Daria La Ragione //
E vissero per sempre
felici, contenti e virtuali
Qualche anno fa fece notizia un divorzio reale scatenato da un tradimento virtuale, il luogo del delitto era Second Life e la signora tradita mal digerì la rivale telematica, al punto da decidere per una separazione a tutti gli effetti. Era un caso 'segnale', uno di quelli che ti mettono sull'avviso e ti dicono che qualcosa sta cambiando. Quello era un episodio di vita sul web che impattava su quella in carne e ossa e a questo ne seguirono molti altri.
Quello che invece accadrà a giorni è un esempio di come la vita virtuale sembra essere diventata il prolungamento di quella reale, al punto che forse comincia a trasformarsi anche l'idea di una vita eterna.
Si vede che a qualcuno proprio non andava giù l'idea della morte come grande silenzio, soprattutto se si tratta di e-silence, di assenza dal mondo 2.0 in cui molti si dilettano nell'arte di costruire un'identità virtuale, poco importa se aderisce a quella reale oppure no. Per tutti coloro che proprio non vogliono pensare a un mondo social in cui non saranno più presenti dopo la morte (quella vera), ecco spuntare un app dedicata: si chiama _liveson, verrà lanciata a giorni e si occuperà di creare un alterego virtuale che continuerà a tweettare con il vostro account anche dopo la dipartita dal mondo dei vivi.
Come sceglierà cosa dire? Imparerà, fintanto che siete in grado di insegnare, cosa vi piace, cosa vi interessa, potrete correggerlo e, tanto per andare sul sicuro, potete nominare una sorta di 'esecutore testamentario', che potrà decidere, per esempio, di chiudere l'account o di eliminare tweet che non sarebbero in linea con le vostre (ultime) volontà.
Singolare il claim: «When your heart stops beating, you'll keep tweeting» (quando il tuo cuore smette di battere, continuer a tweettare. Ma in inglese suona meno macabro).
La vita è così: quando pensi di averle viste tutte...