Adelma Rago //
“The Denial of Coevalness”: il viaggio di Melissa Peritore
L’esposizione a cura di STUDIO12 ed Helena Lang in mostra a Vienna dal 23 Marzo al 22 Aprile 2021
La negazione della contemporaneità, secondo Johannes Fabian, è un meccanismo di distanziamento messo in atto non attraverso lo spazio, ma attraverso il tempo. Un meccanismo mediante il quale si tende a distanziare ulteriormente, collocandole nel passato, culture geograficamente lontane dalla nostra, e a percepirle come non pienamente appartenenti al nostro presente.
A partire da questa riflessione, ha preso forma la ricerca di Melissa Peritore - fotografa italo-filippina, classe 1984 - una ricerca che l’ha condotta alla sua nuova esposizione a cura di STUDIO12 ed Helena Lang in mostra a Vienna dal 23 Marzo al 22 Aprile 2021.
In cinque anni di permanenza nelle Filippine, la Peritore, ha raccolto innumerevoli testimonianze che l’hanno aiutata a dare vita alle proprie opere: oggetto della mostra sono le auto-crocifissioni di Kapitangan, un luogo di pellegrinaggio visitato dall’artista e nel quale ha luogo la rappresentazione della Passione. Il percorso espositivo di The Denial of Coevalness è cronologicamente fedele ad alcune tappe della via crucis, così come i nomi delle opere: Portare la Croce, Inchiodare alla Croce, Erezione della Croce e la Crocifissione nella sua interezza.
“Gli scatti creano un momento di alienazione, trasponendo una scena universalmente nota, in un contesto culturale diverso, a noi sconosciuto. La tendenza ad etichettare ciò che vediamo con gli attributi "arcaico" o “antiquato", è evidenziata dall’intento di collocare le immagini in un nostro sistema percettivo precostituito (concetto che Kaja Silverman identifica con il termine sguardo) - spiega Helena Lang, curatrice della mostra - gli oggetti tecnici, così come gli elementi urbani che definiscono la scena come presente, ci fanno interrogare sulle strutture del nostro sguardo preformato.
Con l’aiuto degli strumenti utilizzati, abbiamo l’impressione di assegnare un tempo fisico diverso alla cultura che si presenta ai nostri occhi, per poterci distanziare da essa: neghiamo l´azione reale - la crocifissione - il fatto che la sua esistenza possa essere contemporanea alla nostra cultura occidentale e, quindi, neghiamo la simultaneità di quest’ultima, alle tradizioni locali della cultura filippina. In tal modo, applichiamo la teoria di Fabian de la negazione della contemporaneità: incanalando la cultura descritta nel flusso cronologico della nostra storia, le assegniamo una posizione attraverso una relazione di potere che abbiamo creato. Pertanto, cerchiamo di comprendere quella cultura dalla nostra prospettiva eurocentrica.
Le fotografie di Peritore mostrano le tensioni derivanti dalla negazione di tale simultaneità di azioni, sentimenti ed eventi. Le sue opere sono in grado di attirarci all’interno di una scena familiare, ma anche di farci fare una pausa, chiedendoci di riflettere sulla nostra visione della cultura e della società. Le immagini formulano - se ci atteniamo al tema della salvezza nella storia della cristianità - un appello alla resurrezione dell´accoglienza e all´interiorizzazione della contemporaneità culturale.”