Marco Maraviglia //
Anders Petersen in mostra alla Spot home gallery
Lo sguardo di un artista svedese su una Napoli fatta di bianconeri da decodificare
Anders Petersen, classe 1944, è il pioniere della prima residenza d‘artista fortemente voluta da Cristina Ferraiuolo gallerista della Spot home gallery. Un progetto ideato nel 2019 ma, causa pandemia, rimasto in sospeso e poi finalmente andato in porto.
Circa 60 fotografie bianconero di medie e grandi dimensioni realizzate dall‘artista durante due fasi per un totale di 35 giorni, tra il maggio 2022 e ottobre/novembre 2022.
Un lavoro in cui Cristina Ferraiuolo ha fatto da fixer girando con Petersen per Napoli, seguendo le sue ispirazioni e suggerendogli luoghi in cui sapeva che avrebbe individuato spunti per il progetto.
Anders Petersen non poteva che essere il primo artista in residenza in galleria. Napoli, con il suo caos e la sua umanità variegata, era il luogo ideale per un fotografo come lui. Nella sua lunga carriera ha fotografato tantissime città, da Tokyo a Londra, da Valparaiso a Sète. Napoli, città-mondo, con le sue mille sfaccettature, le contiene un po‘ tutte.
- Cristina Ferraiuolo
Qui non trovate foto “di” Napoli ma foto “a” Napoli.
Immagini scattate a Napoli ma che seguono la poetica tipica di Anders Petersen che cerca estemporaneità, emozioni, dettagli con i quali entrare in empatia per sentirsi lui stesso il soggetto ritratto.
Sembrano fotografie scattate a Parigi, Londra, New York o altre città del mondo, ma è Napoli. Colta in una sua esclusiva intimità attraverso gli occhi del fotografo svedese.
Perché non vi è quasi alcun riferimento architettonico che possa far risalire alla città. Ma il carattere verace, surreale e sanguigno della città, è quel che emerge. Quello che normalmente non “ascoltiamo” vivendola tutti i giorni.
Scorgerete un vassoio per i dolci immaginando che sia stato ritratto in uno dei più famosi caffè di Napoli, ma non è importante sapere se è quello. C‘è da riflettere invece sul perché Petersen l‘abbia ritratto e coglierne la sua bellezza che non va descritta ma vista di persona con quella stessa attenzione metafisica che lui ha percepito.
Riconoscerete Pompei, il Cimitero di Poggioreale o Piazza Mercato, ma non è quello che l‘autore voleva mostrare. Bisogna entrare invece in quell‘empatia tipica che accompagna Petersen da sempre tra lui e i soggetti che catturano la sua attenzione.
Sono immagini senza luogo e atemporali. Evergreen. Potrebbero essere state scattate negli anni ‘60 o su di lì perché sono indatabili.
Alcune sembrano scattate allo Studio 54 di New York o nella Factory di Andy Warhol, ma qui è Napoli. Forse una città universale come lo sono le immagini? Probabile. È lo stile e la ricerca del fotografo che rende il tutto fuori dal tempo restituendoci una Napoli al di fuori dei luoghi comuni.
Il look di alcuni ritratti che richiama atmosfere hippy, situazioni da burlesque o da vecchio circo. Forme insolite, come l‘enorme siepe a poltrona davanti al Museo di Capodimonte o come quella “cosa” maculata di cui non capisci se è un polpo o un pesce. Lo potevi fotografare anche tu? Non l‘hai fatto e vince chi arriva primo: chi osserva dentro ciò che normalmente è innanzi ai nostri occhi ma che ci sfugge.
Perché l‘agave? Perché le teste di pescespada? E quelle bambole forse in attesa di essere “curate”?
L‘allestimento in galleria è come un puzzle di ritagli di vita minimalista. Come un album di appunti visivi scritti in maiuscolo. Vederli raggruppati è come sentire un‘unica essenza che tocca le corde di tutti i sentimenti della città con i suoi odori, suoni e rumori.
Dettagli… mani spesso protagoniste che si intrecciano, carezzano, fermano; braccia che armonizzano l‘inquadratura, il contatto fisico tra i soggetti ritratti. E poi sorrisi cogliendo la bellezza della vecchiaia. Un elegante uomo anziano, in giacca e cravatta con una gerbera nella mano che attende l‘ascensore, assorto da chissà quali pensieri; i gemelli per incrementare la sua “collezione” sul genere.
Fotografie verticali, molte con inquadratura leggermente inclinata, dove la loro diagonale è percorsa dal centro emozionale della composizione.
Bianconeri un po‘ lomography, contrasti alti, vignettature. Scattate con Contax T3 a pellicola, con obiettivo 35 mm perché Peterson preferisce stare dentro la scena che riprende.
Voglio essere il più vicino possibile in modo da poter sentire che qualunque cosa io fotografi assomigli il più possibile a un autoritratto. Voglio che le mie foto siano una parte di me, voglio riconoscervi i miei sogni, le mie paure, i miei desideri.
Biografia
Anders Petersen (Stoccolma,1944) è uno dei più importanti fotografi contemporanei, noto per le sue immagini in bianco e nero dallo stile documentario intimo e personale. Il suo esordio internazionale è avvenuto nel 1978 con la pubblicazione di Café Lehmitz, uno dei libri fotografici più influenti di tutti i tempi, in cui ha ritratto la vita quotidiana in una bettola di Amburgo alla fine degli anni Sessanta. Café Lehmitz è entrato a far parte della cultura pop quando Tom Waits ne ha utilizzato una foto come copertina del suo album Rain Dogs del 1985. Ad oggi Petersen ha pubblicato più di 40 libri, molti dei quali sono diventati parte integrante della storia della fotografia. Tra i premi e i riconoscimenti ricevuti si possono citare: Il premio Photographer of the Year, ai Rencontres d‘Arles 2003; il premio speciale della giuria per la mostra Exaltation of Humanity, al festival internazionale di fotografia di Lianzhou, Cina, 2007; il premio Dr. Erich Salomon della Deutsche Gesellschaft für Photographie, 2008; il premio al miglior libro del 2009 ai Rencontres d‘Arles Book Award insieme a JH Engström per From Back Home. Inoltre, Petersen ha ricevuto il Paris Photo e l‘Aperture Foundation Photo Book of the Year Award 2012, per City Diary, e il premio Lennart af Petersen, 2019. Il lavoro di Anders Petersen è rappresentato nelle collezioni di Fotografiska Stockholm, The Museum of Modern Art New York, Hasselblad Center Göteborg, Bibliothèque nationale de France Paris, Centre Pompidou Paris, Museo di Arte Contemporanea Roma, Museum of Fine Arts Houston, Moderna Museet Stockholm, Maison Européenne de la Photographie Paris, Museum Folkwang Essen e Fotomuseum Winterthur, tra gli altri. Dal 1969 ha tenuto regolarmente mostre personali e collettive in tutto il mondo.
Napoli / Anders Petersen
A cura di Cristina Ferraiuolo
Spot home gallery
Via Toledo, 66 - Napoli
dal 21 ottobre 2023 al 31 gennaio 2024
Contatti
+39 081 9228816