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Calendario corso Social Media Marketing - Sessione marzo 2015
CALENDARIO CORSO SOCIAL MEDIA MARKETING
L’esposizione è inserita nel programma principale di Napoli COMICON, il Salone Internazionale del Fumetto, che avrà luogo dal 30 aprile al 3 maggio alla Mostra d’Oltremare. Milo Manara è stato nominato Magister del Festival per il 2015, una sorta di Presidente culturale a cui verrà dedicata appunto la mostra principale, che ha realizzato il manifesto del Salone e collabora a altre sezioni del programma culturale.
L’esposizione sarà riepilogativa dell’opera dell’autore de Il Gioco, che compie 70 anni nel 2015. Dalle primissime storie, di carattere storico e biografico, alle prime incursioni nel fumetto popolare e d’autore, fino alle grandi creazioni che gli hanno donato la fama di più importante autore di fumetti italiano al mondo. La saga di Giuseppe Bergman, le storie di Miele e di Claudia, le tante collaborazioni con grandi firme del mondo artistico italiano, da Fellini a Piovani, da Cerami a Celentano, tutte le storie a fumetti saranno in mostra al PAN in un percorso sì cronologico, ma che sarà anche scandito in sezioni tematiche dell’opera dell’autore e di quella componente erotica per cui è così conosciuto anche fra i non cultori della materia.
Ci si incamminerà, quindi, in questo percorso di meravigliose figure femminili, tra illustrazioni, tele, tavole originali, dalla nuova serie dello Zodiaco fino alle stupefacenti copertine in grande formato della collana creata per RCS. Tutto ciò per un totale di quasi 120 tavole in mostra, oltre a tanti altri materiali storici, con la consueta cura espositiva delle mostre di COMICON, tra scenografie e risorse audiovisive. La mostra si avvale di una bellissima illustrazione inedita di Manara, in mostra e come manifesto, messa a disposizione da un collezionista partenopeo.
La fotografia è un potente mezzo di comunicazione, di espressione visiva, oltre che una straordinaria forma di arte in cui chiunque può cimentarsi per evocare emozioni, raccontare trasformazioni sociali, denunciare gravi situazioni o testimoniare grandi cambiamenti.
In quest’ottica, l’organizzazione del Sardinia 2015 quest’anno lancia una nuova iniziativa: un concorso fotografico aperto a tutti e rivolto anche ai partecipanti del Simposio con l’idea ricostruire uno scenario rappresentativo della situazione globale sul tema dei rifiuti e delle discariche. Attraverso gli scatti più significativi, cercheremo di raccontare le differenze, le contraddizioni, le difficoltà, i progressi, e molto altro ancora, legati a questa difficile tematica in una pluralità di situazioni che attraversino tutto il mondo, dai paesi in via di sviluppo a quelli tecnologicamente più avanzati.
A tal fine verrà allestita un’esposizione fotografica utilizzando le immagini migliori selezionate dal comitato organizzatore. La foto vincitrice del concorso verrà proclamata e premiata durante la cena di Gala del Simposio.
Il Concorso si inserisce all’interno di un programma di attività, iniziate nel 2014, volte alla riscoperta dell’opera e dell’avanguardia dei grandi maestri che vissero ed operarono a Napoli tra la fine dell’Ottocento ed il primo Novecento.
Lamont Young fu architetto ed urbanista, sommo rappresentante dell’eclettismo architettonico dei tempi e avanguardista incompreso per le sue idee ed i suoi progetti per la prima metropolitana di Napoli. Nato e vissuto a Napoli da padre scozzese e madre indiana, compì studi all’estero, ma è nella città Partenopea che realizza le sue più grandi opere; a lui si devono capolavori come l’Istituto Grenoble in via Crispi, il castello Aselmeyer al Corso Vittorio Emanuele, Villa Ebe a Pizzofalcone oltre a tutto l’impianto del Parco Grifeo e la costruzione di molti altri edifici nel quartiere Vomero e in molte altre parti della città.
Il concorso è a partecipazione libera e gratuita, i partecipanti devono aver raggiunto la maggiore età.
“Mi considero un reporter, qualunque cosa abbia fatto nella vita, ma sono piuttosto diffidente nei confronti dei generi e delle etichette. Guardo il mondo attraverso il prisma del linguaggio fotografico, tra le componenti del quale è fondamentale il rapporto col tempo e la memoria”….“Ricordare è lo stesso di immaginare; così raccontando un proprio tempo, uno lo trasfigura, lo immagina: letteralmente "lo racconta". E poiché il racconto è fatto di cose che si eliminano inconsciamente e di cose che si valorizzano, è sempre molto arbitrario, come lo è ogni gesto letterario. E ancora sulla fotografia e la "memoria": le fotografie non restituiscono "ciò che è stato", piuttosto ripropongono in una sorta di lancinante presente ciò che non è più”.
Ferdinando Scianna è uno dei più noti fotografi italiani.
Nato a Bagheria, il 4 luglio 1943, ha iniziato negli anni Sessanta raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua regione d'origine.
Il lungo percorso artistico del fotografo siciliano si snoda attraverso tematiche quali la guerra, frammenti di viaggio, esperienze mistiche, religiosità popolare, legati da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita.
Iscrittosi inizialmente alla Facoltà di Lettere e Filosofia presso l'Università di Palermo, non porta a termine gli studi per dedicarsi alla passione fotografica. Nel 1963 Leonardo Sciascia visita quasi per caso la sua prima mostra fotografica, che ha per tema le feste popolari, presso il circolo culturale di Bagheria.
Tra i due nasce una profonda amicizia determinante nel dare una spinta propulsiva alla carriera del giovane fotografo, dandogli la possibilità di accedere al mondo dell’editoria e ottenere la pubblicazione dei lavori fotografici.
Sciascia partecipa, infatti, con prefazione e testi alla stesura del suo primo libro, Feste religiose in Sicilia, che gli fa vincere il premio Nadar nel 1966.
Ferdinando Scianna si trasferisce a Milano nel 1967 ed inizia a collaborare come fotoreporter e inviato speciale con l'Europeo, diventandone in seguito il corrispondente da Parigi. Nel 1977 pubblica in Francia “Les Siciliens” (Denoel), con testi di Domenique Fernandez e Leonardo Sciascia, e in Italia “La villa dei mostri” (introduzione di Leonardo Sciascia).
A Parigi scrive per Le Monde Diplomatique e La Quinzaine Littéraire.
Incontra Henri Cartier-Bresson, le cui opere lo avevano influenzato fin dalla gioventù. Il grande fotografo lo introduce, come primo italiano, nella prestigiosa agenzia Magnum, di cui diventerà socio a tutti gli effetti nel 1989. Nel frattempo stringe amicizia e collabora con vari scrittori di successo, tra i quali Manuel Vázquez Montalbán (che qualche anno più tardi scrive l'introduzione di “Le forme del caos”, 1989)
Negli anni Ottanta lavora anche nell'alta moda e in pubblicità, affermandosi come uno dei fotografi più richiesti. Fornisce un contributo essenziale al successo delle campagne di Dolce e Gabbana della seconda metà degli anni Ottanta.
La fotografia di Scianna è un gioco di luce-ombra. Il fotografo siciliano interpreta con il bianco e nero della sua pellicola la realtà, restituendo immagini di un mondo che vive oltre il dualismo dei contrasti. Lo sguardo di Scianna coglie sfumature e complessità. Il suo stile vive dello straordinario intreccio di tensione drammatica, visceralità, ironia e partecipazione.
Le fotografie di Scianna trovano la loro dimensione nel racconto, nel narrare attraverso le immagini. Sono la testimonianza visiva di un mondo sconosciuto, popolare e parallelo. La sua indagine fotografica compie una ricerca sull’identità, individuale e collettiva, che si risolve nella scoperta del senso di appartenenza ad una tradizione, senza rinunciare ad uno sguardo critico.
Scianna trova un linguaggio in grado di raccontare una Sicilia che sta velocemente cambiando e sparendo. Appropriatosi del sentimento di amore-odio, che il cuore di ogni vero siciliano ha ben presente, ritrae l’amore, il senso di sicurezza, ma anche l’insofferenza nei confronti dell’immutabilità e delle ingiustizie sociali. Le sue immagini non dimostrano, ma mostrano il “teatro dell’esistenza” attraverso il fluire e il fluttuare dei destini e della storia di cui ognuno è partecipe.
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