
Daria La Ragione //
Jagermeister e la panna montata
Blog! di Daria La Ragione
Jagermeister sceglie la commedia e torna a far sorridere, con uno spot che gioca sul sesso, sullo sfigato di turno e su una serie di allusioni che in Italia gli avrebbero reso la vita molto dura.
Sarà perché siamo una società piuttosto bigotta, in cui “vizi privati e pubbliche virtù” è un comandamento lento a morire, ma da noi è ancora difficile che una pubblicità possa alludere al sesso e all’alcol contemporaneamente senza attirare reprimende, nella migliore delle ipotesi, o essere bloccata dal Gran Giurì nella peggiore.
La scena è quella di un supermercato poco frequentato, un commesso annoiato e una spesa che allude al sesso senza possibilità di essere fraintesa: litri e litri di panna spray e, per “aggravare” il tutto, una bottiglia di Jagermesteir; il commesso alza lo sguardo e si trova davanti due splendide e ammiccanti ragazze, fa appena in tempo a iniziare a sognare che le due se ne vanno e la magia è finita.
In effetti, in Germania devono avere una legge sulla pubblicità con maglie decisamente più larghe di quella italiana, anche se di legge vera e propria non si può parlare nel nostro caso, almeno quando si fa riferimento al Codice di Autodisciplina Pubblicitaria, che legge non è ma viene applicato con certezza anche maggiore.
A proposito delle bevande alcoliche, l’articolo 22 dice - tra l’altro - che la pubblicità non può:
«indurre il pubblico a ritenere che il consumo delle bevande alcoliche contribuisca alla lucidità mentale e all’efficienza fisica e sessuale e che il loro mancato consumo comporti una condizione di inferiorità fisica, psicologica o sociale».
Probabilmente non è questo il caso, ma l’allusione al fatto che l’alcol renderà tutto più divertente è palese.
È un problema o è solo questione di bigottagine?
La risposta non è semplice, perché se prendiamo in considerazione una persona adulta facciamo presto a rispondere che lo è. Però la televisione non la guardano solo gli adulti, ma anche molti adolescenti e persone che hanno meno strumenti per valutare la distanza tra la comunicazione commerciale e la realtà.
È una questione delicata, che meriterebbe di essere approfondita non a partire da posizioni di pregiudizio, ma con onestà e lucidità.
Nel frattempo, se siete adulti e vaccinati, potete divertirvi con gli spot che girano all’estero.