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Parigi |
André Kertész
06/02/2011
André Kertész (Budapest, 1894 - New York, 1985) è uno dei più grandi fotografi del ventesimo secolo, sia dal punto di vista della ricchezza della sua opera che per la longevità della sua carriera. Indimenticabile resta il suo modo di raccontare le immagini, da Parigi a New York. La galleria Jeu de Paume, a Place de la Concorde a Parigi, gli dedica finalmente una degna retrospettiva, un’esposizione monografica che riunisce i documenti originali e le opere più importanti e rappresentative. In particolare, nell’opera di Kertész si elabora una poetica della fotografia “un véritable langage photographique” secondo le sue stesse parole. Il percorso di immagini che qui viene proposto vuole valorizzare l’autonomia di ogni singola fotografia, in rapporto a delle serie ricorrenti come le distorsioni, i palazzi di New York, i camini o la solitudine. Un artista in cui la tradizione mitteleuropea, fatta di nostalgie, di verità e di contrasti, si amalgama alle immagini delle metropoli, di una Tour Eiffel accostata a dei mattoni che sembra provenire da un improbabile cantiere, un immagine spoetizzante ma al contempo vera e malinconica. Quella malinconia tipica ungherese, quel “véritable langage photographique” che gli consente di raccontare le città, i palazzi, le strade in cui, in solitudine, degli uomini passeggiano o anche di piscine in cui, sempre in solitudine, altri uomini nuotano. Ogni fotografia è un racconto, un paesaggio, un moto dell’anima.