L'intensità delle fotografie in bianco e nero, la loro potenza plastica, l'impaginazione pensata da Lelia Wanick Salgado con la maggior parte delle immagini in doppia pagina, decretarono il successo del progetto. Il libro ha ricevuto il premio Premier Livre Photo, ed è stato un grande avvenimento editoriale. Il libro, un riferimento per la fotografia di documentazione, viene pubblicato ora in italiano con i testi originali e con una prefazione di Claude Nori che ne racconta la genesi.

Contrasto

24.04.2017 # 4831
Domon Ken. Il maestro del realismo giapponese

Daria La Ragione //

Guy Bourdin

Alison M. Gingeras

L'introduzione ideale all'innovativa opera di Guy Bourdin, uno dei grandi innovatori della fotografia di moda. Il fotografo ha creato opere seducenti e ricche di glamour, condite da un tocco di surreale che ha rivoluzionato il genere della fotografia di moda. Il volume evidenzia il grande contributo dato dall'artista al mondo della fotografia pubblicitaria ed artistica e racconta l'evoluzione dello stile di Bourdin attraverso 55 immagini in ordine cronologico

Phaidon

24.04.2017 # 4830
Domon Ken. Il maestro del realismo giapponese

Daria La Ragione //

Non industrial design. Contributi al discorso progettuale

Flaviano Celaschi

Il discorso progettuale è un dialogo continuo che accoglie studiosi delle culture del progetto, progettisti, decisori pubblici e privati, studenti e cittadini, interessati al ruolo e agli strumenti che il design riveste nella società contemporanea. Un ruolo che si è molto accresciuto: in profondità come in estensione. Oggi in tantissime occasioni si parla di design non più come se fosse solo lo stile di un arredamento o di un'automobile, ma come processo. Ed è appunto di come il design sia diventato un processo e di quali potenzialità ancora relativamente poco sfruttate si possano ottenere da una sua divulgazione allargata, che parla questo libro. Il testo è articolato in tre "lezioni" che cercano di mettere al centro del discorso tre questioni contemporanee: la scoperta della centralità del corpo nel desiderio intenzionale dell'uomo di ogni tempo di modificare la realtà partendo dal sé (inteso come unicum tra corpo e mente); la necessità di apprendere l'arte di maneggiare i futuri e attraverso le pratiche dell'anticipazione progettare i percorsi per costruire futuri desiderabili; il mistero della creatività e le riflessioni sull'arte di insegnarla e la sensibilità per apprenderla.

Luca Sossella Editore

18.04.2017 # 4827
Domon Ken. Il maestro del realismo giapponese

Daria La Ragione //

Il giro dell'occhio

PierGiorgio Branzi

Il giro dell’occhio è libro che raccoglie le fotografie di Piergiorgio Branzi realizzate in più di cinquanta anni di sguardi sul mondo, anni di “osservazioni attive” di un grande interprete del nostro tempo.

Le sue immagini, suddivise e raccolte nel volume per serie spaziali e temporali, si intrecciano con le riflessioni, i ragionamenti e i ricordi di una stagione importante della fotografia e della cultura italiana. Un insieme di temi che accompagna il racconto di una vita piena di meraviglie e di scoperte.

Il volume, introdotto da un contributo di Alessandra Mauro e da un saggio di Branzi stesso in cui l’autore descrive il proprio rapporto con i “linguaggi dell’immagine”, è diviso in sei sezioni, che corrispondono ai diversi luoghi che l’autore ha fotografato nel corso degli anni. Ogni sezione è introdotta da un suo breve testo. Ed ecco che, pagina dopo pagina, il libro ci guida in un percorso che va dalle foto in bianco e nero degli anni Cinquanta realizzate nella sua Toscana (Chiaroscuro toscano) alle immagini che danno conto di uno sguardo complessivo sulla Penisola (Scoperta dell’Italia), fino ad arrivare alle fotografie che riguardano il Mediterraneo, per passare poi a Mosca dove Branzi ha vissuto cinque anni in quanto inviato per la Rai, e Parigi. Il libro si chiude con la sezione Le forme, che contiene l’ultima produzione del fotografo, quella più sperimentale, e una breve nota autobiografica.
 
«Potrà sembrare un’affermazione azzardata ma, a mio giudizio, fotografare è un’operazione compromettente. Compromettente perché quel fondo di bicchiere che conosciamo, e che capta quel lampo di luce che racchiude un frammento di realtà, è rivolto verso l’esterno, ma l’immagine proviene dal nostro intimo più profondo e nascosto: e ci racconta e ci smaschera.»
 
Piergiorgio Branzi


18.04.2017 # 4826
Domon Ken. Il maestro del realismo giapponese

Daria La Ragione //

In equilibrio

Herb Ritts

C’è un elemento nell’immagine che produce “uno scarto nella fotografia”. Può anche essere soltanto il tema. Qualcosa che, senza essere un artificio, ti ci faccia ripensare o ti spinga a riguardarla. Voglio che queste foto reggano ancora fra cinquant’anni.

Herb Ritts

Introdotto da un testo di Alessandra Mauro, il volume è suddiviso in tre sezioni che ripercorrono idealmente tutto l’universo creativo di Herb Ritts. Alle fotografie si alternano brevi commenti dell’autore o dei personaggi con cui ha lavorato nel corso degli anni. Nella prima sezione, Corpi, superfici diverse, sono raggruppate le fotografie in cui è evidente lo sguardo attento di Ritts alla plasticità di corpi che, combinato con un accurato studio delle composizioni classiche, si traduce in scatti estremamente equilibrati e naturali. Segue la sezione Africa, continente che ha sempre esercitato un grande fascino sul fotografo, che gli ha dedicato numerosissimi viaggi anche a pochi giorni dalla sua scomparsa. L’ultima parte del libro si concentra sui Ritratti: molte delle fotografie comprese in questa sezione sono delle icone che hanno contribuito a rendere celebri alcuni grandi artisti tra cui Madonna – è di Herb Ritts la foto di copertina di True Blue e la regia del video Cherish – David Bowie, Richard Gere, Elizabeth Taylor e molti altri.

Chiude il volume l’intervista a Herb Ritts realizzata nel 1987 da David Fahey per il Collectors Photoghaphy.

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