Marco Maraviglia //
Massimo Vicinanza a Mosca con “Lucania”: oltre 60 foto della Basilicata
La Basilicata è esportata in Russia con immagini che raccontano tutte le sfaccettature paesaggistiche, architettoniche e altro ancora, di una delle regioni meno battute dall’industria turistica
Chi è Massimo Vicinanza
Ex Capitano di lungo corso. Giornalista, Presidente e co-fondatore dell’Associazione Photo Polis. Massimo Vicinanza è docente di fotografia digitale all’Accademia di Belle Arti di Napoli, capo redattore della rivista Acqua Marina, redattore di FullPress e FullTravel, corrispondente di riviste internazionali come free-lance.
Massimo Vicinanza è un fotografo “outsider”, di quelli che non ricercano popolarità sul territorio con presenzialismo o attraverso i social network: semplicemente lavora, andando dritto al committente realizzando con loro anche libri fotografici che illustrano spaccati che riguardano il rapporto tra ambiente e uomo.
Il libro Kastellos, architettura rom in Romania (2010) è un eccezionale ed esclusivo documento che Massimo Vicinanza realizzò con non poche difficoltà logistiche e le cui immagini sono state esposte in più occasioni tra cui al Palazzo Reale di Napoli, all’Istituto Italiano di Cultura a Madrid e al Complesso monumentale Carcere Borbonico di Avellino.
Altro suo libro è Con l’acqua e con il vento, viaggio nell’Italia delle energie rinnovabili (2006), un’affascinante “reportage lento” sebbene realizzato in pochi giorni, relativo alla presenza di centrali ad energia non fossile presenti in tutta Italia.
Uomo e ambiente, l’etica dei reportage di Massimo Vicinanza
Uomo, architettura, ambiente, urbanistica… Massimo Vicinanza, avendo navigato per mari entrando in contatto con molte città del mondo, è rimasto sensibile a ciò che può determinare emotivamente sull’uomo la conformazione e l’assetto di un territorio.
Dalla parlantina spedita e senza prender fiato, in occasione delle presentazioni delle sue mostre non risparmia di raccontare episodi, aneddoti e risoluzioni di problemi tecnici incontrati durante i suoi reportage.
Si tratta di racconti fotografici “puliti”, senza particolari effetti di postproduzione che vogliano inseguire stili artefatti di una certa fotografia contemporanea. Quelle di Massimo Vicinanza sono immagini che mostrano, che documentano, scevre da rumori visivi e da domande che potrebbe farsi l’osservatore.
Fotografia sull’onda del less is more. Ciò che rappresenta è ciò che vedi. Senza sovrastrutture pseudo-artistiche e questo perché il fotografo ha fatto la sua lunga gavetta con l’editoria di viaggio e turismo internazionale che gradisce questo stile visivo.
La Lucania di Massimo Vicinanza
Massimo Vicinanza ha un’attrazione particolare per la Lucania (il modo con cui è preferito chiamare la Basilicata dai suoi abitanti).
Da molti anni la Lucania esercita su di me un fascino particolare, o meglio una irresistibile attrazione fisica. I suoi paesini sono avvolti in un silenzio ovattato, le stelle illuminano la notte grazie al bassissimo inquinamento luminoso...
Come esiste il cosiddetto “mal d’Africa”, il fotografo ha una sorta di “mal di Lucania” perché attratto dalla sua diversità di colori, dalla grande varietà dei paesaggi e innanzitutto, dall’atmosfera accogliente che riescono a trasmettere gli abitanti. Una dimensione dai sapori emotivi e gastronomici, antichi, genuini che si tramandano da generazioni, senza contaminazioni metropolitane.
“Lucania” di Massimo Vicinanza è un’esplorazione fotografica di luoghi noti e misconosciuti della Basilicata. Da Nord a Sud, da Ovest a Est in cui si incontrano pastori con bestiame al pascolo e paesini abbandonati; resti archeologici romani e interni di abitazioni rurali con pentolame provato da anni di pranzi in famiglia; tracce di tradizioni religiose, architetture bizantine, nobiliari e popolari in tufo, pietra, cotto… tanta roba.
Nell’immaginario collettivo questa piccola regione meridionale a forte vocazione agricola evoca povertà, sottosviluppo ed emigrazione e richiama alla memoria storie di brigantaggio, vecchie superstizioni e suggestivi rituali pagani.
“Lucania” come meta turistica proposta attraverso le foto di Massimo Vicinanza
Location preferita da molti registi del cinema (inter)nazionale ma ignorata dal business turistico che concentra l’attenzione principalmente su Matera (Capitale Europea della Cultura 2019), la Lucania di Massimo Vicinanza mostra e dimostra attraverso le sue immagini quanto questa regione, in tutta la sua estensione, sia ricca di attrazioni paesaggistiche, urbane e gastronomiche per quel turismo lento adatto a viaggiatori goethiani. Una regione in cui il silenzio e stimoli visivi naturali, non possono non piacere a chi svolge lavori creativi o a chi cerca di ritrovare una dimensione umana.
“Lucania” di Massimo Vicinanza è una intelligente operazione di esportazione di una parte del territorio italiano.
All’estero se dici Italia, ti dicono le classiche icone di Napoli (pizza, “maccaroni”, “muzzarella”, tarantella…) o Capri, il Colosseo, Leonardo e Caravaggio, ma la Basilicata sarà stata vista a stento in “La Passione di Cristo” di Mel Gibson.
Una mostra fotografica se non ha un obiettivo, è una semplice esposizione di immagini rese inutili dall’assenza dello scopo stesso della mostra.
E Massimo Vicinanza forse avrà contribuito in parte anche lui ad incrementare un po’ di turismo russo in una delle più belle regioni del nostro Paese: la “Lucania”.
Lucania, di Massimo Vicinanza
Galleria delle Arti di Zurab Tsereteli – Galleria delle Arti Russa, Prechistenka 19, Mosca, Russia
Dal 23 ottobre al 10 novembre
Orari di visita: mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica – dalle 12.00 alle 20.00, biglietteria – fino alle 19.00, martedì – dalle 12.00 alle 22.00, biglietteria – fino alle 21.00
Prezzo del biglietto:
Adulti: 300 rubli (ca. 4,00 euro)
Catalogo:
inclusivo di prefazioni dell’Ambasciatore Pasquale Terracciano, del Presidente dell’Accademia Russa delle Arti Zurab Tsereteli e dello stesso autore.
Grazie all’Ambasciata d’Italia a Mosca in collaborazione con l’Accademia Russa di Arte, con il sostegno dell’Agenzia Nazionale per il Turismo in Italia ENIT e dell’Istituto Italiano di Cultura a Mosca