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Parametric Font, quando i numeri sono al servizio del design.
Quando si parla di font parametrici o algorithmic typography, ci si riferisce all’ennesimo esempio di come la tecnologia intervenga in ogni attività umana e, se possibile, come la stia migliorando
Nella galassia di attività e professioni che si basano su design e progettazione, quella del type designer è sicuramente una delle più complesse e spesso sottovalutate.
Oltre alle competenze prettamente grafiche, legate al disegno del carattere, alla ricerca dell’innovazione stilistica, alla leggibilità, agli allineamenti ottici e geometrici, c’è tutta una parte che attiene lo studio della metrica. La più oscura e meno piacevole. Il progettista alle prime armi ne è spaventato e spesso ciò determina per molti un ostacolo invalicabile. Quel che si sottovaluta è che la progettazione di un carattere o di una famiglia di caratteri richieda un lavoro complesso ed articolato che può coinvolgere più competenze e durare molti anni.
Gli strumenti.
In tutta questa complessità, i moderni software di disegno (Adobe Illustrator) e di creazione dei font (FontLab Studio, Glyphs) hanno sicuramente snellito il processo ma per molti non è ancora sufficiente.
Soprattutto se si tiene conto di tutte le varianti necessarie per ogni lingua, le alternative stilistiche, i set di caratteri speciali, ecc.
Senza contare poi la necessità di mantenere la consistenza su tutti i media sui quali il font sarà riprodotto.
Ogni carattere infatti richiede uno studio specifico della metrica e del contrasto necessari a garantire la corretta leggibilità ed efficacia.
L’idea.
Un font parametrico, in grado di essere manipolato ed adattato per soddisfare ogni esigenza e, cosa fondamentale, in modo automatico.
Non è un’idea nuovissima, da molti anni infatti gli sviluppatori si dedicano allo studio di soluzioni per la generazione e la manipolazione parametrica di elementi grafici (design generativo).
Molti sono i progetti sperimentali e gli studi realizzati con framework di programmazione come Processing, NodeBox, o VVVV, solo per citare i più diffusi.
Eccone alcuni esempi:
Standardabweichung
Anche Adobe, leader mondiale della distribuzione di font oltre che di soluzioni per il design, se ne è interessata.
Memorabile la presentazione di Project Faces durante gli sneak peaks dell’Adobe MAX 2015.
Realtà emergenti.
Non è quindi un caso che molte realtà si stiano dedicando allo sviluppo di applicazioni e framework in grado di velocizzare la produzione di font e la loro manipolazione.
Interessante l’esempio di Typotheque con il progetto Elementar
Il progetto Modulator di Metaflop da cui deriva il più strutturato Metapolator, la tecnologia open source messa a disposizione di sviluppatori ed utenti.
Google Fonts e la “svolta” parametrica.
È notizia di pochi giorni fa il rilascio del font Spectral su Google Fonts, la più diffusa libreria di webfont con licenze opensource.
Nulla di strano, se non fosse che Spectral è stato creato utilizzando Prototypo la web application di Production Type, una delle soluzioni più complete e facili da utilizzare quando si parla di font parametrici.
Prototypo è un servizio a pagamento, ma se non si hanno particolari esigenze e si vuole sperimentare un po’, ci si può registrare ed accedere alla modalità gratuita.
Designer VS Coder.
Ogni volta che si affaccia al mondo una nuova tecnologia in grado di estendere le competenze specifiche e renderle fruibili alle masse, la polemica è sempre dietro l’angolo.
Anche in questo caso, accanto alla fila degli entusiasti si affianca quella dei detrattori che sostengono che un codice non potrà mai sostituire la creatività di un progettista.
Una storia che sentiamo ormai da tempo e che ha interessato, di volta in volta, tutti gli ambiti dell’ingegno umano.
È stato così per la musica, per la fotografia, per il design e questo non è altro che un piccolo tassello della più grande ed inarrestabile rivoluzione tecnologica nella quale siamo immersi quotidianamente.
Sarà interessante vedere l’uso che di questi strumenti se ne farà, certi del fatto che per molti anni ancora la creatività umana manterrà la sua centralità.
Nulla da temere quindi, solo una tecnologia in più da esplorare con curioso interesse e di cui seguirne l’evoluzione.