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Stormtrooper attaccati da api assassine, draghi che spengono incendi, un’automobile che diventa la cabina di una ruota panoramica, e la Terra che si trasforma nella pallina di un cono gelato: sembra strano? Non nel mondo LEGO. O, almeno, non nel mondo che LEGO ci ha fatto conoscere e adorare, un luogo fatto di fantasia e creatività, dove tutto è possibile.
Recentemente il brand ha deciso di associare la totale libertà di immaginazione, alla totale libertà di pensiero e, in tal senso, la campagna Don’t stop me now - della serie Rebuild the world - è un inno ad entrambi i valori.
Con LEGO “Adults Welcome” però, l’azienda leader mondiale del settore è andata oltre, superando sé stessa, e proponendo una campagna multi soggetto che mostra come un set LEGO, possa essere amato non solo da bambini e irriducibili appassionati ma anche dagli adulti. Persone con un lavoro a tempo pieno, magari di ufficio, con una routine incessante, per le quali gli imprevisti possono rappresentare una notevole fonte di stress.
Ecco che il marchio si inserisce quasi a gamba tesa in questo meccanismo, spezzando il ciclo al quale i consumatori sono sottoposti ogni giorno e regalando loro una piacevole pausa, per costruire qualcosa con le proprie mani, impegnando il cervello in un’attività diversa, per ritrovare la tranquillità e la spensieratezza che sembravano perdute, grazie ad una sorta di LEGO-terapia.
I tre soggetti della campagna sono del tutto simili tra loro e, all’interno di essi, si alternano diversi protagonisti e i loro piccoli incidenti quotidiani. Escludendo questi due elementi, sia le inquadrature che molti dei set e degli esterni impiegati, sono replicati sistematicamente con grande precisione e maestria.
In un’atmosfera deliziosamente vintage, scopriamo le tipiche attività dei tre personaggi, dal risveglio, al rientro a casa ma, ognuna di esse, è costantemente interrotta da fastidiose disavventure: una ruota a terra, un cucchiaio scivolato nella minestra, un laccio della scarpa spezzato. Al termine di ognuna di queste giornate però, tutti loro ritrovano la quiete e il sorriso, costruendo il proprio modellino di LEGO Adults Welcome.
Tre storie ironiche ed efficaci per un target dalla vita sempre più frenetica, consumatori che, grazie a LEGO, potranno finalmente rilassarsi e tornare bambini per un po’.
Volvo è un’azienda leader nel settore automobilistico che, negli anni, ha fatto della sicurezza su strada un suo valore cardine. Seguendo l’esempio di altri top brands, ha deciso di sostenere una causa di importanza globale, reinterpretando ed ampliando la propria visione del concetto di sicurezza.
La protezione è alla base della filosofia Volvo e può essere considerata un vero e proprio marchio di fabbrica. Da sempre, gli sforzi dell’azienda si concentrano nel rendere i propri veicoli non solo accattivanti, accoglienti e performanti ma, soprattutto, sicuri.
Con The Ultimate Safety Test - il nuovo commercial realizzato dalla Grey - Volvo ha fatto un passo importante in materia di sicurezza, associando quest’ultima al concetto di sostenibilità, e annunciando al suo target di volersi occupare non solo dei rischi dovuti agli impatti su strada ma anche a quelli relativi all’impatto ambientale. Con una vera e propria dichiarazione di intenti, infatti, Volvo comunica che, oltre ad avere a cuore la vita dei propri clienti, a partire da oggi, avrà concretamente a cura la vita dell’intero pianeta, puntando su veicoli all-electric.
Il film, in apparenza, sembra un classico demonstration, del quale presenta tutti gli elementi tipici: un esperto ci mostra l’accuratezza dei safety test Volvo, illustrandone due tra i più comuni - il crash test laterale e frontale e il test su strada - e prodigandosi nell’offrire spiegazioni riguardo alle scrupolose ed ingegnose procedure impiegate dall’azienda, per garantire la sicurezza dei propri veicoli. L’uomo, infine, ci chiede di seguirlo in prossimità di un ghiacciaio, luogo dove ci si sta apprestando ad eseguire un ultimo, estremo, test: la caduta di una Volvo da un’altezza di 30 metri. Poco prima di dare il via alla verifica, però, dal fianco del ghiacciaio si stacca una parte di esso, che crolla rovinosamente in acqua, interrompendo la dimostrazione con improvvisa e brutale solennità. La rottura del format, è seguita dalle lines di chiusura, nelle quali Volvo ci ricorda che l’ultimo - e decisivo - test di sicurezza è quello nei confronti del cambiamento climatico e che, in tal senso, Volvo ha scelto di avere un obiettivo concreto: puntare alla distribuzione di veicoli completamente elettrici.
Come ha affermato anche il CEO di Volvo Cars, Håkan Samuelsson “Per noi, oggi, la sostenibilità è importante quanto la sicurezza.“ e, con questa campagna, possiamo affermare che Volvo lo abbia dichiarato apertamente, compiendo una scelta importante e responsabile non solo nei confronti del suo target e ma anche del nostro pianeta.
8 marzo 2021. Pandemia in corso. Si sente dire ovunque che l’intero mondo è cambiato da un anno a questa parte: stili di vita, tempo libero, abitudini, lavoro. Eppure, Saatchi & Saatchi, con la sua ironia graffiante ci ricorda che la disuguaglianza di genere - in certi casi - è una di quelle cose che fatica a cambiare.
Non è affatto casuale che proprio nel giorno della Festa della Donna, Global Women torni a parlare della disparità di genere sul luogo di lavoro, denunciandone uno degli aspetti più inquietanti: quello legato alla limitazione della carriera per le donne che decidono di essere madri.
Attraverso una campagna integrata composta da spot e annunci, Global Women infatti, ci racconta che la maternità rappresenta ancora oggi, in alcune circostanze, un limite concreto al normale percorso lavorativo di una donna. Nonostante si siano fatti notevoli progressi in tal senso, dalla Nuova Zelanda - paese per il quale è stata prodotta la campagna - arriva un dato allarmante: una donna lavoratrice che decide di avere un bambino, può arrivare a perdere il 12,5% del suo potenziale guadagno nell’arco della sua intera carriera, e può veder svanire le possibilità di concorrere per un’eventuale posizione di leadership.
Saatchi & Saatchi ha deciso di trattare il problema con un umorismo nero, che - nei toni - ricorda vagamente la celebre campagna Never say no to Panda. Con le dovute differenze, infatti, vediamo l’irresistibile protagonista dello spot dare fastidio ai suoi colleghi e al suo capo con gesti dispettosi, apparentemente gratuiti, volti a renderla detestabile. La sensazione è che, con tali gesti, voglia rendere la vita difficile sia a sé stessa, che agli altri. A chiudere le tre situazioni messe in scena nel filmato, c’è la prima parte del titolo “Career-Limiting”, seguita, dopo qualche istante, da altre due parti di esso, che appaiono contemporaneamente a formare la frase “But not as career-limiting as having a baby.”. Una chiusura eloquente, lapidaria, non soggetta ad interpretazioni, che accende ancora una volta i riflettori sull’annosa questione della motherhood penalty.
Con il suo inconfondibile stile, Saatchi & Saachi prende bene la mira e va a segno, grazie ad una campagna che non le manda a dire e che, con ironia pungente, arriva dritto al cuore del problema.
Come è noto, la fine di una relazione - qualsiasi tipo di relazione - può lasciare l’amaro in bocca. Probabilmente è da questo assunto che è stata concepita Ex-Machine, l’esperienza creata da DDB per Cornetto Ecuador.
Si può trasformare un ricordo negativo in un’esperienza positiva?
Alla DDB si saranno posti questa domanda, e da essa è venuto fuori il concept per Ex-Machine, l’experiential advertising di Cornetto che invita a guardare con dolcezza ad un momento amaro, come può essere quello della fine di una storia.
Spesso, anche a distanza di anni, ciò che può far viaggiare la nostra mente indietro nel tempo - e ricordarci qualcuno che non fa più parte della nostra vita - sono gli oggetti. Una felpa, un peluche, una tazza, cose semplici, di scarso valore e, talvolta, di poca utilità, ma carichi di significato e indissolubilmente legati al ricordo di una persona in particolare.
Quando la relazione termina, l’oggetto rimane lì, a rammentarci costantemente cosa è stato, cosa sarebbe potuto essere e non è avvenuto. Il già menzionato amaro in bocca, appunto.
Nel corso del video dalla grafica accattivante e abbastanza frenetica, ci viene proposta la definizione che Cornetto da della parola “ex”, letteralmente, “una persona che non fa più parte della tua vita, ti ha superato e probabilmente ti cercherà di nuovo” e il relativo esilarante sinonimo, “l’innominabile”. Subito dopo ci viene mostrato come funziona la Ex-Machine: all’interno di quello che a tutti gli effetti sembra un distributore automatico, bisogna inserire uno degli oggetti sopracitati e, in cambio, la macchina erogherà un Cornetto.
Battute sul prodotto a parte, si potrebbe pensare che questo meccanismo possa essere un facile espediente per rimuovere un passato doloroso, un modo superficiale per sbarazzarsi di ciò che ancora ci tormenta. In realtà è proprio questo il punto: la Ex-Machine punta a rendere leggero qualcosa che leggero non è, offrendo agli utilizzatori la possibilità di tagliare i ponti con il passato e, magari, di condividere l’esperienza sui social, portando un po’ di dolcezza laddove dove non ce la saremmo mai aspettata.