Paolo - Ciao Daniele e grazie per aver accettato di fare questa intervista. Sono davvero contento di ritrovarti dopo così tanto tempo, immagino avrai molte cose da raccontare, perciò forse è il caso di procedere con ordine. Intanto possiamo inquadrare il presente. Dove ti trovi attualmente e di cosa ti occupi?
Daniele - Il piacere é tutto mio. Da qualche anno vivo a Londra dove lavoro attualmente come Senior Designer presso AKQA.
L’Ilas é stata una tappa fondamentale per il mio percorso formativo. Mi ha permesso di mettere in pratica le conoscenze accumulate al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti, con una visione concreta applicata alla progettazione grafica e all’ideazione di campagne pubblicitarie.
L’esperienza della Ilas mi ha permesso di conoscere persone fantastiche a cui devo tanto, a cominciare dal direttore Angelo Scognamiglio, e tutti i colleghi che sono ancora lì con voi. Da ognuno di loro e soprattutto da te, ho ricevuto insegnamenti e consigli preziosi che ancora oggi applico nel mio lavoro.
P - Aspetta un attimo. Ci siamo lasciati più di 10 anni fa che la tua destinazione era il Brasile, San Paolo per la precisione. Com‘è che sei finito a Londra?
D - E’ vero, ricordi bene. E’ andata così: nel 2013 dopo aver fatto parte del team di SapientNitro di San Paolo in Brasile, mi sentivo pronto per ritornare in Europa e Londra mi sembrava il luogo giusto perché offriva opportunità per certi versi simili al Brasile. Ebbi la fortuna di ottenere il trasferimento presso gli uffici della futura Publicis.Sapient dove avrei cominciato un cammino lungo quasi 9 anni. Ed eccomi qua.
P - Quindi il Brasile è stato la tua prima tappa professionale fuori dai confini italiani. Raccontami.
D - Nel 2009 durante il mio anno di corso di Grafica e Web all’Ilas ho avuto l’opportunità di unirmi al team di Argentovivo / Ilas dove mi é stata data l’opportunità di imparare e lavorare su progetti interessantissimi per clienti esterni e sulla progettazione del materiale comunicativo per la scuola.
Dopo un anno in agenzia come Junior Art Director ho scelto insieme alla mia attuale compagna di fare un’esperienza nel suo paese di origine, il Brasile e in particolare a San Paolo.
San Paolo é una delle maggiori capitali per il settore creativo a livello mondiale e in particolare per il digital design. Era la mia prima esperienza all’estero in una città da più di 12 milioni di abitanti. Un‘isola creativa dalle mille opportunità, piena di talenti straordinari e gente unica. Prima della mia partenza da Napoli riuscii a fare un colloquio con una agenzia situata in una città poco distante da San Paolo che apprezzó tantissimo il mio portfolio formato dai lavori che avevo realizzato come studente Ilas e visuals sviluppati con l’agenzia Argentovivo.
Dopo il primo lavoro in terra brasiliana e dopo le prime soddisfazioni decidemmo di spostarci a San Paolo dove il livello di difficoltà sarebbe aumentato da tutti i punti di vista. Un grande passo che fortunatamente si concretizzò in un’esperienza incredibile, che mi ha permesso di continuare a fare fino ad oggi il lavoro che mi piace e che spero di poter perseguire per molti anni.
L’agenzia a cui forse devo di più durante il periodo trascorso a San Paolo é stata la Grïngo (che fu successivamente acquistata dal gruppo WPP sotto il nome di Possible Worldwide) diretta da André Matarazzo una delle menti creative più influenti del nostro settore. Con loro ho partecipato a campagne per brand come Coca-Cola e Absolut Vodka nonché su ulteriori progetti e pitches. L’alto ritmo di lavoro e le forte pressioni che si vivono in queste realtà mi hanno permesso di acquisire sempre più fiducia nei miei mezzi – e fu questo banco di prova, insieme alla passione che nutro per il design che mi spinsero a cercare nuove esperienze. Così come il design si evolve nel tempo, la comunità dei designer si muove nella stessa scia che ti porta di continuo a confrontarti con nuove sfide – e Londra per me è stata una di queste.
P- Ok, siamo tornati a Londra. Mi hai detto che ricopri il ruolo di Senior Designer presso AKQA che suona un po’ come una sorta di supervisor. Non dirmi che hai rinunciato alla creatività! Ricordo che ripetevi spesso "toglietemi tutto ma non la possibilità di creare, disegnare". Ti prego, rassicurami.
D- Il team di AKQA é composto da designers, creative developers, 3D artists e creativi dal background straordinario. Le ispirazioni provengono da molteplici fonti e la passione per il design é viva in ogni step del processo creativo perché fa parte della filosofia dell’azienda.
Il ruolo di Senior Designer mi permette di toccare con mano le fasi più importanti di un progetto – dal concept alla realizzazione del prodotto finale. Ogni progetto ha una storia a sé ed i team vengono strutturati in modo diverso. Le figure con le quali collaboro di più ogni giorno sono i creative directors e i designers di UX. Le consegne dei batch (per esempio gruppi di template o components di un app design) vengono spesso organizzate su Design Sprints che hanno di solito la durata di una o due settimane ciascuno.
Una delle sfide più elettrizzanti é proprio quella di lavorare sotto pressione soprattutto quando il tempo a disposizione per la fase di concept (anche detta Discovery Phase o Design Exploration) é molto breve. Su alcuni progetti come ad esempio per i pitch, l’ideazione di un’art direction può anche variare da 1 o 3 giorni nei casi più estremi.
In queste fasi l’obiettivo del designer é quello di entrare in stretta sintonia con il proprio team e soprattutto capire a fondo il brief. Ogni scelta creativa deve essere coerente con quest’ultimo ed allo stesso tempo essere capace di proporre punti di vista che arricchiscano e migliorino la soluzione che siamo chiamati a proporre.
Nel digital design il concetto di creatività é più ampio perché tiene conto di diversi fattori (come ad esempio lo ‘user testing’) che influiscono sul risultato finale. I prodotti digitali hanno una natura più dinamica perché evolvono nel tempo mentre accompagnano il modo in cui gli utenti ne usufruiscono. Anche il concetto di team é diverso rispetto al passato, perché oggi il cliente partecipa spesso attivamente al processo creativo – dove le energie di tutti convergono in una direzione sola.
Come vedi dipende dal ruolo e dal team in cui si lavora dove le opportunità di creare sono molteplici. Io però con la creatività convivo quotidianamente, quindi spero di averti rassicurato!
P - Ok, direi che ci sei riuscito bene e anzi, trovo la cosa molto interessante.
D - Ti dirò di più. Avendone avuto una esperienza diretta posso tranquillamente dire che la percezione che si ha lavorando in un team creativo é molto simile a quella delle attività di studio e laboratorio che si svolgono all’Ilas o presso qualunque università o liceo con orientamento artistico.
Cambiano le responsabilità ma il concetto alla base di tutto rimane lo stesso. Passione, studio, ricerca e lavoro.
P - C‘è un progetto a cui sei particolarmente affezionato di cui ti andrebbe di condividere con noi qualche dettaglio?
D - É un progetto che ho realizzato qualche anno fa per un contest organizzato da Google Brasil.
Le idee dovevano proporre innovazioni tecnologiche da essere realizzate attraverso l’ausilio dei prodotti Google, a servizio della comunità locale o mondiale. La mia idea proponeva un mapping del livello di inquinamento dell’aria, proposto come contenuto interattivo e incluso come data in Google Maps.
É un progetto che ho conservato in quesi anni a cui ho anche dedicato un personale brand refresh per mantenerlo in linea con i look & feel più recenti di Material Design. Fu il primo progetto dove ebbi l’opportunità di dimostrare a me stesso che potevo curare da solo alcune delle fasi chiave di un prodotto di design: Idea, Concept, UX e UI.
La mia idea fu una delle 10 finaliste selezionate fra le migliaia inviate da tutti gli stati del Brasile e anche sottoscritte dalle maggiori agenzie creative nazionali.
La creazione dell’idea e il riscontro ottenuto durante l’evento a cui partecipammo di persona sono ricchi di ricordi che custodisco con soddisfazione.
Negli anni successivi la stessa Google cominció a sviluppare una idea simile che utilizzava le auto della tecnologia Street View per mappare le aree di inquinamento e ad oggi questa funzione é largamente diffusa e disponibile in molte app di meteo. Per me é stato interessante osservare come anche io nel mio piccolo, nel lontano 2012, mi trovavo in sintonia con innovazioni tecnologiche di questa dimensione.
P - Davvero impressionante. E quale tipo di tecnologia utilizzi per sviluppare questo tipo di progetti? Suppongo che le suite di Adobe la facciano da padrone in tutto il globo. E’ così?
D - Si il pacchetto Adobe é un tool che ogni studio o agenzia acquista per il proprio team. Io utilizzo sopratutto Illustrator, Photoshop, Figma e Principle per il prototyping visivo. Fino a qualche tempo fa, iI tool di riferimento per la UI era invece Sketch.
Con il remote working adottato dalle aziende in seguito alla pandemia, altri software spesso accessibili tramite browser, hanno avuto più successo perché facilitano la collaborazione in tempo reale. Per esempio in alcuni casi dove i vari team si riuniscono per lavorare ad un workshop o un brainstorm – spesso si preferisce accedere a Miro (o soluzioni simili) che permettono di lavorare su board digitali per condividere e archiviare idee e informazioni.
© Daniele Signoriello
P - Davvero molto interessante. Visto che accennavi a Figma, hai sentito della sua recente acquisizione da parte di Adobe? Se ho capito bene oltre manica si usa tanto. Ma in cosa trovi più performante FIGMA rispetto per esempio a XD?
D - Nei progetti a cui ho partecipato, non ho avuto l’occasione di testare XD perché di solito i team creativi adottano un tool unico che viene scelto come riferimento per tutti. Il successo di Figma é stato prevalentemente relativo alla sua capacità di automatizzare molte attività che spesso neanche Sketch era in grado di assicurare con facilità. La caratteristica primaria é l’archiviazione dei file nel cloud e la possibilità di recuperare versioni precedenti di un documento, attraverso la funzione ‘Version history’.
Inoltre, creare e condividere un Design System su Figma é molto semplice e stabile. Le funzioni di Inspect per developers sono già incluse nello stesso file e non vi é più, ad esempio, la necessità di pubblicare i design su Zeplin. Con la recente acquisizione di Figma da parte di Adobe mi aspetto interessanti integrazioni con la suite – sia queste incluse come funzioni native o accessibili attraverso plugins.
P - Certo, chiarissimo. A proposito di team e lavoro di squadra, come è stato integrarsi in agenzia, insomma, era tutto nuovo per te, la lingua, la città, la cultura. Praticamente un salto nel buio.
D - Vivere e lavorare fuori dall’Italia ti cambia se sei disposto a farlo. Bisogna nella maggior parte dei casi provare ad avere un punto di vista più flessibile rispetto alle situazioni. Qui a Londra e soprattutto nel nostro settore, si incontrano molte culture diverse ma sul posto di lavoro non ci sono e non dovrebbero mai esserci bandiere, razze o generi.
Il mio consiglio é di rimanere fedeli alla propria essenza sempre nel rispetto altrui. Ció ti aiuta ad integrarti più facilmente nel tessuto sociale e lavorativo con un attenzione a mantenere un profilo basso e neutrale senza nessuna forma di ego.
Avere un buon livello di conoscenza della lingua é importante sia per comunicare col proprio team che per collaborare con i clienti – in alcuni casi invece, un livello di inglese intermediate che ti permetta di capire il brief e le task da eseguire, può essere talvolta sufficiente per far parte di un team creativo con risultati soddisfacenti.
A Londra ci si sente sempre un turista anche dopo molti anni e c’é sempre qualcosa da scoprire. Per me l’impatto con la città non é stato traumatico perché l’esperienza di San Paolo mi aveva già abituato ad una realtà simile. Inoltre Napoli nel suo piccolo, ha le caratteristiche di una metropoli e noi del sud in generale (dipendendo sempre dalla nostra storia e background) abbiamo una naturale capacità di adattarci che ci aiuta in ogni singola situazione.
P - Concordo pienamente. Ad ogni modo, anche se lo fai sembrare una passeggiata, non deve essere stato semplice, ti ammiro moltissimo. E quando proprio ti sembrava di sentire "too much pressure"?
D - Io personalmente metto su una bella canzone di Pino Daniele che mi ricollega alla mia città e mi fa ricordare chi sono e da dove vengo. Spesso la musica ci aiuta a staccarci un po’ dalla realtà quando ci sentiamo un po’ persi. In questi casi, molti di noi ci andiamo a ritagliare un spazio per riflettere e ricaricare le energie mentali. A volte basta semplicemente una camminata durante una pausa pranzo per ritrovare il piglio e l’ispirazione giusta.
Capita a tutti di avere un giornata dove si é meno produttivi ma basta avere fiducia che il giorno dopo é possibile recuperare il ritmo che cercavamo. Lavorando in team d’altronde, é più semplice perché le responsabilità possono essere spesso condivise.
P - Questo della musica mi sembra un ottimo suggerimento per tutti quelli che temono di non gestire bene l‘ansia. Perché poi specie all‘inizio, non c‘è solo il lavoro a cui pensare, bisogna occuparsi di tutto, dalla casa, alle questioni burocratiche...
D - Non é sempre facile affrontare tutto perché nella vita possono capitare vari imprevisti. Quando pensi di essere pronto a tutto ti capita di smarrirti alle prime difficoltà. In quei casi, se si incrociano le dita e si spera che la burrasca passi in fretta, nella maggior parte dei casi si ottiene un risultato opposto. Non è sempre semplice ma bisogna provare a rallentare il ritmo in modo da risolvere i problemi uno alla volta.
Per quanto riguarda le questioni burocratiche incluso la ricerca di una sistemazione, fortunatamente nel Regno Unito non ci sono molti impedimenti riscontrabili nel sistema italiano e questo aiuta molto anche coloro che sono agli inizi.
P - Spiegami meglio. Questa sembra essere un’informazione davvero interessante per i nostri lettori.
D - I servizi governativi per esempio sono tutti online e i cittadini non sono obbligati a recarsi personalmente ad uno sportello di immigrazione per la richiesta di un visto o il rilascio di un documento di identità. Anche il sistema medico segue gli stessi principi quindi il cittadino riesce ad avere un controllo più preciso dei propri diritti. Tutto questo aiuta a ridurre lo stress anche per coloro che sono in procinto di trasferirsi per motivi di lavoro o studio.
In alcuni casi le agenzie possono dare supporto nella ricerca di una sistemazione nel caso in cui si provenga dall’estero.
P - un motivo in più per pensare seriamente di fare questa esperienza. But the question of the ages is: dopo 10 anni a Londra, ti sentiresti di suggerire ad un diplomato di provarci? Ci sono realmente possibilità di riuscire a costruirsi un futuro? Dopotutto avranno anche gli inglesi i loro bravi designer.
D - Con le nuove leggi, potrebbe esse più complicato conseguire un lavoro perché bisogna ricevere un invito da parte di un’azienda che dovrà avere l’interesse a investire su un individuo che risiede al di fuori dal territorio britannico.
Il mercato del lavoro a Londra é molto attivo e la richiesta di personale é molto viva. C’é una grande rete di recruiter ad indirizzo creativo che lavora molto sul networking con le aziende. Il mio consiglio é di costruirsi un buon portfolio che possa riflettere al meglio le proprie qualità e anche se a distanza, cominciare a creare un contatto con i recruiter in modo da individuare – in accordo con le attuali leggi di immigrazione, le opportunità che offre il mercato.
Però in generale mi sento di dire che prima di tutto bisogna seguire il proprio istinto e gli interessi cercando di non sentirsi legato ad un paese o ad una cultura. Essere aperti al cambiamento.
P - Hai ragione. Daniele dal tuo interessantissimo racconto mi pare di capire che difficilmente ritornerai in Italia, mi sbaglio?
D - Anche se preferisco non fare programmi a lungo termine, per scaramanzia preferisco rispondere con un ‘Mai dire mai’.
P - Ok, non voglio rubarti altro tempo, è stato tutto molto interessante. Grazie per aver condiviso con noi la tua esperienza, sono sicuro che tornerà utile a molti giovani designer e creativi che non vedono l‘ora di poter affermarsi.
D - Grazie mille per l’invito. Lasciami fare un augurio e un saluto a tutti i vostri lettori e studenti, nella speranza di riuscire a realizzare i propri sogni e ambizioni.
Il suo portfolio
DANIELE SIGNORIELLO