Marco Maraviglia //
La sospensione del tempo tra spazio e pensiero di Pierfranco Fornasieri
Mostra fotografica presso Movimento Aperto a cura di Giovanni Ruggiero
La fotografia se non ha un osservatore non esiste. Il fotografo è a volte uno sketcher, prende appunti visivi, vede ciò che ha di fronte e, secondo la sua sensibilità di quel momento, decide di fare uno scatto.
Ma se non è fruita, scatenando impulsi emozionali, immaginazione, desiderio di conoscere chi/dove/quando/perché è stata fatta quella foto da parte di chi la guarda, resta nell’oblio.
Come parole non dette ma solo pensate. Come messaggi in bottiglia dispersa nel mare.
Il triangolo fotografo-fotografia-osservatore se non si chiude non ha senso. E in quell’area del triangolo si compie una danza di riflessioni, supposizioni, intuizioni. Un viaggio mentale di cui l’autore non è altro colui che ospita le possibili visioni.
«Una buona fotografia deve lasciare dei punti in sospeso. Non deve spiegare, solo abbozzare. Il senso di una fotografia non esiste, se non c’è qualcuno che muove i suoi pensieri personali partendo dall’immagine che ha davanti. La mia personale narrazione fotografica non può prescindere dalla presenza di un osservatore: non riuscirebbe a compiersi completamente. L’immagine fotografica non è mai una storia con un solo finale.»
- Pierfranco Fornasieri
Le immagini di Pierfranco Fornasieri sono come sospensioni del tempo, attimi congelati da qualche centesimo di secondo che non raccontano tutto ma inducono a raccontare storie a se stessi. Lasciano la sceneggiatura aperta all’osservatore che cercherà e troverà un fil rouge che potrebbe avere più percorsi. Come una ragnatela di percezioni nella quale districarsi o anche perdersi, come in un labirinto con più traguardi. Uno Sliding doors con più uscite.
«Sappiamo che la fotografia di Pierfranco Fornasieri, artista torinese, non nasce dalla suggestione di un luogo preciso nello spazio (una strada, una città, una stanza o una spiaggia), ma da una metaforica nuvola fatta di tanti perché. Domande che possono essere numerose, e la nuvola, allora, pregna di dubbi, è come quelle che promettono pioggia, oppure presentarsi lieve, come a rigare con un soffio il cielo.»
- Giovanni Ruggiero (curatore della mostra)
Due sono i lavori presentati da Pierfranco Fornasieri: Seconde Storie e Lo Spazio Incerto.
Per il primo progetto il fotografo è andato alla ricerca delle storie degli altri, quelle sospese: storie in divenire o già accadute e sta all’osservatore ricostruire quelle storie. Libero di interpretarle.
E si tratta di immagini realizzate tra il Piemonte (la sua Torino) e la Toscana, poi le Venezie, Parigi e, ancora, la Spagna e ad altri luoghi ancora.
Spazio Incerto, invece, tocca il tema dell’adolescenza. Fornasieri vuole appunto rappresentare quel tempo sospeso dei dubbi e dell’incertezza che passa fra l’essere bambino e il diventare uomo, scegliendo la realizzazione e l’allestimento delle fotografie sotto forma di dittici. Il senso della atemporalità è anche in questa ultima serie
Una street photography declinata nell’introspezione dell’autore.
Sono immagini che catturano l’attenzione per la loro essenzialità. Oniriche, metafisiche. Silenziose. Il peso dei chiaroscuri, l’equilibrio tra ambiente e uomo, i contrapposti tra persone che svolgono nello stesso tempo azioni diverse in una casualità che sembra invece scritta da quel ritmo della vita, dal quel concetto orientale di causa e effetto di cui per lo più non ci accorgiamo.
Perché siamo condizionati dal tempo cadenzato da innumerevoli cose da fare che assorbono le nostre giornate.
Facciamo un respiro profondo chiudendo gli occhi. Poi apriamoli e immergiamoci in questa opportunità che ci offre l’autore.
Seconde storie di Pierfranco Fornasieri
A cura di Giovanni Ruggiero
Movimento Aperto
via Duomo 290/c
dall’11 al 29 dicembre
il lunedì e il martedì ore 17-19, il giovedì ore 10.30-12.30 e su appuntamento
Info 333 2229274 e 335 6440700